ALBERT EINSTEIN – LO SCIENZIATO ECCENTRICO 20 Marzo 2021 – Posted in: Biografie – Tags:

Albert Einstein: la storia e le frasi dell’uomo che rivoluzionò la fisica

Chi era Albert Einstein, lo scienziato eccentrico che ha rivoluzionato l’intero modo di pensare non solo nella fisica.

Scienziato curioso ed eccentrico, filosofo, fisico geniale e premio Nobel. Albert Einstein e, intimamente legata a lui la sua teoria della relatività, è uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo.

A lui sono stati dedicati l’elemento chimico einsteinio, la Medaglia Albert Einstein, un premio, un asteroide, un cratere sulla luna, una unità di misura per l’energia raggiante e un numero infinito di istituti e università.

Ma chi era Albert Einstein? E qual è stata la sua vera rivoluzione?

Se il premio Nobel per la fisica gli fu assegnato “per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico”, la sua fama è stata di contro sempre e indissolubilmente allacciata alla “teoria della relatività”: la teoria della relatività ristretta, in primo luogo, che precedette di circa dieci anni quella della relatività generale.
Il suo nome è legato a parecchie curiosità e ad altrettanti racconti.

Quel che è certo è che Albert Einstein fu uno scienziato dal successo spropositato, di cui lui stesso era consapevole al punto di esprimere verbalmente il desiderio di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza una volta morto.

Collezionò, nel corso della sua vita, parecchie lauree ad honorem in scienze, medicina e filosofia da molte università europee e americane.

Durante gli anni ’20 tenne lezioni in Europa, in America e in Estremo Oriente ed ebbe borse di studio o incarichi onorari nelle principali accademie scientifiche di tutto il mondo.

Oltre al Nobel, ottenne numerosi premi in riconoscimento del suo lavoro, tra cui la Medaglia di Copley della Royal Society di Londra nel 1925 e la Medaglia di Franklin dell’Istituto Franklin nel 1935.

Albert Einstein, la storia

Nacque a Ulm, nel Württemberg, in Germania, il 14 marzo 1879, da una benestante famiglia ebraica. Il padre, Hermann Einstein, era proprietario di una piccola azienda che produceva macchinari elettrici.

Poco tempo dopo, la famiglia si trasferì a Monaco, dove il padre aprì insieme con il fratello Jacob una piccola officina elettrotecnica. Qui Albert iniziò la sua scuola presso la Luitpold Gymnasium.

Ancora dopo gli Einstein si trasferirono in Italia, ma Albert continuò la sua formazione a Aarau, in Svizzera e nel 1896 entrò nella Politecnico Federale Politecnico di Zurigo per essere addestrato come insegnante di fisica e matematica.

Nel 1901, anno in cui conseguì il diploma, acquisì la cittadinanza svizzera e, non trovando un posto di insegnamento, accettò una posizione di assistente tecnico all’Ufficio Brevetti svizzero.

Nel 1905 si laureò.

1905: l’annus mirabilis di Albert Einstein

Fu il 1905 il cosiddetto “annus mirabilis”, quello in cui ci fu una svolta nella vita di Einstein e nella storia della fisica.

In pochi mesi, pubblicò sei lavori:

  • un articolo che spiegava l’effetto fotoelettrico in base alla composizione della radiazione elettromagnetica di quanti discreti di energia (poi denominati fotoni), secondo il concetto di quanto che era stato ipotizzato nel 1900 da Max Planck.  Questo studio gli valse il Premio Nobel per la fisica del 1921;
  • la tesi di dottorato sul tema “Nuova determinazione delle dimensioni molecolari“, che è poi diventato lo scritto di Einstein più citato nella letteratura scientifica degli anni ‘70;
  • un articolo sul moto browniano prima memoria, in data 30 giugno, dal titolo Zur Elektrodynamik bewegter Körper (Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento) che aveva come oggetto l’interazione tra corpi carichi in movimento e il campo elettromagnetico vista da diversi osservatori in stati di moto differenti. È la teoria nota successivamente con il nome di Relatività ristretta (o speciale)
  • un’altra memoria sulla relatività ristretta che conteneva la nota formula E=mc²
  • un altro articolo sul moto browniano emc

L’anno dopo, nel 1906, Einstein ottenne il dottorato e cominciò a insegnare a Berna. Nel 1911 si trasferì a Praga e nel 1914 fu nominato direttore dell’Istituto di Fisica dell’Università di Berlino, dove rimase fino al 1933.

Divorziò dalla sua prima moglie Mileva e sposò in seconde nozze la cugina Elsa. Furono questi gli anni in cui effettuò alcune ricerche sulla meccanica statistica e sulla teoria della radiazione.

Albert Einstein: la teoria della relatività generale

Era il 1915 quando Einstein formulò la teoria della relatività generale, secondo cui lo spazio e il tempo non sono concetti separati ma fanno parte di uno stessa dimensione: lo spaziotempo.

