L’Antica Pratica Votiva degli Egizi: Tra Oscenità e Sacralità 19 Giugno 2024 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: #egitto, ancient, anticoegitto, egypt, faraone, faraoni, pratiche, praticheoscene
La fertilità come fondamento dell’ordine cosmico nell’antica religione egizia
Gli Antichi Egizi erano una civiltà profondamente spirituale e creazionista, con una vasta gamma di pratiche religiose che riflettevano le loro credenze nel divino e nell’ordine cosmico.
Una delle pratiche più sorprendenti, e per alcuni forse oscena, era legata alla venerazione di Atum, uno degli dei creatori più importanti della mitologia egizia.
La Creazione di Atum: Un Atto Divino
Atum era considerato il dio primordiale che, secondo la mitologia, creò i primi esseri viventi attraverso atti di masturbazione ed espettorazione. Da questi atti nacquero Shu e Tefnet, divinità dell’aria e dell’umidità.
Questa narrazione della creazione sottolineava l’importanza della fertilità e del potere generativo, elementi centrali nella religione e nella cultura egizia.
Il Rituale della Masturbazione del Faraone
In questo contesto, il faraone, venerato come un dio in terra, aveva il compito di replicare i gesti creativi di Atum per garantire la continuità della fertilità e dell’ordine cosmico.
Durante cerimonie particolari, il faraone si recava sulle rive del Nilo, si denudava e compiva un atto di masturbazione, eiaculando nelle acque del fiume sacro.
Questo rituale aveva un significato profondo: l’atto del faraone non era solo un gesto simbolico, ma un vero e proprio mezzo per trasferire il potere rigenerativo del dio alla terra e al popolo. Il Nilo, fonte di vita e fertilità per l’Egitto, diventava così il veicolo della benedizione divina.
La Partecipazione del Popolo
La devozione degli Egizi verso i loro sovrani e le loro divinità era tale che molti sudditi seguivano l’esempio del faraone, compiendo lo stesso rituale sulle rive del Nilo.
Questo atto collettivo di fertilizzazione era visto come un modo per garantire l’abbondanza dei raccolti e la prosperità della nazione. I partecipanti osservavano con attenzione il flusso del seme nelle acque, interpretandolo come un segno favorevole per la continuità del ciclo vitale e l’ordine dell’universo.
Curiosità e Aneddoti
Un aneddoto interessante riguarda il faraone Pepi II, uno degli ultimi sovrani della VI dinastia. Si dice che durante uno di questi rituali, un coccodrillo apparve improvvisamente nel Nilo, interrompendo la cerimonia.
I sacerdoti interpretarono l’evento come un segno di disapprovazione divina e il rito fu sospeso per quell’anno. Questo episodio sottolinea quanto seriamente fossero prese queste pratiche e quanto fossero intrecciate con le credenze e i presagi religiosi.
Il Significato Contemporaneo
Oggi, queste pratiche possono sembrare bizzarre o oscene, ma per gli Antichi Egizi erano parte integrante di un complesso sistema religioso che vedeva nella fertilità e nella rigenerazione elementi essenziali per la sopravvivenza e il benessere della società.
Comprendere questi rituali ci aiuta a cogliere delle tradizioni che formavano la vita quotidiana e spirituale degli Antichi Egizi.
La Fertilità come Fondamento dell’Ordine Cosmico
La centralità della fertilità nella religione egizia non si limitava ai rituali del faraone. La stessa struttura del calendario agricolo egiziano era profondamente influenzata dalle inondazioni del Nilo, che portavano il limo fertile indispensabile per l’agricoltura.
Gli Egizi vedevano queste inondazioni come manifestazioni della benevolenza divina e segni tangibili dell’equilibrio cosmico.
Altri Riti di Fertilità
Oltre al rituale del faraone, esistevano numerose altre pratiche votive legate alla fertilità. Ad esempio, il culto di Osiride, dio della resurrezione e della fertilità, includeva cerimonie in cui si seminavano figure di Osiride fatte di terra e semi.
Questi “Osiride di grano” germogliavano durante le celebrazioni, simboleggiando la rinascita e la rigenerazione.
Il Tempio di Karnak e le Processioni Solari
Un altro esempio interessante è il tempio di Karnak, uno dei più grandi complessi religiosi dell’antico Egitto. Durante il festival di Opet, la statua del dio Amon-Ra veniva portata in processione dal tempio di Karnak al tempio di Luxor, lungo il Nilo.
Questo festival, che durava circa ventisette giorni, era un’occasione per rinnovare il potere divino del faraone e garantire la fertilità del regno.
Interpretazioni Moderne
Gli studiosi moderni vedono questi riti non solo come espressioni religiose ma anche come strumenti di coesione sociale e controllo politico. La partecipazione del popolo ai riti del faraone rafforzava il legame tra il sovrano e i sudditi, consolidando l’autorità del faraone come intermediario tra gli dei e gli uomini.
La Persistenza delle Tradizioni
Molti aspetti delle antiche pratiche religiose egizie hanno influenzato le successive religioni e culture del Mediterraneo. Ad esempio, alcuni studiosi vedono paralleli tra i riti di fertilità egiziani e le celebrazioni greche di Demetra, dea della fertilità e del raccolto.
Conclusione
Le pratiche votive degli Antichi Egizi, per quanto possano apparire oscene ai nostri occhi moderni, erano profondamente radicate in una visione del mondo in cui la fertilità, la rigenerazione e l’ordine cosmico erano interconnessi.
Questi rituali, lungi dall’essere meri atti simbolici, erano visti come essenziali per il benessere della società e la continuazione dell’ordine universale.
Esplorare questi aspetti della religione egizia ci permette di comprendere meglio una delle civiltà più affascinanti e complesse della storia antica, rivelando una cultura in cui il sacro e il profano si intrecciavano in modi profondamente significativi.
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