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PANGOLINO - UN ANIMALETTO PER UN GRANDE CONTRABBANDO

PANGOLINO – UN ANIMALETTO PER UN GRANDE CONTRABBANDO 29 Settembre 2021 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags:

Povero pangolino, riprende quota il contrabbando. Un business da 100 miliardi all’anno!

Pangolino s. m. [dall’ingl. o fr. pangolin, adattam. del malese panggoling o penggoling, propr. «colui che si arrotola»]. – Nome dei mammiferi folidoti della famiglia manidi, diffusi in Africa, India, Cina, isole della Sonda: hanno testa piccola, zampe brevi e robuste, e sono rivestiti, lungo la regione dorsale, la lunga coda e il lato esterno degli arti, di squame cornee dure, taglienti ai margini, disposte in 11 file embricate e mobili, di colore da giallastro a bruno; mancano di denti e hanno una lingua lunga (fino a 25 cm) ed estroflettibile, umida e vischiosa per una sostanza secreta dalle ghiandole salivari, utilizzata per catturare formiche, termiti e altri insetti di cui si nutrono (Fonte Treccani).

Foresta a Sibolangit, nel nord di Sumatra, in Indonesia. Un pangolino rilasciato in natura dopo essere stato sequestrato nel corso di una operazione contro il commercio illegale. NurPhoto/NurPhoto via Getty Images
Declino della biodiversità, estinzione di specie, maltrattamento degli animali e l’aumento esponenziale del rischio di nuove malattie zoonotiche (come il Covid) tra i danni del commercio illegale, che è stato solo rallentato da pandemia e lockdown, avverte l’Unodc.
Il commercio di specie animali e vegetali selvatiche è uno dei più importanti business illegali sul Pianeta, insieme al traffico di esseri umani, di droga e di armi. Viene effettuato da organizzati network criminali che hanno una lunga esperienza e conoscono tutti i metodi per limitare i rischi di questa lucrosa attività.
Il suo valore è di circa 23 miliardi di dollari per anno ma l’economia va calcolata anche in base alle perdite che provoca. Il contrabbando porta a un declino della biodiversità, porta alcune specie all’estinzione, maltratta gli animali e porta a incrementare la povertà e le diseguaglianze nell’uomo, facilitando anche i conflitti. 70 miliardi di dollari per anno vengono persi a causa dei danni alle risorse naturali, 12 miliardi di dollari per anno sono le mancate entrate fiscali.

La pandemia ha imposto una drastica riduzione a causa della chiusura delle frontiere e all’aumento dei controlli. Le autorità che operano nell’Asia sud orientale, una delle regioni dove c’è maggiore attività, hanno però già notato segnali di ripresa.

La domanda per questo tipo di prodotti è effettivamente diminuita perché molte persone si sono rese conto che questo tipo di prodotti possono veicolare le zoonosi. La Cina ha imposto un bando al consumo di carni selvatiche e al commercio di alcuni animali, mentre il Vietnam nel luglio scorso ha rinforzato le leggi antri contrabbando. Ma si è trattato probabilmente solo di una sosta temporanea e ora gli esperti temono che il mercato stia tornando pari a prima. L’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni Unite che si occupa di droga e prevenzione del crimine, in un rapporto che uscirà nei prossimi giorni ha segnalato che si tratta di un processo che sta evolvendo lentamente, ma in modo inarrestabile. Durante quest’anno ai confini tra Vietnam e Cina sono ripresi gli scambi relativi alle scaglie di pangolino.

In realtà il contrabbando non si è mai del tutto fermato neppure durante i più stretti lockdown. Nei Paesi lungo il fiume Mekong, Myammar, Thailandia, Laos e Cina, i prodotti sono stati immagazzinati in attesa di tempi migliori. È aumentata anche la caccia di sussistenza, perché molta gente ha perso il lavoro ed è tornata a vivere nelle foreste. Le autorità dunque devono muoversi velocemente per evitare che il giro di affari riprenda una volta che tutto tornerà come prima.
Molti di queste merci vengono ritenute medicamenti essenziali per la medicina tradizionale dell’area. Le scaglie di pangolino si pensa migliorino la circolazione e combattano le infezioni, la bile dell’orso curerebbe febbre e fegato, il corno di rinoceronte si crede sia un detossificante, anticancerogeno e afrodisiaco. Sono però invece un problema sia per gli animali sia per l’uomo.

Nel precedente World Wildlife Crime Report del 2020 l’Unodc avvertiva che il commercio illegale degli animali è il modo più facile di garantire la trasmissione di malattie zoonotiche, quelle causate da patogeni che saltano da una specie all’altra. Le zoonosi rappresentano il 75% delle nuove infezioni. L’indagine effettuata ha indicato che circa 6 mila specie sono state oggetto di predazione, inclusi mammiferi, rettili, coralli, uccelli e pesci.

Non è però un affare basato su grandi numeri, ma piuttosto su una cospicua composizione di tanti piccoli pezzi che formano una rete allargata e diffusa. E non c’è un unico responsabile. Nessuna specie corrisponde a più del 5% del volume di affari, nessun Paese può essere considerato come la sorgente principale perché nessuno corrisponde a più del 9% del totale delle spedizioni sequestrate. I trafficanti appartengono a 150 nazionalità diverse.

I prodotti più ricercati, oltre al pangolino e al corno di rinoceronte, sono palissandro, avorio, rettili vivi, grandi felini e anguille europee, una specie protetta. Lo studio del 2020 notava anche che la domanda per avorio e corno era in declino, mentre stava crescendo quella per legni tropicali come il palissandro e per le tigri, le cui ossa vengono credute un anti infiammatorio.

I trafficanti per altro, tra poco non avranno neppure più bisogno di attraversare frontiere. A causa del Covid, ma era una fenomeno che stava crescendo già negli ultimi anni, c’è stata una notevole espansione del settore digitale. I rettili vivi e le ossa di tigre sono già passate alle piattaforme digitali e grazie alle app di messaggi criptati i venditori si sono potuti mettere in contatto con nuovi acquirenti in tutta sicurezza. In questo campo controlli e leggi sono ancora purtroppo poco efficaci.

(Fonte http://bit.ly/3ijXVhl )

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