CURLING 9 Febbraio 2022 – Posted in: Lo Sapevi che, Parole – Tags: #curling #beijing2022 #sport #olimpiadi #pechino2022 #parole #sport #losapeviche #fenomenologiadelcurling #fenomenologia, #pietra #ghiaccio, #stefaniaconstantini #amosmosaner
CURLING – QUESTO SCONOSCIUTO
“Il Canada ha circa 2 milioni di tesserati nel Curling, gli USA circa 20.000, la Scozia 11.000, la Svezia 7.000, la Russia 6.000, e poi Cina, Svizzera, Norvegia, Danimarca, Giappone, Germania e Finlandia hanno tutte almeno 2000 tesserati. In Italia praticano il Curling 333 persone! Due di loro hanno appena vinto l’Oro alle Olimpiadi. Da imbattuti. Vincendo 11 partite su 11.
Stefania Constantini e Amos Mosaner hanno compiuto una delle più grandi imprese nella storia dello sport italiano.”Il curling, detto anche “bocce su ghiaccio”, è uno sport di squadra nel quale si gioca sul ghiaccio con pesanti pietre di granito levigate, dette semplicemente pietre (stone in inglese), dotate di un’impugnatura. I giocatori, suddivisi in due squadre, fanno scivolare queste pietre su un pavimento di ghiaccio verso un’area di destinazione, detta casa, contrassegnata da tre anelli concentrici.
Le due squadre, ognuna composta da quattro giocatori, lanciano a turno le pietre con un effetto detto roteare (curl in inglese), grazie al quale la pietra percorre una traiettoria curvilinea. Ogni squadra ha a disposizione otto lanci per ogni intervallo di gioco, detto end, in cui ogni giocatore lancia due pietre.
Lo scopo del gioco è di accumulare, nel corso della partita, un punteggio maggiore dell’avversario. I punti si calcolano in base al numero di stone più vicine al centro della casa alla conclusione di ogni mano. Una mano si completa quando entrambe le squadre hanno lanciato tutte le proprie pietre. Un gioco può essere costituito da dieci o da otto mani.
La traiettoria curvilinea può essere ulteriormente influenzata dall’azione delle scope da curling, che vengono usate per abradere la superficie del ghiaccio di fronte al sasso alterandone le caratteristiche.
Strategia e gioco di squadra determinano il percorso ideale e il posizionamento della pietra in ogni lancio; il compito della squadra è far sì che la pietra arrivi nel punto desiderato.
Per la strategia e la tattica applicata questo sport è soprannominato “scacchi sul ghiaccio”.
Origini e storia
Si presume che il curling sia stato inventato nella Scozia medievale. Il primo riferimento scritto di una gara con delle pietre sul ghiaccio proviene dai registri dell’Abbazia di Paisley, nel Renfrewshire, databile al febbraio del 1541. Due dipinti, entrambi datati 1565, di Pieter Bruegel il Vecchio, ritraggono dei contadini olandesi che praticano il curling. La Scozia e i Paesi Bassi avevano forti legami commerciali e culturali durante questo periodo, come è evidenziabile anche dalla storia del golf.
Un’altra prova dell’esistenza del curling in Scozia agli inizi del XVI secolo è una “stone“, sulla quale è incisa la data del 1511, scoperta insieme ad un’altra stone che porta la data 1551. La scoperta avvenne quando nella città scozzese di Dunblane venne prosciugato un vecchio stagno. Il Curling Club Kilsyth sostiene di essere il primo club di curling del mondo, essendo stato formalmente costituito nel 1716, ed essendo ancora attualmente attivo.
La città scozzese di Kilsyth, sostiene anche di possedere il più antico stagno artificiale appositamente costruito per il curling, per la precisione a Colzium. Questo stagno venne ricavato tramite la costruzione di una piccola diga che ha creato un bacino idrico poco profondo, di circa 100×250 metri ma ormai le condizioni climatiche necessarie per giocare a curling si verificano molto di rado, a causa degli inverni sempre più caldi.
La parola curling appare per la prima volta in una stampa del 1620 a Perth, nella prefazione in versi di una poesia di Henry Adamson. Il gioco era noto anche come “il gioco tuonante” a causa del suono che le stone producono scivolando sul pebble (gocce d’acqua applicate sulla superficie di gioco).
Nel passato le stone erano semplicemente sassi di fiume a fondo piatto, a volte dentellate o di forma irregolare. I giocatori, a differenza di oggi, avevano scarso controllo sul sasso, e si basavano più sulla fortuna che sull’abilità o sulla strategia.
