Vittorio De Sica – Il padre del Cinema italiano 7 Luglio 2023 – Posted in: Biografie, Date storiche – Tags: #cinema, #curiosity, #fenomenologia, #parole, #好奇心, allgemeiner Spruch, argot, attore, Biografien, biographies, biographies of famous people Matematica, biography, common saying, curiosité, curiosities, curiosity meaning, dicton commun, did you know that, Italian, Italian language, Italien, Italienisch, italienische Sprache, italy words, Langue, langue italienne, lo sapevi che, math quiz, math tricks, mathematics, mots, neorealismo, Neugier, Oscar, Phänomenologie, Phänomenologie der Sprache, phénoménologie, phénoménologie du langage, saviez-vous que, Sprache, Vittorio De Sica, words, words in italian, Wörter, wusstest du das, अंक शास्त्र, आम कहावत, इटालियन भाषा, इतालवी, क्या आप जानते हैं, गणित की तरकीबें, गणित प्रश्नोत्तरी, घटना phenomenology, जिज्ञासा, जीवनी, पहेलियाँ, प्रश्न पूछना, बोलचाल की भाषा, भाषा की घटना विज्ञान phenomenology of language, भाषा: हिन्दी language, शब्दों, 你知道嗎 Curiosità, 俚語 Biografie, 傳記, 字 Modi di dire, 恆言 Slang, 意大利語, 意大利語 Italiano, 現象學 Fenomenologia della lingua, 語 Lingua italiana, 語言現象學 Linguaggio
Vittorio De Sica
(Sora 7 luglio 1901 – Neuilly-sur-Seine 13 novembre 1974)
“L’indignazione morale è in molti casi al 2 per cento morale, al 48 per cento indignazione, e al 50 per cento invidia.”
Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica, nasce a Sora, città del Lazio. È un misto di sangue del sud più passionale, infatti, il papà Umberto De Sica, era un funzionario di banca cagliaritano e la mamma, Teresa Manfredi, era casalinga napoletana. Passa l’infanzia a Napoli.
Inizia la sua carriera di attore quando non aveva ancora completato gli studi di ragioneria: nel 1917 prese parte al film muto, “Il processo Clemenceau”, dove interpreta un cameriere. Comincia, poi, a lavorare in maniera frequente a partire dal 1927, in particolare con il regista Mario Almirante.
Nel 1939 fa il salto dietro la cinepresa e, insieme a Giuseppe Amato, dirige il suo primo film “Rosse Scarlatte”, nel quale recita anche.
Neanche a dirlo la strada poi è tutta in discesa, Vittorio De Sica diventa il padre del cinema neorealista italiano: “Sciuscià” (1946), “Ladri di biciclette” (1948), “Miracolo a Milano” (1951) “Umberto D” (1952). I primi due ottengono l’Oscar come miglior film straniero e il Nastro d’argento per la migliore regia.
Nonostante Vittorio De Sica diventi il massimo rappresentate dell’arte e della bravura italiana nel mondo, alla presentazione di Sciuscià in un cinema milanese, venne accusato da uno spettatore presente in sala di rendere una cattiva immagine dell’Italia.
Questa pellicola ha un enorme valore storico, era la prima opera italiana a vincere un Oscar.
Nel 1960 arriva “La ciociara” tratto dal romanzo di Alberto Moravia, con una immensa interpretazione di Sophia Loren, che vincerà per quel ruolo il Nastro d’argento, il David di Donatello, la Palma d’oro al Festival di Cannes e il Premio Oscar per la miglior attrice.
Il sodalizio con l’attrice durerà negli anni, basti pensare a “Ieri, oggi e domani” “Matrimonio all’italiana”, nel 1964, che gli farà ottenere il suo terzo Oscar.
“Meglio rompere una promessa di matrimonio che un servizio di piatti dopo sposati.”
Vittorio De Sica si sposa la prima volta nel l’attrice torinese Giuditta Rissone, che aveva conosciuto dieci anni prima e dalla quale ebbe la figlia Emilia.
Nel 1942, perde la testa, sul set de “Un garibaldino al convento”, per l’attrice catalana María Mercader, con la quale andò subito a convivere.
Dopo diverse peripezie riuscì nel 1954 ad ottenere in Messico il divorzio dalla prima moglie. Nel 1959 sempre in Messico sposa María ma il matrimonio non venne riconosciuto dalla legge italiana; nel 1968, allora, ottenne la cittadinanza francese e si sposò con María Mercader a Parigi.
Da questa unione nascono Manuel (1949-2014), musicista, e Christian (1951) attore.
Vittorio De Sica dava un tale valore alla famiglia che per anni non seppe rinunciare a nessuna delle due famiglie e cercò di non trascurane nessuna anche se questo comportava doppi pranzi nelle feste e doppia fatica.
Un aneddoto curioso racconta che alla Vigilia e a Capodanno, regolasse l’orologio avanti di due ore in casa della Mercader per poter brindare alla mezzanotte.
La prima moglie si prestò a questo matrimonio di facciata pur di non togliere alla figlia. Fu proprio Emilia, che era al corrente della relazione clandestina del padre a prendere il telefono e chiamare Christian per dargli appuntamento e finalmente conoscersi.
“La Bibbia insegna ad amare i nemici come gli amici, probabilmente perché sono gli stessi.”
