Le Sfide Nascoste dell’Ortografia Italiana 4 Ottobre 2023 – Posted in: Grammatica – Tags: #grammatica, #OrtografiaItaliana #Pronuncia #RegoleOrtografiche #DifferenzeRegionali #LinguaItaliana, fenomenologia della lingua, Italian, Italian language, Italien, Italienisch, italienische Sprache, Langue, langue italienne, ortografia, Phänomenologie der Sprache, phénoménologie du langage, Sprache, इटालियन भाषा, इतालवी, भाषा की घटना विज्ञान phenomenology of language, भाषा: हिन्दी language, 意大利語, 意大利語 Italiano, 語 Lingua italiana, 語言現象學 Linguaggio
Il termine deriva dal greco ὀρθός (orthós), “corretto” e γραφή (graphḗ), “scrittura”; nell’accezione odierna, esso si riferisce a sillabazione, punteggiatura, ecc.
Tra convenzioni grafiche e regole di pronuncia, però, qualcosa resta fuori.
L’italiano è una lingua difficile da scrivere?
L’italiano è una lingua bella e affascinante, ma può essere anche difficile da scrivere. Questo perché la corrispondenza tra lettere e suoni non è sempre chiara.
Un esempio è il gruppo GL seguito da una I. Di solito, questo gruppo indica un unico suono (palatale), come in “gli”, “glielo”, “negli”. Tuttavia, ci sono parole in cui GL rappresenta i suoni distinti di G e L, anche se dopo c’è una I, come in “glicine”, “glicerina”, “negligenza”, “ganglio”, “geroglifico”.
Un altro esempio è la differenza tra S sorda e S sonora. Nella scrittura, non è possibile distinguere tra queste due consonanti. L’alfabeto cirillico, invece, ha lettere diverse per suoni diversi:
- С = S sorda
- З = S sonora
- Ц = Z sorda
Questa differenza può creare confusione, soprattutto per gli stranieri che imparano l’italiano.
Ecco alcuni esempi di parole con S sorda e S sonora:
- S sorda: sera, casa, asino, sasso
- S sonora: osare, sala, sonno, sole
L’italiano è una lingua bugiarda?
L’italiano è una lingua bella e affascinante, ma può essere anche un po’ bugiarda. Questo perché la corrispondenza tra lettere e suoni non è sempre chiara.
Un esempio è la differenza tra le vocali E e O. In italiano esistono sette vocali, ma l’alfabeto ce ne offre solo cinque. Questo significa che, in un testo scritto, la stessa lettera può rappresentare suoni diversi a seconda della parola.
Per esempio, la parola “venti” può essere pronunciata con due suoni diversi:
- vènti, con la E chiusa, per indicare il numero 20
- vènti, con la E aperta, per indicare il plurale di “vento”
La stessa cosa vale per la parola “botte”:
- bótte, con la O chiusa, per indicare la botte del vino
- bótte, con la O aperta, per indicare il plurale di “botta”
Questa differenza può creare confusione, soprattutto per gli stranieri che imparano l’italiano.
In conclusione, l’italiano è una lingua bella e ricca, ma la sua ortografia può essere a volte un po’ bugiarda.
Italiani, vi siete mai chiesti perché pronunciate la Z in modo diverso?
La pronuncia standard della Z in italiano è “doppia”, anche quando l’ortografia prescrive una sola lettera. Parole come ozono, nazione, azione, concezione e organizzazione dovrebbero essere pronunciate come se fossero scritte ozzono, nazzione, azzione, concezzione e organizzazzione.
Per chi proviene dalla Toscana e dall’Italia centromeridionale, questa è la pronuncia naturale. Ma per la stragrande maggioranza dei settentrionali, è assurda e insensata.
La pronuncia “doppia” della Z è dovuta all’influenza del latino, in cui la Z era sempre sonora. In italiano, la Z è diventata sorda tra due vocali, ma la pronuncia “doppia” è rimasta in alcune regioni.
La pronuncia della I non accentata che segue una C e una G è un altro esempio di differenza tra le pronunce regionali. Nella pronuncia standard, questa I è muta. Ma in alcune regioni meridionali, è pronunciata.
Quindi, la prossima volta che sentirete un italiano pronunciare la Z in modo “doppio” o la I non accentata che segue una C o una G, non fatevi prendere dal panico. È solo una differenza regionale.
Ecco alcuni esempi di come pronunciare la Z e la I in modo corretto, secondo la pronuncia standard:
- Z: ozono, nazione, azione, concezione, organizzazione
- I non accentata: fiducia, cielo, sufficiente, igiene, ciliegie
Naturalmente, non c’è niente di sbagliato nel pronunciare la Z e la I in modo diverso. La pronuncia regionale è un modo per esprimere la propria identità linguistica.
Ma se volete essere capiti da tutti gli italiani, è meglio imparare la pronuncia standard.
Ecco alcuni consigli per imparare la pronuncia standard della Z e della I:
- Ascoltate la pronuncia di madrelingua italiani. Ci sono molti video e audio online che possono aiutarvi.
- Praticate la pronuncia davanti a uno specchio o a un amico.
- Non abbiate paura di sbagliare. Con la pratica, migliorerete.
Conclusione
L’ortografia italiana, con le sue peculiarità, è un compromesso tra precisione e praticità. Conoscere queste sfide nascoste ci aiuta a comprendere meglio la nostra lingua e a rispettare le pronunce regionali. Quindi, che tu pronunci la “Z” in modo intenso o preferisca le vocali mute, ricorda che l’italiano è una lingua variegata e affascinante.
Se poi vogliamo toglierci qualche dubbio, possiamo consultare i dizionari di pronuncia. Ce ne sono due ottimi di libera consultazione online:
DIPI, Dizionario di pronuncia italiana online (di Luciano Canepari, pronuncia Canepàri)
DOP, Dizionario italiano multimediale e multilingue di ortografia e pronunzia (della RAI)
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