IL LOTTATORE DI SUMO 16 Febbraio 2024 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: #Sumo #TradizioneGiapponese #AllenamentoSumo #DietaSumo #CulturaGiapponese #SportGiappone #VitaRikishi #DeclinoSumo, allenamento sumo, cultura giapponese, declino del sumo, dieta sumo, lottatori di sumo, sport in Giappone, tradizione giapponese
La Vita Segreta dei Lottatori di Sumo: Tradizione, Allenamento e Sfide Contemporanee
Il mondo del sumo, l’antica arte marziale giapponese, rimane avvolto in un aura di mistero e fascino.
Questo articolo esplora la giornata tipo di un lottatore di sumo, immergendosi nelle sue tradizioni, nella rigida routine di allenamento, nella dieta specifica e nei riposi essenziali, affrontando anche le sfide che questo sport sta incontrando nell’era moderna.
Una Tradizione Centenaria
Il sumo( sumō, lett. “strattonarsi”) è una forma di lotta (combattimento corpo a corpo) nella quale due sfidanti si affrontano con lo scopo di atterrare o estromettere l’avversario dalla zona di combattimento detta dohyō. È inoltre lo sport nazionale del Giappone.
Il sumo, con le sue radici che affondano nella storia giapponese, non è solo uno sport ma un vero e proprio rituale. I lottatori di sumo, o “rikishi”, seguono un codice di vita (way of life) che richiede dedizione totale.
Le origini del sumo risalgono agli inizi del VI secolo, sviluppatosi dalle radici degli antichi riti religiosi shintoisti e dalle preghiere in richiesta di raccolti abbondanti. Lo sport in principio era più ruvido rispetto alla versione moderna, con la presenza di elementi di combattimento simili alla boxe e al wrestling. I primi gruppi professionistici cominciarono a formarsi nei primi del 1600.
I lottatori sono organizzati in una graduatoria generale detta banzuke secondo principi di capacità e forza e non in categorie di peso.
Caratteristica distintiva dei lottatori di sumo è l’indossare quale capo di abbigliamento un particolare perizoma detto mawashi e acconciare i loro capelli con una particolare crocchia detta oi-cho mage.
I praticanti di sumo possono anche essere chiamati sumotori ma diventano noti come rikishi quando diventano professionisti.
Le categorie del sumo sono molteplici e partono dalla divisione minore, jonokuchi, per poi passare rispettivamente a jonidan, sandanme, makushita, juryo e makuuchi. Nello specifico sono chiamati makushita-tsukedashi quei lottatori di sumo (rikishi) che invece di cominciare il loro percorso professionale dal rango più basso (jonokuchi) vengono immediatamente proposti nella terza divisione (makushita) come novità.
La Routine Quotidiana
La giornata di un rikishi inizia presto, spesso prima dell’alba, con sessioni di allenamento estenuanti che durano fino a mezzogiorno. Questi allenamenti, noti come “keiko”, sono il cuore pulsante della vita di un lottatore e comprendono una serie di esercizi che vanno dai combattimenti di pratica, chiamati “butsukari-geiko”, agli esercizi di forza e flessibilità.
La Dieta del Lottatore
Dopo l’allenamento, segue la parte cruciale della giornata dedicata al recupero e all’ingestione di calorie: il pranzo. La dieta di un sumotori è centrale nella sua routine e si basa su un piatto chiamato “chanko-nabe”, uno stufato ricco di proteine con carne, pesce, e verdure.
Questo pasto non solo aiuta a ricostruire i muscoli ma contribuisce anche all’incremento ponderale necessario per competere nel sumo.
Riposo e Recupero
Il pomeriggio è dedicato al riposo, con lunghi sonnellini che aiutano i lottatori a recuperare dall’allenamento mattutino e a favorire l’aumento di peso, parte strategica della loro preparazione.
Il Declino Contemporaneo
Nonostante il profondo rispetto per le tradizioni, il sumo sta affrontando sfide nel mondo moderno, tra cui una diminuzione del numero di giovani giapponesi disposti a intraprendere questa dura vita e un calo di interesse generale nel pubblico.
