LA LUMACA CONO 2 Aprile 2021 – Posted in: Lo Sapevi che
Qual è l’animale più pericoloso di cui nessuno parla?
La lumaca cono, detta anche lumaca di mare assassina!
Guarda questo bellissimo guscio, ricoperto da motivi graziosi! Non vorresti raccoglierlo?
Se lo fai, sei morto. Hanno una lingua velenosa e pungente che si estende abbastanza lontano da poterti colpire, non importa da quale parte la tieni in mano.
Alcuni milionesimi di litro di tossina di questa chiocciola sono così potenti da uccidere fino a 10 persone.
La cosa peggiore? Il pungiglione contiene antidolorifici potentissimi e quindi non ti accorgerai nemmeno di essere stato punto.
Fortunatamente non si registrano molte persone uccise … circa 30 all’anno. Spero tu non gli passi mai vicino.
Ci sono oltre 500 specie di chiocciole a cono e la maggior parte non sono mortali per l’uomo … solo una decina.
E la chiocciola cono geografico? Ha un complesso cocktail formato da oltre 100 tossine e non esistono antidoti.
Il meglio che i soccorritori possono fare è tenerti in vita in ospedale (se ce la fai ad arrivarci, entro 15 minuti) finché i veleni non si saranno fatti strada nel tuo corpo.
Cono geografico:
Aggiunte del Traduttore:
Questi molluschi sono diffusi nel Mar Rosso al largo delle isole Chagos, nell’Oceano Indiano e nei mari del Madagascar, Mauritius, Mozambico e Tanzania. Si trovano anche nella zona indo-pacifica ed in Australia.
Nonostante siano molto lente riescono a catturare le prede proprio grazie a queste sostanze che iniettano attraverso una specie di arpione e, cosa incredibile, riescono a controllare quale combinazione di veleno utilizzare e per quale scopo: caccia o difesa.
Un gruppo di ricercatori austriaci ed australiani ha scoperto che le conotossine sono analgesici molto più potenti della morfina.
Il principio attivo della lumaca cono è 1.000 volte più potente della morfina e non da alcun segno di dipendenza.
Attualmente la conotossina (Prialt®) è già nota e viene iniettata nel midollo spinale allo scopo di alleviare il dolore cronico ma questa nuova ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulle riviste Chemical Reviews e Australian Journal of Chemistry, potrebbe portare allo sviluppo di una nuova terapia del dolore.
(Fonte Web Paolo Fiaschi traduzione su testo di Emily Travisano)