Samurai e Ninja: le figure dietro il mito 22 Aprile 2024 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , ,

Samurai e Ninja: mito e realtà oltre le leggende

Essere curiosi ci aiuta a mantenere viva la meraviglia e l’entusiasmo per tutto quello che ci circonda. Una curiosità attenta invita a vedere il mondo sempre con occhi nuovi ed è alla base di una mente aperta e flessibile.

“Il vero coraggio del samurai risiede nell’accettare il destino senza paura.” (cit. Nitobe Inazo)

Parliamo allora di due figure leggendarie ovvero samurai e ninja, entrati attraverso film, anime, manga e comics anche nella nostra cultura e cerchiamo di scoprirne origini e misteri.

Nel cuore dell’antico Giappone, tra il XII e il XIX secolo, fiorirono due delle figure più iconiche e misteriose della storia: i samurai e i ninja.

Queste due caste di guerrieri incutevano rispetto e paura, ognuna con le proprie tecniche, valori e ruoli distintivi nella società feudale giapponese.

I samurai, originariamente noti come bushi, emersero nel periodo Heian (794-1185 d.C.) come guerrieri a servizio dei signori feudali giapponesi, i daimyo. La parolasamurai” derivò dalla parolasaburau“, che significa “essere a servizio”.

Questi guerrieri, con un codice etico rigoroso chiamato Bushido (la via del guerriero), incarnavano valori come coraggio, onore, lealtà, disciplina e rispetto. Il loro ruolo principale era la difesa del loro signore e dei suoi domini, e la partecipazione a battaglie e duelli per dimostrare il loro valore.

“Il samurai sa che il timore della morte è più terribile della morte stessa.” (cit. Yamamoto Tsunetomo)

I samurai erano maestri di varie arti marziali, come kenjutsu (arte della spada), kyujutsu (tiro con l’arco), e jujutsu (tecniche di combattimento a mani nude).

Indossavano un’armatura composta da pesanti piastre di metallo (yoroibitsu) e portavano la katana come simbolo del loro status e onore. Oltre al loro ruolo militare, alcuni samurai ricoprivano incarichi amministrativi e politici nei domini dei loro signori.

“Il samurai cerca la perfezione in ogni azione, sapendo che anche una vita breve può lasciare un’impronta eterna.” (cit. D.T. Suzuki)

I ninja, o shinobi, si evolsero in parallelo ai samurai, ma con un approccio completamente diverso alla guerra e alla spionaggio.

“Un vero ninja sa che la vera vittoria è quella ottenuta senza dover combattere.” (cit. Masaaki Hatsumi)

Emergendo tra il XIV e il XVII secolo, i ninja erano specializzati in tecniche di infiltrazione, spionaggio e guerriglia. Il termine “ninja” significa letteralmente “persona nascosta” o “agente segreto“.

A differenza dei samurai, i ninja non erano membri di una classe sociale specifica, ma piuttosto agenti indipendenti assunti da vari signori o impiegati come mercenari. Erano maestri del camuffamento, della guerriglia, delle tecniche di sopravvivenza e delle arti segrete come lo spionaggio, il sabotaggio e l’assassinio.

 “Il ninja impara a vedere oltre le apparenze e a cogliere l’essenza nascosta delle cose.” (cit. Hattori Hanzo)

I ninja utilizzavano armi speciali come shuriken (stelle da lancio), kunai (pugnali da lancio), e diverse armi da fuoco primitive.

Il ninjutsu, le competenze tradizionalmente associate ai ninja, non erano formalmente riunite sotto una singola disciplina denominata ninjutsu fino ai tempi moderni. Piuttosto, le abilità dei ninja comprendevano una vasta gamma di competenze che spaziavano dallo spionaggio alle tecniche di sopravvivenza.

L’addestramento dei ninja iniziava in giovane età e non si concentrava solo sulle abilità fisiche, ma anche sull’aspetto mentale, in particolare sul superamento della paura e sull’ispirazione reciproca tra gli allievi.

Nel corso della storia giapponese, la formazione specialistica dei ninja ebbe inizio nel XV secolo, quando alcune famiglie samurai iniziarono a concentrarsi sulla guerra segreta, inclusi lo spionaggio e l’assassinio.