Conclusioni
Il sumo rimane un elemento fondamentale della cultura giapponese, un ponte tra passato e presente. Comprendere la vita di un lottatore di sumo ci offre uno sguardo unico su un’arte che è tanto sport quanto espressione di dedizione, tradizione e spirito di perseveranza.
Altre Curiosità
Regole
Lo scopo dell’incontro è atterrare l’avversario o spingerlo fuori dal dohyō.
All’inizio dell’incontro i due yobidashi (responsabili della chiamata) chiamano ognuno uno dei quattro lottatori seduti attorno al dohyō, i cui posti vengono presi da altri due rikishi, se è previsto più di un altro incontro. Dopo che i lottatori sono stati chiamati dagli yobidashi, il gyōji (arbitro) ne annuncia i nomi.
I lottatori compiono i rituali previsti, si posizionano dietro alle linee e colpiscono il suolo con entrambe le mani. In questo momento l’arbitro deve stare particolarmente attento, perché appena entrambe le mani dei contendenti sono a contatto col suolo, sono autorizzati a scattare (tachi-ai) e l’arbitro è incaricato di frapporre la mano tra i due se la partenza non è corretta.
Quando uno dei due rikishi tocca l’esterno dell’anello o tocca il suolo con una parte del corpo diversa dalla pianta dei piedi, l’arbitro decreta il vincitore.
Nel caso in cui la decisione dell’arbitro sia ritenuta errata da uno degli shinpan (giudici), questi deve alzare la mano e i cinque shinpan si riuniscono sull’arena (mono-ii) per prendere una decisione.
Il capo shinpan sarà in contatto con la sala video, dove altri due shinpan tenteranno di aiutare nella decisione, che potrà essere gunbai-dori (conferma della decisione del gyōji), gunbai-sashichigai (inversione della decisione del gyōji) o torinaoshi (ripetizione dell’incontro).
Divieti
È vietato, durante un combattimento:
- Colpire con la mano a pugno;
- Infierire con le dita negli occhi;
- Tirare i capelli;
- Colpire i genitali;
- Colpire contemporaneamente le orecchie con i palmi delle mani;
- Tirare calci al petto e/o all’addome;
- Piegare all’indietro le dita.
- Perdere il Mawashi e rimanere completamente nudi sul dohyō durante un incontro ufficiale, pena la squalifica immediata.
Quest’ultimo divieto fu introdotto nel 1913 per adeguare il Sumo alla morale cristiana occidentale riguardo alla nudità.
La necessità di istituire tale regola fa presumere che prima del 1913 avvenissero anche combattimenti tra lottatori totalmente nudi.
Il sumo rituale
Il sumo, oltre che sport di combattimento, è considerato essere una vera e propria forma d’arte.
I principali riti
I riti principali relativi al sumo sono:
Lo Shiko
Lo shiko è un movimento particolare nel quale un rikishi si posiziona a gambe larghe con le ginocchia piegate e, alternativamente, solleva le gambe in aria cadendo poi con leggerezza. Tale movimento ha finalità ginniche di stretching ed anche rituali per allontanare demoni e intimorire l’avversario.
Lo Yokozuna dohyohiri
La giornata di combattimenti non può avere inizio prima dell’ingresso ufficiale dello yokozuna e dell’esecuzione di movimenti tradizionali che vedono il grande leader del banzuke compiere il rituale propiziatorio.
Il Makuuchi dohyohiri
Tutti i rikishi della categoria dei Makuuchi all’inizio della giornata di combattimento salgono sul dohyō e si presentano al pubblico. La presentazione prevede un cerimoniale fatto di movimenti tradizionali con le braccia e di scaramantici movimenti con un particolare grembiule detto kensho mawashi colorato con i simboli rappresentanti il rikishi.
Il lancio del sale
Prima di ogni incontro, i rikishi raccolgono da un apposito contenitore una manciata di sale e la lanciano sul dohyō. Tale gesto è propiziatorio e ben augurante finalizzato a proteggere i rikishi da sfortunati scontri, ferite, infortuni e cadute.