Si narra che a Darvel, nello East Ayrshire, i tessitori si rilassassero giocando a curling. Le stone usate erano i pesi di pietra dei filatoi, dotati di un manico staccabile. Fra una partita e l’altra, più di una moglie teneva la maniglia in ottone del marito per le stone da curling, lucidata fino a brillare, sulla mensola del caminetto.
Il curling all’aperto era molto popolare in Scozia tra i secoli XVI e XIX, anche perché il clima rigido garantiva che il ghiaccio avesse lo spessore necessario per giocare. La Scozia è sede dell’organismo internazionale che disciplina il gioco del curling, la World Curling Federation con sede a Perth. La WCF è nata originariamente come organo del Royal Caledonian Curling Club, considerato il “club madre” del curling.
Oggi il gioco si è maggiormente affermato nell’ovest del Canada, importato dagli emigranti scozzesi. Il Royal Montréal Curling Club, fondato nel 1807, è il più antico club di questo sport ancora attivo in nord America.
Sempre da emigranti scozzesi, nel 1830, è stato fondato il primo club di curling negli Stati Uniti, mentre è stato introdotto in Svizzera e Svezia prima della fine del XIX secolo. Oggi il curling è praticato in tutta Europa e si è diffuso anche in Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Cina e Corea
Il primo campionato mondiale di curling maschile, conosciuto come “Scotch Cup”, si è tenuto a Falkirk e Edimburgo, in Scozia, nel 1959. Il primo titolo mondiale è stato vinto dal team canadese di Regina, nel Saskatchewan, “skippato”da Ernie Richardson.
Curling ai Giochi olimpici
Il curling è uno sport ufficiale dei Giochi Olimpici Invernali dall’edizione del 1998. Nel febbraio del 2002, il Comitato Olimpico Internazionale con effetto retroattivo ha decretato che la competizione disputata alle Olimpiadi invernali del 1924 sarebbe stata considerata disciplina olimpica ufficiale e non più evento dimostrativo. Così, le prime medaglie olimpiche di curling, che a quel tempo era chiamato Openair, sono state assegnate ai I Giochi olimpici invernali disputati a Chamonix. In quell’occasione la medaglia d’oro fu assegnata alla Gran Bretagna, due medaglie d’argento furono assegnate alla Svezia, e il bronzo alla Francia. Un torneo dimostrativo si è svolto nel 1932 anche durante i III Giochi olimpici invernali di Lake Placid, tra quattro squadre provenienti dal Canada e quattro squadre provenienti dagli Stati Uniti. In quell’occasione il Canada vinse dodici partite contro le quattro vittorie statunitensi.
Attrezzature
Campo da curling
La superficie di gioco del curling viene descritta dal regolamento di gioco della World Curling Federation. Il campo è una superficie ghiacciata preparata con cura per essere la più piatta e livellata possibile, di dimensioni comprese tra 146 e 150 piedi di lunghezza, da 45 a 46 metri circa, e 14,5 piedi di larghezza, 4,4 metri circa. Grazie alla forma allungata, più campi possono essere disposti fianco a fianco nella stessa area, consentendo lo svolgersi di più partite contemporaneamente.
La cosiddetta “casa”, ossia una serie di anelli concentrici, è segnata su ciascun’estremità del campo. La casa è composta da tre anelli concentrici dipinti di colore diverso l’uno dall’altro. Questi anelli sono conosciuti con il nome inglese corrispondente alla misura del loro diametro, perciò quello centrale (rosso) si chiama four-foot ring (anello da 4 piedi, pari a 1,21 metri), quello un po’ più grande (bianco) eight-foot ring (anello da 8 piedi, pari a 2,44 metri) ed infine quello più grande (blu) twelve-foot ring (anello da 12 piedi, pari a 3,66 metri). Gli anelli sono solo un aiuto visivo per prendere la mira e giudicare quale stone sia più vicina al centro, ma non influenzano il punteggio, anche se la stone deve toccare almeno il twelve-foot ring, altrimenti non fa punteggio (vedi punteggio qui sotto).
Ogni “casa” è centrata sull’intersezione della linea che divide per metà longitudinalmente il campo chiamata con il nome inglese di centerline (linea centrale), e una linea perpendicolare chiamata teeline, disegnata a 12 piedi (3,66 metri) dalle staffe. Queste linee suddividono le case in quarti.
