Pelè – O Rei 30 Dicembre 2022 – Posted in: Biografie – Tags: #arte, #biograf, #biografia, #booklover, #books, #bookstagram, #calcio, #cinema, #drama, #film, #historia, #instabook, #instagram, #leitura, #libridaleggere, #libros, #literatura, #livro, #livros, #musica, #natura, #Pelè, biography, book, Brazil, football, libri, libro, soccer
Pelè – Edson Arantes dò Nascimiento
(Três Corações, 23 ottobre 1940 – San Paolo, 29 dicembre 2022)
“Un rigore è un modo meschino di segnare”
Pelè o meglio Edson Arantes do Nascimiento non è stato solo uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi ma anche un simbolo sportivo per tutta una nazione, quella del Brasile, e un mito da raggiungere per tutti i professionisti del mondo.
La storia particolare del soprannome Pelé.
Il suo nome è legato ad un errore di un impiegato dell’ufficio anagrafe. Ma andiamo con ordine…
Quando il piccolo Edson Arantes do Nascimento giocava scalzo per strada utilizzando palloni fatti di stracci o addirittura un mango, non avrebbe mai immaginato che il suo soprannome Pelé sarebbe diventato un sinonimo di calcio.
Quelle quattro lettere così facili da pronunciare e così popolari, sono diventate iconiche e oggi nel giorno della sua morte tutto il mondo gli dedica un doveroso tributo.
Cosa c’è dietro quell’appellativo, qual è la storia di quel nomignolo?
Edson aveva il gol nel sangue, visto che il papà João Ramos do Nascimento noto come Dondinho, è stato un prolifico attaccante capace di far registrare il record di cinque gol di testa in un’unica partita del calcio dilettantistico brasiliano.
Per la scelta del nome del figlio, l’ex bomber decise di rendere omaggio a Thomas Alva Edison, il famoso inventore americano che creò la lampadina nel 1879.
Nella registrazione del neonato a Tres Coracoes, nello stato di Minas Gerais, ecco però l’errore dell’impiegato dell’ufficio anagrafe, che saltò una “i” facendo diventare Edison, Edson Arantes do Nascimento.
Dopo pochi anni però il suo nome originale finì quasi nel dimenticatoio, visto che per tutti quel ragazzino prodigioso che viveva per il calcio divenne semplicemente Pelé.
Tutto accadde rapidamente, quando Edson era praticamente un bambino.
Oltre a giocare dappertutto e in ogni momento libero quando non doveva contribuire anche con lavori umilissimi a portare soldi a casa, quel ragazzino brasiliano non perdeva occasione per assistere alle partite.
Tra i suoi idoli c’era anche un portiere che si chiama “Bilé” e per il quale tifava in occasione dei match.
“Bilé, Bilé” urlava Edson a bordo campo e gli amici d’infanzia lo prendevano in giro.
Ecco allora che da quel nomignolo storpiato nacque il soprannome con cui tutto il mondo lo ha conosciuto. Ai microfoni della BBC, Raul Marçal da Silva uno dei suoi compagni dell’epoca ha ricordato:
“Non capivamo niente quando il portiere difendeva un pallone e lui diceva così. Nessuno sapeva chi fosse questo portiere. Quindi, con questo Bilé avanti e indietro, abbiamo iniziato a chiamarlo Pelé”.
Una situazione tutt’altro che gradita al futuro campione che si arrabbiava molto.
Proprio per fargli uno scherzoso dispetto, i suoi amici insistettero rendendolo poi di uso comune.
Infatti a parlare di questo è stato lo stesso Pelé a Globo TV:
“Pensavo fosse una cosa brutta. Tutti i ragazzi a scuola chiamavano ‘Pelé, Pelé’ e io litigavo con tutti. È così che ho ottenuto il soprannome Pelé, senza sapere perché. E oggi lo adoro, perché è un nome conosciuto in tutto il mondo“.
Incluso sempre nella classifica dei migliori calciatori della storia Pelè era, ed è ancora, il solo che potesse rivaleggiare per fama, popolarità e riconoscimento con Diego Armando Maradona.
Cercando di spulciare tra le curiosità di questo calciatore vediamo alcuni dei suoi record:
La storia di Pelè inizia davvero molto presto, a sedici anni, nel 1956 viene notato da Waldemar de Brito che gli procura un provino con il Santos.
Con la squadra debutterà tra i professionisti poco dopo e lo fece mettendo fin da subito le cose in chiaro ovvero segnando un gol alla sua prima partita da professionista.
Nel 1957, giovanissimo e dopo un solo anno tra i professionisti debutta in Nazionale e ancora sedicenne fu l’autore del gol del Brasile.
Proprio grazie alle partite di Pelè e alla sua presenza in campo la nazionale brasiliana diventa non solo uno spettacolo da vedere ma anche una delle nazionali più forti e viste del mondo ed è così che nel 1958 il giovanissimo calciatore viene soprannominato O Rei che tradotto può vuol dire il Re.
Un’altra curiosità su questo immenso giocatore?
Il suo primo mondiale è stato giocato nel 1958 ed è stato anche il suo primo mondiale vinto: gli viene dato anche un secondo soprannome quando contribuisce, nettamente, alla vittoria della sua squadra ed è Perla Nera
“Come giocatore è stato il massimo, però non ne ha saputo approfittare per far progredire il calcio. Lui pensava politicamente, pensava che sarebbe potuto diventare il presidente dei brasiliani… avrei preferito che si proponesse come me, per presiedere un’associazione in difesa dei diritti dei giocatori, che si occupasse di Garrincha e non lo lasciasse morire nell’indigenza, che lottasse contro le azioni dei potenti che ci limitano… Non voglio mettermi a confronto con lui, l’ho sempre detto e lo ripeto. E quando dico di mettermi a confronto con lui non parlo solo di questioni calcistiche… ho avuto molte opportunità di incontrarlo… era una questione di pelle, ci urtavamo troppo; ci vedevamo e partivano le scintille.” (cit. Diego Armando Maradona)
Ha giocato per oltre 18 anni nella stessa squadra ovvero il Santos e nel 1975 decide di concludere la carriera giocando alcuni anni in America, qui milita nei New York Cosmos e li porta a vincere nel 1977 la North American Soccer League.
È noto che si deve a lui se negli anni il calcio negli USA è diventato via via sempre più giocato, visto e tifato.
Negli ultimi anni la sua vita è stata funestata dal cancro al colon che purtroppo il 29 dicembre 2022 lo ha portato via al mondo intero.
Infine, nella sua vita privata Pelè è stato sposato 3 volte e ha avuto dalle sue compagne diversi figli.
Il calciatore ha inoltre dichiarato di aver avuto diverse relazioni extraconiugali e che alcune di queste hanno portato alla nascita di diversi figli, ha anche ammesso di non sapere con esattezza quanti figli avrebbe potuto avere.
“Il razzismo va combattuto, ma oggi il calcio è un mix di razze, religioni, colori. Credo che gli episodi che si vedono dipendano più dalla situazione politica ed economica. È un problema sociale, una protesta contro gli amministratori politici che poi si scatena in aggressività.”
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