MONICA VITTI – LA BELLA NOVANTENNE 2 Febbraio 2022 – Posted in: Biografie – Tags: #monicavitti #attrice #biografia #curiosità #curiosity #losapeviche #fenomenologiadellalingua #fenomenologia
Monica Vitti
(Roma, 3 novembre 1931 – 2 febbraio 2022)
“Dicono che il mondo è di chi si alza presto. Non è vero. Il mondo è di chi è felice di alzarsi”.
Dopo una lunga malattia tipo Alzheimer, oggi – mercoledì 2 febbraio — è morta Monica Vitti. L’attrice aveva 90 anni.
Una ragazza ribelle, che si è sempre annoiata all’infelicità, meglio la gioia e la comicità diceva, che per lei era una “ribellione di fronte all’angoscia, alla tristezza e alla malinconia della vita.” Monica Vitti nasce Maria Luisa Ceciarelli a Roma, ma da bambina ha vissuto a Messina a causa del lavoro di suo padre, un Ispettore del Commercio Estero. All’epoca la chiamavano “setti vistìni” per via del fatto che indossava più vestiti l’uno sull’altro. Sette sottane è diventato poi il titolo del suo primo libro autobiografico, edito nel 1993. “Mi sono sentita veramente libera quando ho scritto il mio primo libro.”
“Si il mio vero nome è Maria Luisa Ceciarelli. Fino all’Accademia fui la Ceciarelli. Poi Sergio Tofano mi propose di diventare attrice nella sua compagnia. Mi disse: guarda il nome che hai non è mica tanto d’attrice, lo devi cambiare. Allora io sedetti al tavolino di un bar e mi misi a studiare il nome” così Monica Vitti raccontava nel 1963 a Oriana Fallaci il suo debutto nel mondo dello spettacolo. E continuava: “Ora sono talmente tanto Monica Vitti, che mio padre e mia madre mi chiamano Monica e io, quando devo firmare Ceciarelli, mi sento a disagio: quasi firmassi con il nome di un’altra”.
Monica Vitti è stata un’attrice italiana di fama internazionale per oltre quarant’anni: ha studiato all’accademia di arte drammatica diretta da Silvio d’Amico, e ha sperimentato con successo un periodo di teatro fino a che non incontra Michelangelo Antonioni che le scrittura la parte di protagonista ne La notte del 1961 e per molti altri film. Di lei si ricordano non solo l’aspetto e la bravura attoriale, ma quella particolare voce roca che si porterà dietro per tutta la sua carriera e che la caratterizza in maniera sorprendente.
I miei genitori non hanno mai condiviso la mia scelta. Un giorno mia madre mi disse:”La polvere del palcoscenico corrode l’anima e il corpo”. Per fortuna Monica Vitti non si è mai fatta bloccare ma ha proseguito imperterrita collezionando successi uno dietro l’altro. “Le ribellioni sono guerre, e si può restare feriti.”
Mario Monicelli riconobbe in lei una verve tutta comica e la scelse per La ragazza con la pistola, nel ruolo iconico di Assunta Patanè, la ragazza siciliana che segue il suo amore fino in Scozia. Negli anni ’70 Monica Vitti è nel suo periodo d’oro e lavora con diversi registi italiani ma anche all’estero, si esibisce in televisione con Raffaella Carrà e nelle commedie di Eduardo de Filippo. Negli anni ottanta tocca di nuovo ad Antonioni e di premi come il premio per migliore attrice al Festival di Berlino. Monica Vitti ha lavorato anche come doppiatrice, per esempio nel film Accattone del grande Pasolini ed è sua la voce di Diane Keaton in Senti chi parla adesso.
Monica Vitti ha stretto un sodalizio lavorativo di grande spessore con Alberto Sordi, con il quale ha lavorato in Polvere di stelle, e con Ugo Tognazzi in L’anatra all’arancia, lei che è l’unica donna che rientra ufficialmente nel novero dei grandi interpreti della commedia italiana, che è stata attrice drammatica e comica con diverse incursioni nel cinema d’autore. Nel 1988 un giornale francese molto famoso, Le Monde, annuncia la sua morte per suicidio: l’errore è stato preso dalla Vitti con ironia, li ha infatti ringraziati per averle allungato la vita.
Monica Vitti è scomparsa dalle scene intorno al 2002 e quindi da molto tempo ormai a causa di una malattia degenerativa, l’Alzheimer che l’ha poi portata alla morte.
“A un certo punto della vita, a mia insaputa, devo aver deciso di dimenticare. Non dimenticare i dolori o gli errori, ma dimenticare fatti, persone, o forse solo confondere tutto”.
Nella sua vita ha avuto tre grandi amori, il primo è stato lo stesso Michelangelo Antonioni, poi, con il direttore della fotografia Carlo Di Palma, e infine l’attuale marito Roberto Russo, fotografo di scena e regista. Tutti gli uomini della sua vita hanno avuto con lei rapporti profondi, legati non solo a livello sentimentale ma anche nella vita lavorativa. La vita di Monica Vitti non è stata tutta rose e fiori: la sua infanzia triste l’ha condotta verso la strada della recitazione
“Faccio l’attrice per non morire” ha detto, “quando a 14 anni e mezzo avevo quasi deciso di smettere di vivere, ho capito che potevo farcela, a continuare, solo fingendo di essere un’altra, facendo ridere il più possibile”.
La sua bellezza è sempre stata naturale e intensa, perché reale. Non ha mai fatto uso di ritocchi estetici e forse proprio per il suo essere una donna genuina e forte è diventata un’icona assoluta del cinema italiano nel mondo.
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