Il centro di ogni casa, all’intersezione della centerline e della teeline, è noto come button. Due hogline (linea del maiale) sono disegnate perpendicolari alla centerline a 33 piedi (10,05 metri) dalle staffe.
La staffe sono fissate a 12 piedi (3,66 metri) dietro ogni button, una staffa (chiamata spesso con il termine inglese hack) è un supporto con il quale i giocatori si danno la spinta quando effettuano il tiro. Nei campi sono solitamente installate due staffe gommate fisse, una su ciascun lato della centerline, con il bordo interno distante non più di 3 pollici (circa 7,6 cm) dalla centerline e il cui bordo anteriore non deve oltrepassare la hackline (linea delle staffe). Può anche essere utilizzata una singola staffa, come solitamente avviene nel curling openair, in cui si usa una staffa mobile posta sulla centerline.
Il ghiaccio può essere naturale, ma è generalmente congelato da un impianto di refrigeramento a serpentina, che pompa una soluzione salina attraverso numerose tubazioni fissate longitudinalmente sul fondo di una superficie di acqua. La maggior parte delle strutture di curling ha un icemaker, ossia un addetto specializzato, il cui principale compito è quello di prendersi cura del ghiaccio. Ai principali campionati di curling la manutenzione del ghiaccio è estremamente importante. Grandi eventi, come il Tim Hortons Brier o altri campionati internazionali, sono in genere tenuti in un’arena che presenta una sfida per gli icemaker, che devono costantemente monitorare e regolare le temperature del ghiaccio e dell’aria, nonché i livelli di umidità dell’aria per garantire una superficie di gioco uniforme. È comune per ciascun campo di gioco avere molteplici sensori incorporati per monitorare la temperatura superficiale, così come sono comuni sensori per monitorare l’umidità. La superficie del ghiaccio viene mantenuta a una temperatura di circa -5 °C.
Una parte fondamentale della preparazione della superficie di gioco è lo spargimento di goccioline d’acqua sul ghiaccio, che formano, a causa del congelamento, una superficie grumosa. La superficie del ghiaccio assomiglia a una buccia d’arancia, e la pietra si muove al di sopra delle goccioline di ghiaccio.
Queste goccioline vengono chiamate pebble e influenzano la traiettoria e il curl della stone. L’ice maker deve essere anche consapevole della usura del pebble, poiché questo, consumandosi durante la partita, influisce sulle condizioni di gioco. Perciò il ghiaccio in genere deve essere raschiato al fine di riformare il pebble prima di ogni partita.
Stone da curling
La pietra da curling (a volte anche detta semplicemente sasso), come definito dalla World Curling Federation è un disco di pietra spessa del peso compreso tra 38 e 44 libbre (tra 17,24 e 19,96 kg circa) con una maniglia fissata alla parte superiore. La circonferenza massima ammissibile è di 36 pollici (circa 91,44 cm) e l’altezza minima consentita è di 4,5 pollici (circa 11,43 cm). Il manico è legato da un bullone che scorre verticalmente attraverso un foro al centro della pietra. La maniglia consente alla pietra di essere impugnata e ruotata durante il rilascio; su una superficie ghiacciata adeguatamente preparata il percorso della pietra curva (curl) nella direzione in cui il bordo anteriore della pietra stessa sta girando. Più la stone rallenta, più l’effetto del curl è marcato, per cui un tiro lento, “curverà” prima e maggiormente di un tiro più veloce. Le maniglie sono colorate per identificare le pietre di ciascuna squadra, i due colori più popolari nei tornei più importanti sono il rosso e giallo. L’unica parte della pietra a contatto con il ghiaccio è la “corona”, una stretta porzione del sasso fatta ad anello, di dimensioni comprese tra 0,5 e 0,25 pollici (da 1,27 a 0,635 cm) di spessore e di 5 pollici di diametro (circa 12,7 cm). I lati della pietra convergono verso il basso (verso la corona) e la parte interna della corona è concava e vuota per eliminare il ghiaccio.