Come i samurai, i ninja erano spesso nati nella professione e addestrati nelle tradizioni di famiglia. Gli allievi ninja studiavano una vasta gamma di competenze, comprese tecniche di sopravvivenza, informazioni su veleni ed esplosivi, e tecniche di movimento furtivo come camminare silenziosamente e nuotare.

“L’ombra del ninja è più potente della spada dello samurai.” (cit. Ashida Kim)

Dopo la caduta dei clan Iga e Koga, i signori feudali furono costretti a formare i loro agenti ninja. Lo shinobi divenne così una vera e propria professione riconosciuta.

Nel corso dei secoli successivi, discendenti di famiglie ninja come gli Hattori e i Fujibayashi scrissero manuali di ninjutsu, tra cui il Ninpiden (1655), il Bansenshūkai (1675) e lo Shoninki (1681).

Le tattiche di ninja includevano spesso l’uso di tecniche di squadra per scalare muri o confondere gli avversari. I ninja utilizzavano anche travestimenti, assumendo spesso le sembianze di monaci buddisti, sacerdoti, o altri personaggi per infiltrarsi e raccogliere informazioni senza destare sospetti.

Le differenze principali tra samurai e ninja risiedevano nel loro ruolo sociale, nella formazione e nell’approccio alla guerra. I samurai erano membri di una classe aristocratica, addestrati nelle arti marziali fin dall’infanzia e mantenuti attraverso un codice di onore rigido.

Operavano apertamente in battaglia e facevano rispettare le regole del Bushido.

I ninja, al contrario, facevano affidamento sull’inganno, sulla furtività e sull’abilità di muoversi nell’ombra. Erano maestri della spia e dell’assassinio, spesso lavorando nell’ombra per raggiungere gli obiettivi dei loro datori di lavoro.

Non seguivano un codice di onore simile a quello dei samurai e facevano ricorso a tattiche non convenzionali. Alcune tattiche utilizzate dai ninja nell’antichità possono essere paragonate alle moderne tecniche di spionaggio e sicurezza.

Concetti come infiltrazione, intelligence e sorveglianza sono ancora rilevanti oggi.

Tuttavia, pochi sanno che nonostante la natura illegale della yakuza, essa ha sviluppato una struttura gerarchica e un codice di condotta interno simile al bushidō e che molti samurai, finita la loro epoca d’oro sono confluiti in questa organizzazione.

Le connessioni tra samurai e yakuza possono essere individuate in alcuni punti:

  • Codice Etico: Entrambe le culture (bushidō per i samurai e il codice yakuza per i membri della yakuza) pongono un’enfasi sull’onore, sulla lealtà e sulla disciplina. Anche se le motivazioni sono diverse (il servizio al signore per i samurai e la solidarietà criminale per la yakuza), entrambi i gruppi hanno norme non scritte che regolano il loro comportamento.
  • Simboli e Iconografia: Alcuni simboli e stili associati ai samurai possono essere stati adottati o reinterpretati dalla yakuza. Ad esempio, tatuaggi elaborati sono comuni tra i membri della yakuza, spesso per indicare l’appartenenza a una certa famiglia o gruppo, un’idea che richiama le decorazioni simili utilizzate dai samurai.

Entrambi i gruppi hanno sperimentato una transizione significativa nel corso della storia giapponese. I samurai hanno visto il loro ruolo tradizionale scomparire con la modernizzazione del Giappone nel periodo Meiji, mentre la yakuza ha prosperato in un contesto urbano e post-bellico emergente.

Tuttavia, è importante notare che le differenze tra samurai e yakuza superano di gran lunga le somiglianze. I samurai facevano parte di una classe sociale legittimata e addestrata per la guerra, mentre la yakuza è un’organizzazione criminale che opera al di fuori della legge.

Le connessioni tra di loro sono spesso più culturali e superficiali che strettamente storiche o istituzionali.