Era nota la sua grande passione per il gioco, che spesso gli fece perdere enormi quantità di denaro, ma che non nascose mai, anzi la trasportò in alcuni suoi film come “Il conte Max”, “Un italiano in America” o “L’oro di Napoli”.
Negli ultimi anni, oltre a vantare lavori con celebri attori stranieri come Peter Sellers e Shirley MacLaine, fa un’apparizione nel “Pinocchio” di Comencini ma, soprattutto, firma la regia di “Il giardino dei Finzi Contini”, del 1970. Film che racconta della persecuzione di una famiglia ebrea ferrarese durante il fascismo, quest’opera lo consacrerà come uno dei più grandi artisti di sempre con un ultimo Oscar e un Orso D’Oro a Berlino.
Vittorio De Sica muore a 73 anni, nel 1974, nei pressi di Parigi. Non supera un intervento chirurgico che si rivela necessario per il suo tumore ai polmoni. In quello nello stesso anno, Ettore Scola gli dedica il suo capolavoro “C’eravamo tanto amati”.
La fede comunista e le travagliate vicende matrimoniale non gli permisero di avere un funerale particolarmente fastoso. Viene sepolto nel cimitero monumentale del Verano a Roma.
De Sica sosteneva che nu cafone ‘e fora, come lui si definiva, può amare Napoli più di un napoletano e più volte pensò di prendere casa a Posillipo. Era amante dell’Isola d’Ischia e non perdeva mai occasione di trascorrere le vacanze lì; infatti, affermava che l’unico motivo per cui non si trasferiva definitivamente nell’isola del golfo di Napoli era che a Ischia non vi era alcun casinò.
Era un appassionato tifoso del Napoli e un ammiratore personale del calciatore Giuseppe Meazza.
A Napoli c’è una splendida via che porta il suo nome.
Ecco alcune curiosità su Vittorio De Sica:
- Durante la sua giovinezza, De Sica era un appassionato di motociclismo e partecipava a gare amatoriali. In seguito, ha utilizzato le sue abilità di guida in diverse scene di inseguimenti nei suoi film.
- Nonostante fosse amato dal pubblico italiano e internazionale, De Sica era noto per essere piuttosto timido e riservato nella vita privata. Preferiva trascorrere il suo tempo libero lontano dai riflettori.
- Nel 1950, De Sica fu invitato a Hollywood per recitare in un film di produzione americana. Tuttavia, decise di rifiutare l’offerta perché preferiva concentrarsi sulla sua carriera in Italia e sullo sviluppo del cinema neorealista.
- Durante la sua carriera di attore, De Sica era particolarmente abile nel recitare scene drammatiche che richiedevano una forte espressione emotiva. Era noto per la sua capacità di trasmettere intensità e profondità attraverso il suo sguardo e la sua gestualità.
- Nel 1967, De Sica fece una breve apparizione nel film britannico “Casino Royale”, una parodia di James Bond. Interpretò il ruolo di un generale dell’esercito sovietico.
- Oltre al cinema, De Sica aveva una passione per la musica. Era un abile suonatore di pianoforte e spesso si dilettava nel suonare durante le pause sul set.
- Dato il suo orientamento politico rifiutò la proposta di dirigere il film Don Camillo;
- Coniò il neologismo maggiorata fisica parlando di Gina Lollobrigida;
- Collaborò con Nino Manfredi solo nel film Lo chiameremo Andrea;
- Quanti film ha fatto Vittorio De Sica? Nel corso della sua carriera cinematografica, Vittorio De Sica ha recitato in quasi 160 film. Dopo l’esperienza nel cinema muto, partecipa al suo primo film sonoro, “La vecchia signora” (1932) di Amleto Palermi.
- Quali film di De Sica hanno vinto l’Oscar? Fu uno degli autori di maggiore rilievo della stagione neorealista del cinema italiano. Vinse l’Oscar per il migliore film straniero con Sciuscià (1948), Ladri di biciclette (1950) e Il giardino dei Finzi Contini (1972).
- Il film Il tetto del 1956 è considerato l’ultimo del neorealismo;
- La canzone napoletana: nel 1911, a causa di un’epidemia di colera, le autorità avevano proibito di mangiare i fichi: pur di procurarsene, anche perché costavano poco, la madre si faceva aiutare dal piccolo Vittorio durante gli acquisti dagli ambulanti. De Sica in questo caso fungeva da palo per dare l’allarme all’arrivo della legge. In un’occasione, quando si profilarono due carabinieri, l’artista intonò Torna a Surriento. Ai militi piacque e chiesero di continuare; De Sica si trovò così a interpretare tutto il repertorio napoletano a lui noto. Negli anni seguenti, divenuto attore, incise numerose versioni dei classici napoletani.
- Durante la sua carriera, De Sica ha lavorato con registi di fama internazionale, come Vittorio De Seta, René Clément e Roberto Rossellini. Collaborare con altri grandi registi ha contribuito a arricchire la sua prospettiva artistica e a consolidare il suo status come figura di spicco nel mondo del cinema.
- Nonostante il grande successo ottenuto nel corso degli anni, De Sica era umile e modesto. Era noto per il suo approccio umano e empatico nei confronti degli attori e delle persone con cui lavorava.
- Dopo la sua morte, è stata istituita la Fondazione Vittorio De Sica per preservare il suo patrimonio artistico e promuovere il cinema italiano. La fondazione organizza mostre, proiezioni e altre attività culturali in suo onore.
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