Vino e Vite nell’Antica Roma 23 Febbraio 2024 – Posted in: Lo Sapevi che – Tags: #AmpelografiaRomana, #ArteVitivinicola, #CulturaEnologicaRomana, #Enologia, #EreditàRomana, #PatrimonioEnologico, #PortoDiOstia, #SEOContent, #StoriaDelVino, #TecnicheVinicoleRomane, #Thermopolia, #TradizioneEInnovazione, #ViniAntichi, #VinificazioneRomana, #ViticolturaAntica, #ViticolturaIberica
Vino e Vite nell’Antica Roma: Un’Eredità di Sapore e Sapienza
“Nullam, Vare, sacra vite prius severis arborem ” “Non piantare, o Varo, alcun albero prima della vite sacra”. Orazio
Per Libero si festeggiavano i Liberalia, dedicati anche a Cerere, ma sempre col vino in primo piano.
“Ci sono le vigne di Taso, ci sono le uve di Marea, bianche,
s’addicono queste a terreni grassi, quelle a terre più fini;
e la psitia migliore per il passito e il lageo leggero,
che alla fine fa barcollare e impaccia la lingua,
le uve purpuree e quelle precoci, e come ti potrò cantare
o Retica? Però non sfidare le cantine di Falerno!
Vi sono anche le viti aminee, vini robustissimi,
a cui cedono il passo quello di Tmolo e persino il Faneo, re dei vini;
e l’Argitide, quella più piccola, con cui nessun altra può rivaleggiare
o per quantità di succo o per durata di anni.
Certo non io ti trascurerò o Rodia, gradita agli dei e alle mense,
né te o Bumasto, dai grappoli rigonfi!”
Per comprendere i prezzi ci basiamo su una Taberna pompeiana, che nel 79 d.c.aveva inciso sul muro che: