FEDERICO II DI SVEVIA – UN UOMO PIU’ AVANTI DEL SUO TEMPO 12 Ottobre 2021 – Posted in: Biografie – Tags: #federicosecondodisvezia #imperatore #biografia #curiosità #curiosity #losapeviche #fenomenologiadellalingua #fenomenologia
Federico II di Svevia
(Jesi, 26 dicembre 1194 – Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250)
“Fino ad ora sono stato incudine, adesso voglio essere martello”.
Forse in molti lo conoscono meglio come l’Imperatore della Germania, re di Gerusalemme e del Sacro Romano Impero. Federico Ruggero di Hohenstaufen nacque il giorno dopo Natale da Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa e da Costanza d’Altavilla,
figlia di Ruggero II di Sicilia. Federico era conosciuto con l’appellativo di stupor mundi, ossia meraviglia o stupore del mondo.Era dotato di una personalità poliedrica e molto affascinante per la sua epoca, capace quindi di attirare l’attenzione e l’ammirazione del popolo.
Federico nacque a Jesi durante il viaggio verso Palermo dove la madre si stava recando a raggiungere il marito che era appena stato incoronato, proprio il giorno di Natale, al trono di Sicilia. La sua nascita avvenne pubblicamente, in un baldacchino al centro della piazza di Jesi, ciò era necessario per fugare ogni dubbio sulla legittimità dell’erede al trono data l’età avanzata di Costanza . Federico nasceva infatti già possessore di diversi regni ed era un candidato imperatore del Sacro Romano Impero che comprendeva Germania, Italia e Borgogna.
Venne incoronato all’età di 4 anni a seguito della morte prima del padre e l’anno dopo della madre che gli trasmise così la corona. Il bambino rimase sotto la custodia del Papa Innocenzo III e la sua infanzia ed educazione avvennero in Sicilia, sotto la custodia di parenti e vescovi.
Il giovane uscì definitivamente dalla reggenza papale nel 1208 con il matrimonio con Costanza d’Aragona. In questo modo Federico prese il potere sul Regno di Sicilia nelle sue mani. Sempre con l’appoggio del Papa, Federico tornò in Germania per essere eletto imperatore a Francoforte nel 1212.
Il suo regno fu segnato dall’innovazione artistica e culturale, da un notevole fermento e da un tentativo di unificare terre e popoli tanto differenti. Questo tentativo era però ostacolato dal potere papale e dalla Chiesa di cui Federico mise in discussione il potere temporale. Federico era un letterato, un uomo di scienza e protettore di artisti e studiosi.
Era egli stesso una persona molto intelligente, conosceva sei lingue e il suo ruolo all’interno della promozione delle lettere nella Scuola siciliana fu cruciale e molto influente. La lingua introdotta all’interno della Scuola diventerà infatti la moderna lingua italiana. La poesia della Scuola siciliana fu di ispirazione a Dante e ai suoi contemporanei e quindi ha aperto la strada non solo per la lingua ma anche per la letteratura moderna.
L’opera di riordinamento di Federico fu molto importante tra i vari feudi, riorganizzò i sistemi statali e amministrativi con l’intento di ristabilire il benessere delle persone. La sua morte è stata a dir poco improvvisa: avvenne nel 1250 per un attacco di dissenteria. Alcuni ipotizzano che ad ucciderlo fosse stato Manfredi, il figlio illegittimo che gli successe in Sicilia.
Le speculazioni furono davvero tante, ci sono incisioni miniate che raffigurano Manfredi mentre soffoca il padre con il cuscino. Ma si tratta di notizie infondate.
A Federico II di Svevia dobbiamo molto: la nascita della lingua volgare e quindi di quella italiana, e il proliferarsi della letteratura. Federico è stato un appassionato falconiere: per lui la falconeria rappresentava da un lato una manifestazione simbolica del potere legata a precisi e antichi rituali, ma era anche uno svago e una vera e propria una passione che coltivò per tutta la vita, oltre che un mezzo per conoscere meglio la natura che lo circondava.
Amava infatti così tanto la natura da costruirsi un giardino zoologico intorno alla reggia, con animali esotici perché molto attratto anche dalla cultura araba.
A lui è intitolata l’Università di Napoli, Federico II che egli stesso fondò nel 1224.
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