RAMADAM: che cos’è e perché i musulmani devono osservarlo 14 Aprile 2021 – Posted in: Lo Sapevi che
Il 12 aprile siamo entrati nel Ramadan, periodo sacro per gli islamici, con radici antiche e rituali molto specifici: ecco le origini, le regole e qualche curiosità.
È il mese sacro del digiuno, dedicato alla preghiera, alla meditazione e all’autodisciplina. Il digiuno è un obbligo per tutti i musulmani praticanti adulti e sani che, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto, non possono mangiare, bere, fumare e praticare sesso.
Dal digiuno sono esentati i minorenni, i vecchi, i malati, le donne che allattano o in gravidanza. Le donne durante il ciclo mestruale e chi è in viaggio sono solo temporaneamente esentati.
Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d’acqua. Poi segue il pasto serale (iftar).
I CINQUE DOVERI. Il digiuno (sawn) è uno dei cinque doveri della fede islamica. Gli altri sono la professione di fede (kalima), la recita quotidiana delle cinque preghiere (salat), l’elargizione delle elemosine (zakat) e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio (hagg) a La Mecca (Arabia Saudita).
La mancata osservanza di questi precetti, in alcune delle comunità più osservanti, può comportare l’imputazione del reato di apostasia.
UNITI, MA DIVERSI. Il Ramadan è il mese più sacro dei musulmani – che sono circa 1,6 miliardi in tutto il mondo – e il periodo dell’anno in cui si celebra è lo stesso in tutti i Paesi islamici.
Il mese di Ramadan non cade sempre nello stesso periodo del calendario gregoriano, perché quello degli islamici è un calendario lunare (l’anno lunare dura circa 11 giorni meno di quello solare), e la numerazione dell’anno non coincide perché i musulmani iniziano a contare dal nostro 622 d. C., quando Maometto lascò la Mecca per recarsi a Medina: perciò il 23 maggio 2020, data di fine Ramadan, per gli islamici è “30 Ramadan 1441” (vedi il convertitore di date a cura di Arab.it).
Alcune differenze nella tradizione si riscontrano nei cibi che si possono mangiare quando cala il sole. Ogni Paese ha delle particolarità: per esempio, in Tunisia, Algeria e Marocco viene preparato un cous-cous soltanto con l’agnello (non il pollo o il montone) arricchito da uvetta; in Siria e in Giordania invece si mangiano i “katai”, dolci con ripieno di cocco, nocciole tritate e zucchero. Durante il Ramadan si bevono succhi di frutta, e nei Paesi del Maghreb quello di liquirizia, che alza la pressione sanguigna, perché chi digiuna ce l’ha più bassa del solito.
Il Ramadan è però ovunque un momento di condivisione e di unione. È usanza invitare i propri vicini e amici a condividere tutti insieme il pranzo serale – chiamato iftar – e a recitare particolari preghiere dette Tarawih.
UNA FESTA MOBILE. Il Ramadan dipende dunque dalle fasi lunari o – più precisamente – dell’osservazione a vista della luna crescente (hilal). Questo fatto ha due conseguenze. La prima è che il Ramadan può iniziare (e finire) in date diverse da Paese a Paese. In Italia nel 2021, per esempio, è cominciato il 13 aprile e dovrebbe concludersi il 12 maggio. La seconda è che ogni anno il Ramadan inizia prima dell’anno precedente, e ci sono anni in cui viene celebrato in inverno, quando le giornate sono più corte (e dunque anche il digiuno).
In questo periodo storico, nel nostro emisfero, il Ramadan cade invece in primavera/estate e qui possono nascere alcuni problemi.
Per esempio a Reykjavik, in Islanda, il digiuno dura poco meno di 22 ore, ossia regolarmente dall’alba (attorno alle 2 del mattino) al tramonto (intorno a mezzanotte).
A Sidney (Australia) è inverno e il digiuno dura poco più di 11 ore, mentre in Alaska nello stesso periodo il Sole non tramonta mai… In questo caso si è posta ovviamente la questione del digiuno, risolta da alcuni saggi con l’indicazione agli abitanti islamici di Juneau (Alaska) di seguire il calendario di un altro Paese.
(Fonte bit.ly/3dXGbW6)