5 Curiosità su Samurai e Ninja:

Samurai:

  1. Non tutti i samurai erano nobili: Potevano provenire da diverse classi sociali, anche se la maggior parte apparteneva all’aristocrazia.
  2. Oltre a guerrieri, erano anche studiosi e artisti: Si dedicavano a discipline come la poesia, la calligrafia, la pittura e la cerimonia del tè.
  3. Il Seppuku, il suicidio rituale, era un’estrema forma di onore: Era praticato per evitare la cattura o la disgrazia in caso di sconfitta o crimine grave.
  4. Le donne samurai erano eccezionali combattenti: Addestrate nelle arti marziali e nell’uso delle armi, potevano difendere la casa e la famiglia in assenza degli uomini.
  5. I samurai non portavano sempre la katana: La spada era simbolo del loro status, ma in contesti quotidiani o di pace usavano armi più piccole o strumenti da lavoro.

Ninja:

  1. Erano maestri del travestimento: Utilizzavano diverse identità e abiti per infiltrarsi tra i nemici e raccogliere informazioni.
  2. Le loro armi preferite erano silenziose e letali: Shuriken (stelle da lancio), kunai (pugnali) e il fukiya (dardi velenosi) erano strumenti perfetti per uccidere senza attirare attenzione.
  3. Erano esperti di sopravvivenza: Sapevano procurarsi cibo e riparo in qualsiasi ambiente, anche il più ostile.
  4. Le loro tecniche di combattimento erano basate sull’efficienza: Non cercavano lo scontro diretto, ma piuttosto la vittoria rapida e silenziosa.
  5. Non erano solo mercenari: Alcuni ninja erano al servizio di signori feudali o clan, usando le loro abilità per proteggere i loro interessi.

Curiosità

Il ninja storicamente doveva essere esperto in 36 arti militari (“Ninpō Sanjūrokkei” 忍法三十六計1), di cui 18 appartenevano alle comuni conoscenze dei samurai e denominate “Bugei Jūhappan 武芸十八般” 2, mentre altre 18, le “Ninja Jūhakkei” 忍者十八形, appunto, vengono considerate le specialità segrete in cui si concentrava l’allenamento ninja.
Queste includevano:
  1. Seishinteki Kyōyō: Il raffinamento della cultura spirituale, per sviluppare il proprio spirito e le capacità di valutazione in situazioni difficili.
  2. Taijutsu: L’arte della difesa a mani nude, che includeva tecniche di colpo, proiezione e difesa acrobatica.
  3. Kenpō/Bikenjutsu: L’uso di spade e lame, compreso l’utilizzo della spada ninja.
  4. Bōjutsu: Tecniche di bastone, con bastoni di varie dimensioni e lunghezze.
  5. Shurikenjutsu/Senban Nagejutsu: L’arte del lancio di lame, con shuriken o lame a forma di stella e altre lame affilate.
  6. Sōjutsu: Tecniche di lancia, sia per combattimenti corpo a corpo che per il lancio.
  7. Naginatajutsu: Tecniche di alabarda, con alabarde di varie dimensioni e forme.
  8. Kusarigamajutsu: Tecniche con falce e catena, con l’uso del kyoketsu shōge, una particolare arma ninja.
  9. Kayakujutsu: Tecniche di utilizzo di fuoco ed esplosivi per demolire o distrarre.
  10. Hensōjutsu: Tecniche di travestimento per creare identità false.
  11. Shinobiiri: Tecniche furtive di infiltrazione, per entrare di nascosto in luoghi inaccessibili.
  12. Bajutsu: Abilità nel cavalcare, con tecniche di tiro con l’arco a cavallo.
  13. Suiren: Allenamenti in acqua, con abilità nel nuoto e nel combattere sott’acqua.
  14. Ninyaku Jutsu: Tecniche di fabbricazione e utilizzo di medicine speciali.
  15. Gunryaku Heihō: Strategie militari non convenzionali per cogliere il nemico di sorpresa.
  16. Chōhō: Spionaggio, con tecniche per raccogliere informazioni.
  17. Intonjutsu: Tecniche di fuga nascosta per sfuggire alla vista del nemico.
  18. Tenmon Chimon: Conoscenze di meteorologia e geografia per pianificare tattiche basate sul tempo e sul terreno.

Queste abilità uniche facevano dei ninja una figura leggendaria nel Giappone feudale, conosciuta per la sua maestria nell’arte dell’inganno, della furtività e del combattimento.

