COME SI SCRIVE 3 Novembre 2022 – Posted in: Grammatica – Tags: #grammatica, #profValeria, come si scrive, dubbi grammaticali, fenomenologia della lingua italiana, lo sapevi che
GRAMMATICHERIE
Troppe le regole della grammatica italiana! Le eccezioni sono infinite! Quante volte abbiamo sentito il “lamento” dei nostri studenti? Quante volte rassegnati ad imparare a memoria poichè non ne comprendevano la logica?
Qui argomentiamo, grazie alla nostra professoressa Valeria, di alcuni errori più comuni ma di facile “mnemonica” risoluzione:
Come si scrive…
- accelerare o accellerare?
- asimmetria o assimmetria?
- caciucco o cacciucco?
- collutazione o colluttazione?
- coscenzioso o coscienzioso?
- echeggiare o eccheggiare?
- meteorologo o metereologo?
- proficuo o profiquo?
- redarre o redigere?
- scorazzare o scorrazzare?
- taccuino o tacquino?
- zabaglione o zabaione?
Soluzioni
- La forma corretta è accelerare. Questo verbo, infatti ( può significare aumentare la velocità ’, ‘rendere più rapido, abbreviare i tempi per eseguire qualcosa) deriva dall’aggettivo celere, che ha una sola l . Com’è nato l’errore? Al presente indicativo accelerare presenta l’accento sulla terzultima sillaba: io accèlero, tu accèleri. In italiano (e soprattutto alcuni dialetti) nelle parole accentare sulla terzultima sillaba la consonante che segue l’accento tende a raddoppiarsi. Per esempio le tre parole latine mà china, fèmina e chòlera sono diventate, rispettivamente, macchina, femmina e còllera, con la consonante raddoppiata dopo l’accento. Sulla base dello stesso criterio, accelero è stato erroneamente trasformato i accellero. Per le voci del verbo accelerare non accentate sulla terzultima sillaba (per esempio accelerà vi, accelerato, accelerà re) ha agito un’altra tendenza. Parole di questo tipo non hanno, come potremmo pensare, un solo accento, ma due. Quando le pronunciamo, noi mettiamo l’accento principale sulla a, e un secondo accento (detto, appunto, «secondaris sulla prima e: accélerà vi, accélerà to, accélerà re. L’italiano tende a raddoppiare la consonante posta dopo l’accento secondario. Per esempio, le parole latine à cadèmia e séppellìre sono diventate, in italiano, à ccadèmia (con due c) e séppellire (a due p). Chi pronuncia accellerà re con due l applica lo stesso meccanismo, ma sbaglia, perché dire (e soprattutto scrivere) accellerà re è un errore che non trova conforto nella storia de la nostra lingua.
- Asimmetrìa riprende direttamente il sostantivo greco antico asymmetrÃa, composto da a privativo (= ‘senza’) e symmetrìa (= ‘proporzione’, ‘misura): la grafia con una sola s è dunque originaria.
- Cacciucco. La parola che indica l’ottima zuppa, tipica di Livorno e Viareggio, fatta con pesci di vario tipo, soffritti con cipolla, pomodoro, pepe, peperoncino, aglio e vino bianco o rosso, è di origine mediorientale: viene da kaçukli, che in turco significa ‘minutaglia’. La provenienza straniera del ter mine spiega perché si è spesso incerti sul modo di scriverlo.
- Colluttazione, che significa ‘rissa’, ‘scontro’, va scritta e pronunciata con due / e con due t: deriva, infatti, dalla parola latina colluctationem, nella quale le due l c’erano già , e le consonanti ct hanno dato come risultato, in italiano, tt.
- Coscienzioso è un aggettivo che indica, a seconda dei casi, una persona che è consapevole dei propri doveri e si comporta di conseguenza (un medico coscienzioso) o una cosa fatta con impegno e serietà (un’indagine coscienziosa). Alla sua origine c’è la parola latina conscientiam; dunque la i originaria si è mantenuta. Occorre aggiungere che l’aggettivo è arrivato in italiano non direttamente dal latino, ma attraverso la mediazione del francese consciencieux.
- Echeggiare. Questo verbo è derivato dalla parola eco, che presenta una sola c.
- La forma corretta della parola che indica l’esperto di previ sioni del tempo è meteorologo, composta dall’elemento meteorologo, derivato dalla parola meteora, che in italiano indica un corpo celeste che attraversa l’atmosfera’ e, più in generale ogni fenomeno che si svolge nell’atmosfera. La forma meterologo si spiega perché, nella nostra lingua, la sequenza -eoro rarissima, e si tende a semplificarla in -ereo- sul modello parole come aereo, stereo, eccetera. (Quanto detto per meteorologo vale anche per meteorologia e meteorologico.)
- Proficuo (che dà profitto’, ‘vantaggioso) è una parola dotta che riprende direttamente l’aggettivo latino proficuum, a sua volta derivato dal verbo proficere, che è composto da pro (per) e facere ( fare”): “‘fare qualcosa per’ e dunque giovare. La forma con c rispetta la grafia originaria.
- Questo verbo è familiare soprattutto a chi, nello svolgimento del proprio lavoro, deve appunto redigere (-‘scrivere, ‘com pilare’, ‘stendere’) documenti, verbali, articoli, testi e scritti di vario genere. L’infinito redarre, che è sbagliato, si è diffuso sul modello di trarre, per l’analogia esistente fra i participi passati dei due verbi: tratto e redatto. Questa somiglianza non autorizza l’uso di una forma inesistente.
- La forma corretta è quella con due r. scorrazzare, infatti, deriva da correre, e nessuno scriverebbe correre con una sola r.
- Il termine taccuino, che indica il praticissimo quadernetto per prendere appunti che nessuno smartphone potrà mai sostituire, è l’italianizzazione di taqwim, che in arabo significava “sistemazione”. I dizionari avvertono che l’unica grafia corretta è taccuino con due c. con buona pace di un linguista un po’ originale, che giudica gli esempi di tacquino da lui raccolti in internet (lo 0,12% del totale!) non come errori ortografici, ma come prove della vitalità della grafia.
- L’origine di questa strana parola è incerta e discussa. Secondo alcuni deriverebbe dalla parola latina sabaia, che nell’antica Roma indicava una specie di birra; secondo altri deriverebbe invece, dall’antica espressione francese chaud bouillon (= bevanda calda’). Quale che sia l’ipotesi corretta, la forma giusta è una sola: zabaione.
Le conoscevate già tutte? Attendo nei commenti vostri preziosi contributi, grazie.
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