Mai Più Errori: I 15 Dubbi dell’Italiano che Devi Conoscere 6 Novembre 2024 – Posted in: Grammatica – Tags: , , , , , , , ,

Mai più dubbi! Le 15 incertezze linguistiche che affliggono (quasi) tutti gli italiani

Chi non si è mai trovato a esitare davanti a una parola, chiedendosi quale fosse la forma corretta? La lingua italiana, nella sua magnifica complessità, nasconde diverse insidie che possono mettere in difficoltà anche i più esperti.

Oggi vi guiderò attraverso i 15 dubbi linguistici più diffusi, con qualche trucchetto per non sbagliare mai più!

1. A capo o accapo? Un dubbio… da prima elementare!

Ricordate quando la maestra dettava “punto e a capo”? Beh, potete rilassarvi: entrambe le forme sono corrette! Lo stesso vale per “daccapo”, che potete scrivere anche separato. Solo un avvertimento: mai scrivere “d’accapo” con l’apostrofo, quello sì che è un errore!

2. Annaffiare o innaffiare? Un dilemma… fiorito

Le vostre piante non soffriranno quale che sia la vostra scelta: entrambe le versioni sono accettate. Personalmente, propendo per “annaffiare”, la forma più diffusa nel linguaggio contemporaneo.

3. Il mistero dell’asciugamano/asciugamani al singolare

Anche se le mani sono due, non fatevi ingannare: potete usare sia “asciugamano” che “asciugamani” al singolare. Una curiosità: il plurale resta invariabilmente “asciugamani”.

4. Diffidare da o diffidare di? Non è la stessa cosa!

Attenzione, qui la differenza c’è ed è sostanziale:

  • “Diffidare di” quando non vi fidate di qualcuno
  • “Diffidare da” quando intimate a qualcuno di non fare qualcosa

5. Eclissi o eclisse? Un’ombra di dubbio

Mentre ammirate il prossimo spettacolo celeste, sappiate che potete chiamarlo in entrambi i modi, anche se “eclissi” è più comune. Ricordate però: al plurale solo “eclissi” è corretto!

6. Ha piovuto o è piovuto?

La meteorologia grammaticale si è evoluta: oggi accetta entrambe le forme. Ma attenzione all’uso figurato: quando “piovono” critiche o opportunità, solo “è piovuto” è corretto.

7. Obiettivo o obbiettivo? Puntate sicuri

Scegliete pure la versione che preferite, ma sappiate che “obiettivo” (con una b) è più fedele all’origine latina ed è la forma predominante nell’italiano moderno.

8. Olimpico vs olimpionico: non sono sinonimi!

  • Olimpico: si riferisce ai giochi, alle strutture, ai record
  • Olimpionico: riguarda chi vince o partecipa alle Olimpiadi

9. Polpo o polipo? Un tentacolo di differenza

Il mollusco che ordinate al ristorante è il “polpo”. “Polipo” è corretto in ambito medico o per indicare certi organismi marini. Ma se lo vedete scritto nel menu, godetevelo senza pensieri!

10. Zabaione o zabaglione? Un dolce dilemma

Chiudiamo in dolcezza: “zabaione” è la forma più corretta e diffusa, mentre “zabaglione” è meno comune. “Zabajone”? Decisamente antiquato!

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11. Qual è o qual’è? Un apostrofo traditore

Quanti hanno fatto questo errore almeno una volta nella vita? La forma corretta è “qual è”, senza apostrofo. Il motivo? “Quale” si tronca (perde la -e finale) ma non si elide, perché la parola seguente (“è”) inizia per consonante. Un trucchetto per non sbagliare mai? Provate a dire “quale era”: se funziona, niente apostrofo!

12. Sopratutto o soprattutto? Un dubbio… superiore!

“Soprattutto” è la forma corretta, con due “t”. Deriva infatti da “sopra” + “tutto”, e quando queste due parole si uniscono, la “a” finale di “sopra” si conserva e la “t” di “tutto” si raddoppia. Lo stesso vale per “innanzitutto”!

13. Ciò nonostante o ciononostante? Uniti o separati?

Entrambe le forme sono corrette! “Ciononostante” in una parola unica è più moderna e scorrevole, mentre “ciò nonostante” separato mantiene un tono più formale. Una curiosità: in passato si trovava anche la forma “non ostante ciò”, oggi considerata antiquata.

14. Da capo o dacapo? Un ritornello grammaticale

Nel linguaggio musicale si preferisce la forma unita “dacapo”, mentre nel linguaggio comune è più frequente “da capo”. Entrambe sono corrette, ma attenzione: quando significa “dall’inizio” (come nelle partiture musicali), meglio usare la forma unita.

15. Dà o da? Un accento rivelatore

Ecco un classico che mette in difficoltà anche i più esperti:

  • “Da” (senza accento): preposizione semplice (“Vengo da Roma”)
  • “Dà” (con accento): voce del verbo dare (“Mi dà fastidio”)

Trucchetto: se potete sostituirla con “dice”, “fa” o “sta”, ci vuole l’accento!

Conclusione aggiornata

La lingua italiana, con le sue mille sfaccettature e apparenti contraddizioni, continua a sorprenderci e, talvolta, a confonderci. Ma è proprio questa ricchezza che la rende unica e affascinante. Come abbiamo visto nei nostri 15 esempi, spesso ciò che consideriamo un “errore” è in realtà una variante accettata, frutto dell’evoluzione naturale della lingua.

Suggerimento finale: tenete sempre a portata di mano un buon dizionario e non abbiate paura di consultarlo. Come diceva Umberto Eco: “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. E aggiungerei: chi scrive correttamente rende immortali anche i propri pensieri!

Post scriptum: avete altri dubbi linguistici che vi tormentano? Condivideteli nei commenti! La lingua è viva e si arricchisce proprio grazie al confronto e alla curiosità di chi la usa.

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