Conclusione:

Samurai e Ninja, icone del Giappone feudale, incarnavano valori e tattiche contrastanti. I Samurai, guerrieri d’onore legati al Bushido, combattevano apertamente. I Ninja, maestri di inganno e furtività, operavano nell’ombra. Entrambi hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia e nella cultura giapponese, continuando ad affascinare il mondo intero.

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PS La Figura del Ronin

Per diventare un ronin, un samurai doveva prima appartenere alla casta dei samurai e servire un daimyo.

Lo status di ronin poteva derivare da diverse situazioni:

  • Morte del daimyo: Alla morte del loro signore, i samurai diventavano ronin a meno che non trovassero un nuovo daimyo da servire.
  • Perdita della fiducia del daimyo: Un samurai poteva perdere la fiducia del suo daimyo per vari motivi, come ad esempio aver disobbedito a un ordine o aver commesso un crimine. In questo caso, il daimyo poteva licenziarlo, rendendolo un ronin.
  • Abbandono volontario: In alcuni casi, un samurai poteva scegliere di abbandonare il suo daimyo e diventare un ronin. Questo poteva accadere per motivi di principio, per seguire un altro daimyo o semplicemente per cercare una vita più indipendente.

Indipendentemente da come diventavano ronin, tutti condividevano la stessa sorte: erano samurai senza padrone, emarginati dalla società e costretti a vivere una vita dura e pericolosa.

La figura del ronin è spesso romanticizzata nella cultura popolare, ma la realtà era ben diversa. La vita di un ronin era piena di difficoltà e pericoli, ed era raro che riuscissero a ritrovare il loro posto nella società.

Tuttavia, i ronin erano anche guerrieri abili e stimati. La loro esperienza di combattimento e la loro mancanza di affiliazione li rendevano figure ideali per ruoli come mercenari, guardie del corpo o assassini.

In definitiva, la figura del ronin rappresenta un aspetto complesso e affascinante della storia giapponese. Sono simboli di forza, coraggio, indipendenza, ma anche di perdita, emarginazione e disillusione.

La differenza principale tra un samurai e un ronin sta nel loro status sociale e nella loro affiliazione.

Samurai:

  • Erano membri della casta guerriera del Giappone feudale.
  • Servivano un daimyo, un potente signore feudale, al quale erano legati da un vincolo di fedeltà.
  • Dovevano seguire il rigido codice d’onore bushido, che enfatizzava valori come la lealtà, il coraggio, il rispetto e l’autodisciplina.
  • Ricevevano un sussidio dal loro daimyo in cambio del loro servizio militare.
  • Potevano possedere terre e godere di privilegi speciali.

Ronin:

  • Erano samurai senza padrone.
  • Lo diventavano per la morte del loro daimyo, per averne perso la fiducia o per averlo abbandonato volontariamente.
  • Non erano più legati al bushido e vivevano ai margini della società.
  • Spesso erano costretti a diventare mercenari, guardie del corpo o briganti per sopravvivere.
  • Erano temuti e rispettati per le loro abilità di combattimento, ma anche visti con sospetto per la loro mancanza di affiliazione.

In sintesi, i samurai erano guerrieri d’élite integrati nella società feudale, mentre i ronin erano samurai emarginati che vivevano una vita dura e pericolosa.

Ecco alcune altre differenze importanti:

  • Obblighi: I samurai erano tenuti a servire il loro daimyo in guerra e a svolgere altri compiti amministrativi. I ronin non avevano tali obblighi ed erano liberi di fare ciò che volevano.
  • Reddito: I samurai ricevevano uno stipendio fisso dal loro daimyo. I ronin dovevano provvedere da soli al loro sostentamento, spesso con mezzi illegali.
  • Armi: I samurai portavano due spade, la katana e la wakizashi. I ronin potevano portare solo una spada, la katana.
  • Immagine pubblica: I samurai erano considerati modelli di virtù e coraggio. I ronin erano spesso visti come figure pericolose e senza scrupoli.

È importante sottolineare che non tutti i ronin erano uguali. Alcuni erano abili guerrieri e uomini d’onore, mentre altri erano criminali e assassini. La loro reputazione variava a seconda delle loro azioni individuali.

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