Thugs: gli assassini devoti di Kali 9 Gennaio 2025 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: , , , , , , , , , , , , , ,

La banda dei Thugs: il culto mortale che ha terrorizzato l’India per secoli

Immaginate di essere un mercante che viaggia lungo le antiche vie commerciali dell’India del XVII secolo. La notte sta calando e un gruppo di viaggiatori amichevoli vi invita a unirvi al loro accampamento. Sembrano persone comuni, cordiali, che condividono con voi cibo e storie. Ma nascondono un segreto mortale: sono membri della più letale confraternita di assassini che la storia ricordi – i Thugs.

Gli strangolatori silenziosi

I Thugs (dal sanscrito “sthaga”, che significa “ingannatore”) non erano semplici banditi. Erano membri di un antico culto che considerava l’omicidio non solo come un mezzo di sostentamento, ma come un sacro dovere religioso. La loro tecnica era tanto efficiente quanto terrificante: utilizzavano un rumal, un fazzoletto di seta gialla, per strangolare le vittime in modo così rapido e silenzioso che spesso i compagni di viaggio della vittima, dormendo a pochi metri di distanza, non si accorgevano di nulla.

Il culto di Kali: una devozione mortale

La religiosità dei Thugs era complessa e profondamente radicata nella mitologia indù, ma con una interpretazione estremamente distorta. Kali, nella tradizione indù, rappresenta effettivamente la distruzione, ma una distruzione finalizzata alla rinascita e alla trasformazione spirituale. I Thugs, invece, si concentrarono esclusivamente sull’aspetto distruttivo della dea.

Secondo la loro mitologia, Kali combatteva un demone che generava altri demoni da ogni goccia del suo sangue che toccava terra. Per questo motivo, la dea aveva ordinato ai suoi seguaci di uccidere senza spargere sangue. I Thugs credevano che ogni omicidio rituale “nutrisse” Kali e ritardasse la fine del Kali Yuga, l’era delle tenebre nella cosmologia indù.

Il loro calendario rituale era meticoloso: certi giorni erano considerati di buon auspicio per gli omicidi, altri erano tabù. Prima di ogni “spedizione di caccia”, i Thugs consultavano elaborati presagi. Il volo degli uccelli, in particolare, era considerato un segno divino di Kali che indicava se procedere o meno con l’attacco.

L’organizzazione perfetta dei seguaci di Kali

Le bande erano organizzate come vere e proprie famiglie estese, con l’appartenenza al culto che passava di padre in figlio. Ogni nuovo membro doveva attraversare un rigoroso processo di iniziazione che poteva durare anni. I ruoli erano altamente specializzati:

  • I “bhallee” (strangolatori) erano considerati i più vicini a Kali
  • I “sothas” erano esperti nell’arte dell’inganno e della manipolazione
  • I “lughas” erano responsabili delle sepolture rituali
  • I “gurus” erano i custodi delle tradizioni sacre e delle tecniche di strangolamento

La campagna di Sleeman: smantellare un impero del terrore

William Henry Sleeman, nominato nel 1835 Sovrintendente per l’Eliminazione dei Thugs, condusse quella che viene considerata una delle prime grandi operazioni di intelligence della storia moderna. La sua strategia si basava su tre pilastri fondamentali:

  1. Creazione di una rete di informatori: Sleeman reclutò ex Thugs pentiti, offrendo loro l’immunità in cambio di informazioni. Questi “approvers” furono cruciali per comprendere i codici segreti e i metodi del culto.
  2. Mappatura sistematica: Creò il primo database criminale della storia, documentando meticolosamente luoghi, nomi e connessioni familiari dei Thugs. Questo lavoro rivelò che le varie bande erano in realtà parte di un’unica, vasta organizzazione.
  3. Operazioni coordinate: Organizzò raids simultanei in diverse regioni dell’India, impedendo ai Thugs di rifugiarsi nei territori vicini. Tra il 1830 e il 1841, furono arrestati 3.689 Thugs, di cui 1.384 furono condannati.

Voci dall’abisso: i sopravvissuti raccontano

Tra le rare testimonianze di sopravvissuti, particolarmente agghiacciante è quella di Chotee Lal, un mercante del 1810. Durante un viaggio verso Agra, si unì a un gruppo di presunti commercianti. Una notte, si svegliò per caso proprio mentre stavano strangolando il suo servitore. Fingendosi ancora addormentato, riuscì a fuggire nel bosco approfittando di un momento di distrazione dei Thugs.

Il caso di Moklal, un giovane pellegrino del 1815, è altrettanto drammatico. Fu l’unico sopravvissuto di un gruppo di venti persone. Si salvò perché, essendo il più giovane, i Thugs lo avevano designato come ultima vittima. Il rumore di una pattuglia britannica in avvicinamento costrinse la banda a fuggire prima di completare il loro macabro rituale.

Particolarmente toccante è la storia di Devi Singh, una donna che nel 1830 viaggiava con la sua famiglia verso Benares. Fu risparmiata perché i Thugs consideravano di cattivo auspicio uccidere le donne, ma fu costretta ad assistere all’omicidio del marito e dei due figli. La sua testimonianza fu fondamentale per l’arresto di una delle bande più numerose del Punjab.

L’eredità dei Thugs

L’impatto dei Thugs sulla cultura è stato così profondo che la parola “thug” è entrata nel lessico comune di molte lingue, anche se il suo significato originale si è notevolmente trasformato. La loro storia continua a affascinare e terrorizzare, ricordandoci come la fede religiosa possa essere distorta per giustificare gli atti più atroci.

Le pratiche dei Thugs rimangono uno degli esempi più inquietanti di come il fanatismo religioso possa fondersi con la criminalità organizzata, creando un sistema di terrore che è riuscito a sopravvivere per secoli nell’ombra della storia. La loro sconfitta rappresenta uno dei primi successi nella lotta al crimine organizzato su larga scala, e le tecniche investigative sviluppate da Sleeman influenzano ancora oggi i metodi delle moderne agenzie di intelligence.

#ThugIndia, #StoriaIndia, #Kali, #MisteriStorici, #CultoKali, #StoriaCriminale, #TerroreThugs, #IndiaColoniale, #Sleeman, #AssassiniRituali, #StorieNascoste, #CuriositàStoriche, #AnticaIndia, #CultiSegreti, #StoriaOrientale