Tennis: Le Parole del Gioco e Le Loro Origini Storiche 31 Gennaio 2024 – Posted in: Lo Sapevi che, Parole – Tags: #AmorePerIlTennis, #curiosità, #CuriositàTennis, #curiosity, #DeuceAceLove, #LinguaggioDelTennis, #love, #OriginiParoleTennis, #StoriaDelTennis, #TennisETradizione, #TennisGlossario, ace, Backhand smash, chop, deuce, Drop-shot, let, lo sapevi che, net, Smash, Tweener, veronica
Le Parole del Tennis
Nel vibrante mondo del tennis, termini come Deuce, Ace, Love e molti altri arricchiscono il lessico del gioco. Ma da dove provengono queste espressioni che si intrecciano con la storia e la cultura del tennis?
Esploriamo le affascinanti origini di queste parole, che sono tanto parte del gioco quanto le racchette e le palline. Il gioco del tennis, noto per la sua storia ricca e intrigante, trae le sue radici da giochi medievali come la pallacorda in Italia e il jeu de paume in Francia.
Quest’ultima, in particolare, ha lasciato un’eredità duratura nel linguaggio del tennis moderno. Iniziamo dal nome stesso del gioco.
“Tennis” deriva dal francese “tenez”, che significa “prendi”.
Questo termine veniva utilizzato nei giochi antichi come segnale per il lancio della palla all’avversario, un’eco di quelle voci risuona ancora oggi sui campi da tennis di tutto il mondo.
Parlando di punteggio, ci imbattiamo nel termine “deuce”, che origina dal francese “deux”, ossia “due”.
Nel tennis, “deuce” indica un punteggio di 40 pari, sottolineando la necessità per entrambi i giocatori di vincere due punti consecutivi per aggiudicarsi il gioco. Un momento di equilibrio perfetto e tensione nel match.
Passando a “ace”, questa espressione deriva dal francese “as”, che significa “asso”. Un ace nel tennis è un servizio vincente e inattaccabile, un colpo che lascia l’avversario senza risposta, proprio come un asso in molti giochi di carte.
Infine, “love”, usato per indicare zero punti, ha origini meno romantiche di quanto il termine possa suggerire. Deriva dal francese “l’oeuf”, che significa “uovo”, richiamando la forma dello zero.
Quando l’arbitro annuncia “forty, love”, sta semplicemente indicando un punteggio di 40 a 0.
E per “let”? Questo termine, usato quando la pallina sfiora il nastro durante il servizio, proviene dall’inglese e significa “lasciare” o “ostacolo”. La ripetizione della battuta viene detta “let”, o “let’s”, che deriva dal verbo inglese to let (lasciare) o dal sostantivo let (impedimento).
In Italia è di solito chiamata erroneamente net (in inglese “rete”), per via del fatto che la palla tocca il nastro della rete.
“Tweener” definito pure gran Willy, chiamato così in onore a Guillermo “Willy” Vilas, che fu il suo inventore: colpo molto particolare effettuato soprattutto quando dalla posizione davanti alla rete si colpisce la palla in mezzo alle gambe mentre si torna a fondo campo.
Di regola viene utilizzato per rimettere in campo la pallina in una situazione quasi disperata sperando in un errore nell’avversario che, mentre il tennista che effettua il colpo rincorre la pallina verso il fondo del campo, ha tutto il tempo di salire a rete e concludere facilmente il punto.
“Lob” (pallonetto): si gioca prima o dopo il rimbalzo e consiste nello spingere la palla in alto per farla rimbalzare dietro l’avversario che quindi ne resta scavalcato.
“Chop”: colpo di approccio offensivo effettuato sia di dritto sia di rovescio, consistente in un netto e accentuato slice dall’alto al basso che impone alla palla una forte rotazione in backspin e, successivamente, un rimbalzo “smorzato”, cioè basso e corto, oppure, se respinto al volo, un rimbalzo sul piatto della racchetta che tenderà a dirigersi verso il basso, rendendo difficile il controllo verticale della palla da parte dell’avversario.
“Drop-shot” (smorzata, o palla corta): si gioca pure prima o dopo il rimbalzo della palla affinché il rimbalzo, in zona avversa, sia minimo e vicino alla rete per sorprendere l’avversario;
Di norma, il chop precede la discesa a rete e non va confuso con il recupero difensivo in slice (colpo tagliato).
Queste parole sono più di semplici termini tecnici; sono finestre sulla storia culturale del tennis, ricche di significati e aneddoti.
“Backhand smash” (veronica): è un colpo spettacolare che, quando vincente, scatena sempre l’entusiasmo assordante del pubblico. Si effettua volgendo la schiena verso la rete e colpendo di rovescio e schiacciando la palla al volo.
Il merito del nome di questa volée dorsale di rovescio va riconosciuto al giornalista Rino Tommasi, che si è rifatto al gesto del torero prima di uccidere il toro nel corso della corrida. Quel colpo, per l’appunto “Veronica”, lasciava gli spettatori sbigottiti.
Il termine è composto da φερω (phero, “portare”) e νικη (nike, “vittoria”) vuol dire “portatrice di vittoria”
“Smash“ (schiacciata): è un altro colpo di volo che si esegue prima o dopo il rimbalzo della palla. È simile alla battuta e imprime al colpo notevole energia;
Ogni partita di tennis è un viaggio attraverso secoli di storia e tradizione, dove ogni parola ha un suo posto nel mosaico di questo affascinante sport.
Altre curiosità
Il rettangolo di gioco ha le dimensioni di 24-25 m x 11 m, compresi i corridoi laterali larghi 1,37 m che sono validi solo nelle partite di doppio. La rete divisoria ha un’altezza di 0,914 m al centro e 1,07 m ai pali di sostegno che devono trovarsi a 0,914 m fuori dal campo. Da ciascun lato della rete le linee a essa parallele sono distanti 6,40 m; subito dopo 5,49 m sono tracciate le linee di battuta. Ai lati e al fondo del campo di gioco vi dev’essere spazio sufficiente per i movimenti del giocatore: rispettivamente di 3,65 m e 6,40 m, per le gare internazionali e nazionali è 3,05 m e 5,50.
Le cifre decimali che esprimono le misure del campo riflettono il fatto che il regolamento del gioco è stato fissato nei paesi anglosassoni, dove sono in uso le unità di misura imperiali (yarde yd, piedi ft, pollici in) come unità di misura della lunghezza. Tali dimensioni, espresse in piedi (simbolo ft), sono infatti 78 ft x 36 ft, compresi i corridoi laterali, larghi 4′ 6″. La rete divisoria ha un’altezza di 3 ft al centro e 3′ 6″ ai pali di sostegno. Da ciascun lato della rete e parallele a essa, a 21 ft di distanza, sono tracciate le linee di battuta.
Palla da tennis
La palla è in gomma rivestita da uno strato di feltro solitamente giallo/lime per garantire la massima visibilità, ha un diametro compreso tra 6,54 cm e 6,86 cm con una massa compresa tra 56,0 g e 59,4 g.
Negli incontri dei tornei professionistici si usano sempre palle nuove che vengono cambiate dopo 7 giochi dall’inizio dell’incontro e poi ogni 9 giochi disputati (il motivo per cui si cambiano le palline per la prima volta dopo 7 giochi consiste nel fatto che esse vengono in parte consumate anche durante i palleggi preliminari all’incontro).
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