Merry Christmas 26 Dicembre 2023 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: #curiosity, allgemeiner Spruch, argot, Biografien, biographies, common saying, curiosité, dicton commun, did you know that, Italian, Italian language, Italien, Italienisch, italienische Sprache, Langue, langue italienne, lo sapevi che, mots, Neugier, Phänomenologie, Phänomenologie der Sprache, phénoménologie, phénoménologie du langage, saviez-vous que, Sprache, words, Wörter, wusstest du das, आम कहावत, इटालियन भाषा, इतालवी, क्या आप जानते हैं, घटना phenomenology, जिज्ञासा, जीवनी, बोलचाल की भाषा, भाषा की घटना विज्ञान phenomenology of language, भाषा: हिन्दी language, शब्दों, 你知道嗎 Curiosità, 俚語 Biografie, 傳記, 好奇心 fenomenologia, 字 Modi di dire, 恆言 Slang, 意大利語 Italiano, 意大利語 Parole, 現象學 Fenomenologia della lingua, 語 Lingua italiana, 語言現象學 Linguaggio
Merry Christmas – Una formula nota
“Onorerò il Natale nel mio cuore, e cercherò di conservarmi in questo stato d’ animo per tutto l’anno.” (cit. Charles Dickens)
Tutti conosciamo la magica formula del Natale, “Merry Christmas” è ormai entrata nella vita di tutti noi, anche in Italia, ed è un modo unico di augurarsi buone e gioiose feste di Natale.
Dietro questo modo di dire però vi è una curiosità tutta da scoprire!
Perché si dice “Merry Christmas” e non “Happy Christmas”?
Vi è un lungo viaggio nella storia da intraprendere.
Questo articolo è pensato proprio per rispondere alla domanda e fare di noi tutti delle persone con un po’ di conoscenza in più, magari da spendere lungo gli interminabili cenoni di Natale per fare bella figura.
Iniziamo con il dire che sebbene tutti associno questo modo di dire agli Statu Uniti è interessante sapere che non è qui che nasce e si diffonde ma nel Regno Unito dove “merry” poteva essere tradotto come “piacevole” e non come felice.
Solo successivamente e negli ultimi anni è stato utilizzato principalmente in Nord America.
L’inizio della storia possiamo collocarla nel 1500, è durante questo periodo che inizia a diffondersi in Inghilterra questo modo di dire per augurarsi un buon Natale.
Sebbene fosse così, veniva utilizzato sporadicamente ed è stato trovato solo all’interno di pochi carteggi.
È straordinario, invece, scoprire come fu proprio Charles Dickens a rendere questa formula immortale!
Nel 1843, il celebre scrittore da vita al “Canto di Natale” che tutti conosciamo.
È stato il suo uso di Merry Christmas a cambiarne per sempre il senso e la popolarità associata a una delle storie più conosciute, lette, e narrate del mondo.
Ecco che in un attimo l’aggettivo “merry” passa da un semplice “piacevole” a una connotazione gioiosa e felice.
Ecco da dove trae origine il modo di dire che in tutto il mondo soppianta il felice Natale o il buon Natale.
Un’altra coincidenza, che forse coincidenza non fu, e che contribuì a rendere il termine di uso comune.
In concomitanza con l’uscita del Canto di Natale di Dickens, sempre nel 1843, venne stampato il primo biglietto di auguri per Natale e la frase che conteneva al suo interno era “A merry Christmas and happy new year to you”.
In un attimo l’aggettivo “merry”, dapprima poco utilizzato, viene associato esclusivamente alla formula di Natale e diventa di uso comune.
Si sente sempre di più sulle bocche di tutti ed è sempre più associato a un clima festoso.
Nonostante questo, riprendendo un suo vecchio significato medievale, le classi più elevate della società provano a dargli una connotazione negativa.
Questo perché? Perché in alcune versioni della Bibbia e in alcune iscrizioni sacre l’aggettivo era usato come sinonimo per gli stati di ubriachezza.
Ecco per qualche anno Merry Christmas finì per indicare i festeggiamenti un po’ brilli e sfrenati del ceto medio basso.
Eppure, sebbene l’eccezione volesse essere negativa, durò solo pochissimo tempo prima che merry Christmas divenisse il termine unico di paragone per augurarsi un felice e divertente Natale in tutto il mondo con la giusta connotazione!
Proprio come la intendiamo tutti noi.
“Nel corso del nostro anno triste e razionale, sopravvive una sola festività tra le antiche e allegre ricorrenze un tempo diffuse in tutto il mondo.” (cit. Gilbert Keith Chesterton)
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