Lepa Radić: la 17enne che sfidò i nazisti 24 Febbraio 2025 – Posted in: Biografie, Lo Sapevi che – Tags: , , , , , ,

Lepa Radić: la 17enne che sfidò i nazisti

Nel freddo febbraio del 1943, una giovane ragazza di appena 17 anni affrontava con straordinario coraggio il patibolo nazista a Bosanska Krupa.

Il suo nome era Lepa Radić, e la sua storia rappresenta uno dei più toccanti esempi di resistenza giovanile durante la Seconda Guerra Mondiale.

Gli anni della formazione

Nel piccolo villaggio di Gašnica, il 19 dicembre 1925, nacque una bambina destinata a diventare un simbolo di resistenza.

Lepa Radić, già durante i suoi primi anni di studio presso la scuola elementare di Bistrica, mostrava una particolare brillantezza intellettuale.

La sua formazione proseguì alla Scuola per l’artigianato femminile di Bosanska Krupa, dove si distinse non solo per la sua dedizione allo studio ma anche per una profonda passione per la letteratura.

Fu suo zio Vladeta Radić, figura chiave del movimento operaio locale, a plasmare la sua coscienza politica.

Sotto la sua influenza, la giovane Lepa sviluppò una forte consapevolezza sociale che la portò, a soli 15 anni, a compiere una scelta straordinaria: l’adesione alla Lega della Gioventù Comunista di Jugoslavia (SKOJ) e successivamente al Partito Comunista nel 1941.

La svolta della guerra

L’invasione della Jugoslavia da parte delle potenze dell’Asse, il 10 aprile 1941, segnò una drammatica svolta. Le forze occupanti instaurarono lo Stato Indipendente di Croazia, un regime fantoccio che estese il suo controllo anche su Bosanska Gradiška.

Il novembre dello stesso anno vide l’arresto di Lepa e della sua famiglia da parte degli Ustascia, l’organizzazione fascista croata.

La storia avrebbe potuto finire qui, ma il 23 dicembre 1941, grazie all’intervento di alcuni partigiani infiltrati, Lepa e sua sorella Dara riuscirono a fuggire dal carcere. Invece di cercare un rifugio sicuro, Lepa scelse immediatamente di unirsi alla lotta, arruolandosi nella 7ª compagnia del 2° Distacco Krajiski.

L’eroica missione finale

Nel febbraio del 1943, durante la cruciale battaglia della Neretva, Lepa assunse un ruolo fondamentale nel trasporto dei feriti verso un rifugio sicuro a Grmech.

Fu durante questa missione umanitaria che cadde nelle mani della 7. SS-Freiwilligen-Gebirgs-Division “Prinz Eugen”. Trasferita a Bosanska Krupa, affrontò giorni di torture brutali, ma non cedette mai alle pressioni dei suoi aguzzini.

Gli ultimi momenti di coraggio

Sul patibolo, i soldati tedeschi le offrirono una possibilità di salvezza in cambio dei nomi dei leader partigiani.

Impiccagione di Lepa Radić, febbraio 1943

La sua risposta entrò nella storia:

“Non sono una traditrice del mio popolo. Coloro di cui mi chiedete, si riveleranno quando riusciranno a spazzare via tutti voi malfattori, fino all’ultimo uomo.”

Le sue ultime parole, gridate con il cappio al collo, furono un inno alla libertà:

“Lunga vita al Partito Comunista e ai partigiani! Combattete, gente, per la vostra libertà! Non arrendetevi ai malfattori! Sarò uccisa, ma c’è chi mi vendicherà!”

Il riconoscimento postumo

L’8 febbraio 1943, a soli 17 anni, Lepa Radić venne giustiziata pubblicamente. Il suo sacrificio non fu dimenticato: il 20 dicembre 1951, le venne conferito postumo l’Ordine dell’Eroe popolare, diventando la più giovane persona a ricevere questo prestigioso riconoscimento per il suo ruolo nella resistenza contro le potenze dell’Asse.

Il lascito di Lepa Radić

La storia di Lepa Radić continua a vivere come testimonianza del coraggio giovanile di fronte all’oppressione.

Il suo sacrificio rappresenta non solo un esempio di resistenza antifascista, ma anche un simbolo della forza e della determinazione femminile in uno dei periodi più bui della storia europea.

La sua breve ma intensa vita ci ricorda che l’età non è una barriera quando si tratta di difendere i propri ideali e la libertà del proprio popolo.

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