Secondo Einstein la forza di gravità non è l’interazione di due corpi in funzione delle loro masse, come diceva Newton, ma l’effetto di una massa che curva lo spaziotempo stesso.

Per questo quando un’astronave si trova in prossimità di un grosso corpo celeste viene attratto come da una grossa calamita.

Come c’era da aspettarsi alla sua pubblicazione, la teoria venne accolta scetticamente da parte della comunità scientifica.

Ma la prima dimostrazione arrivò con l’eclissi totale di sole del 1919: alcuni scienziati videro nel buio una stella che secondo loro doveva essere oscurata dal sole perché era posizionata dietro di esso, ma la grande massa del sole incurvando lo spaziotempo permetteva alla luce della stella di compiere una traiettoria deformata quindi visibile dalla terra.

Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio del 1919 a Sobral, in Brasile, e nell’isola di Príncipe, nello Stato di São Tomé e Príncipe e passarono alla storia come l’esperimento Einstein-Eddington.

Nel 1917 mostrò il legame tra la legge di Bohr e la formula di Planck dell’irraggiamento del corpo nero ed introdusse la nozione di emissione stimolata, che sarebbe poi stata applicata alla concezione del laser.

Max Planck non capiva nulla di fisica, perché durante l’eclissi del 1919 è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fosse stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale.

Se avesse capito la teoria, avrebbe fatto come me, e sarebbe andato a letto.
(Archivio Einstein)

Da quel momento, degli esperimenti sempre più precisi hanno confermato le predizioni della teoria, prevalentemente nell’ambito dell’astronomia (precessione del perielio di Mercurio e lenti gravitazionali).

Albert Einstein, il Nobel e gli ultimi anni

Nel 1921 ottenne il Premio Nobel per la Fisica per il suo lavoro risalente al 1905 sulla spiegazione dell’effetto fotoelettrico.

In quegli anni cominciò a dedicarsi anche alla ricerca di teorie di campo unificate e in seguito, nel 1927, venne invitato dal governo italiano a partecipare al Congresso internazionale dei Fisici, che si svolgeva a Como in occasione del centenario dalla morte di Alessandro Volta, ma fu l’unico a declinare l’invito per la sua opposizione al regime di Mussolini.

Con l’ascesa di Hitler, nel 1933 venne promulgata la “Legge della Restaurazione del Servizio Civile“, per la quale tutti i professori universitari di origine ebraica furono licenziati.

Einstein decise così di trasferirsi negli Stati Uniti. Qui gli venne offerta una cattedra all’Institute for Advanced Study di Princeton, nel New Jersey.

Il 17 aprile del 1955 fu colpito da un’emorragia causata dalla rottura di un aneurisma dell’aorta addominale. Ricoverato all’ospedale di Princeton, morì il giorno dopo a 76 anni.

Prima di morire, espresse la volontà di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò l’autopsia, rimosse il cervello e lo conservò a casa propria immerso nella formalina in un barattolo sottovuoto per molti anni. Il resto del corpo fu cremato.

Una parte del cervello oggi è esposta al Mutter Museum di Philadelphia.

10 curiosità su Albert Einstein

Iniziò a parlare tardissimo
Era appassionato di vela e di musica classica
Si definiva un agnostico più che un ateo
Suonava il violino
Gli fu offerto il titolo di Presidente di Israele, ma rifiutò
Nel 1930 brevettò un frigorifero che non fu messo in commercio
Fu uno dei 5mila firmatari della petizione per richiedere alla Germania la revoca del bando contro gli omosessuali
Fu sospettato di essere una spia sovietica dal Direttore dell’FBI, J. Edgar Hoover
Gli occhi e le rughe di Einstein ispirarono la fisionomia del personaggio Yoda di Star Wars

La linguaccia, fu Arthur Sasse l’autore della foto più conosciuta di Albert Einstein, immagine probabilmente immortalata dopo una sua festa di compleanno.

La foto non gli dispiacque affatto, tanto che due anni dopo ne acquistò nove copie da inviare agli amici e nel retro di una di queste, indirizzata a Howard K. Smith, scrisse:
Questo gesto vi piace, perché si rivolge a tutta l’umanità. Un civile può permettersi di fare ciò che non oserebbe un diplomatico. Il vostro fedele e riconoscente ascoltatore.
(Albert Einstein ’53)

Albert Einstein, 10 frasi celebri

“Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, riguardo l’universo ho ancora dei dubbi”
“Impara dal passato, vivi nel presente, spera nel futuro. L’importante è non smettere mai di farsi delle domande”
“Non cercare di diventare una persona di successo, tenta di diventare una persona di valore”
“Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido”
“Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”
“Il mondo è il prodotto del nostro pensiero e dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare”
“Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui ci è permesso rimanere bambini per tutta la vita”
“Chi dice che è impossibile non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo”
“Un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni”
“Per ogni minuto che passi arrabbiato, perdi 60 secondi di felicità

(Fonte bit.ly/2OPEscV)