Tradizionalmente, le pietre per il curling sono fatte di due tipi specifici di granito, chiamati “Blue Hone” e “Ailsa Craig Common Green“. Entrambi si trovano sull’isola di Ailsa Craig, un’isola al largo della costa scozzese dell’Ayrshire. Il “Blue Hone” ha un assorbimento di acqua molto basso, il che impedisce l’azione di congelamento e l’erosione della pietra mentre “l’Ailsa Craig Common Green” è un granito di qualità minore rispetto al “Blue Hone“. In passato, la maggior parte delle pietre di curling erano costituite da “Blue Hone“, tuttavia, essendo l’isola diventata una riserva della fauna selvatica, la cava è stata costretta a chiudere. Attualmente il granito per la produzione di pietre da curling viene dal nord del Galles. Questo granito si chiama “Trefor” ed è disponibile in tonalità, blu, grigio, rosso e marrone. La cava in Galles che fornisce il granito per la produzione di pietre da curling ha un’esclusiva con l’azienda canadese Canada Curling Stone Co., l’unica azienda produttrice mondiale di stone da curling. La cava gallese è una cava piena e attiva e non si prevede l’esaurimento di questo granito. La Canada Curling Stone Co. produce stone da curling dal 1992. Il costo di un sasso da curling del nuovo granito “Trefor” è di circa 600 dollari canadesi l’una.
La famiglia scozzese Kay ha fabbricato pietre da curling dal 1851 e possiede i diritti esclusivi del granito di Ailsa Craig, concessa dal Marchese di Ailsa, la cui famiglia è proprietaria dell’isola dal 1560. L’ultima estrazione di granito di Ailsa Craig, da parte della famiglia Kay, ha avuto luogo nel 2002. I Kay affermano di aver raccolto 1.500 tonnellate di granito, sufficienti a soddisfare gli ordini previsti almeno fino al 2020. La famiglia Kay è stata il produttore esclusivo di pietra da curling per tutti e tre i Giochi olimpici in cui il curling è stato sport ufficiale.
Recentemente è stato inventato un manico elettronico, conosciuto come occhio del maiale (dall’inglese eye on hog). Questa tecnologia può essere montata sulle pietre per rilevare le hog line violation, ovvero un fallo di gioco, causa più frequente delle contestazioni che avvengono durante il gioco. Questi manici rilevano elettronicamente se la mano del giocatore è in contatto con il manico stesso mentre la pietra passa la “hog line”. Il fallo è segnalato dalle luci alla base del manico. L’occhio del maiale elimina l’errore umano e la necessità di avere due arbitri sulle linee stesse. Questa tecnologia è obbligatoria in competizioni di alto livello nazionale e internazionale, ma il suo costo, intorno a 650$, ciascuno, la rende generalmente fuori dalla portata della maggior parte delle strutture.
Scopa da curling
La scopa da curling viene utilizzata per spazzare la superficie del ghiaccio lungo il percorso della pietra, (vedi anche spazzata), ed è spesso usata anche come sostegno durante il lancio della stone.
Inizialmente le scope erano fatte di saggina, pertanto simili alle scope per la casa. Oggi le scope dette “a pennello” hanno sostituito le tradizionali scope di saggina, ma sono universalmente note come scope. I pad sono la parte terminale delle scope a pennello e possono essere di stoffa, pelo animale o sintetico o di crine. I moderni manici delle scope da curling di solito sono tubi cavi di vetroresina o in fibra di carbonio. Questi nuovi manici sono più leggeri e più forti di quelli tradizionali di legno e permettono un più rapido spazzamento, consentendo inoltre di imprimere più forza verso la testa della scopa.
Scarpe
Le scarpe da curling sono simili a normali calzature sportive tranne per il fatto che le due suole sono diverse. Lo scivolo è la suola progettata per il piede che appunto scivola, mentre l’altra scarpa ha una suola progettata per non scivolare sul ghiaccio.
La suola della scarpa con lo scivolo è solitamente realizzata in Teflon, ma ne esistono in acciaio inox e in PVC di color “rosso mattone”. La maggior parte delle scarpe dispone di una suola dotata di scivolo, ma esistono delle suolette-scivoli applicabili sotto la calzatura, a contatto con il ghiaccio, e fissate alle scarpe tramite lacci o elastici. Alcune scarpe hanno scivoli composti da due dischi di piccole dimensioni che coprono la porzione anteriore della suola e il tallone.
Quando un giocatore non sta tirando, lo scivolo del giocatore può essere temporaneamente reso non scivoloso utilizzando una “barca”, ossia una suola applicabile sopra la scarpa.
La scarpa che non deve scivolare è progettata per fare aderenza. Può possedere una normale suola da scarpa sportiva o uno speciale strato di materiale gommoso applicato alla suola, con uno spessore pari a quello dello scivolo. La punta della scarpa può anche avere un rivestimento in gomma sulla superficie superiore o un lembo che sovrasta la punta. Questo riduce l’usura e l’attrito sulla parte superiore della scarpa durante il tiro.
(Fonte Wikipedia)