PUNTEGGIATURA (INTERPUNZIONE) : IL PUNTO E VIRGOLA ; 26 Maggio 2021 – Posted in: Grammatica – Tags: #grammatica #puntoevirgola
La punteggiatura o interpunzione indica le pause del discorso mediante segni grafici
(la virgola, il punto, il punto e virgola, i due punti, il punto interrogativo, il punto esclamativo, i puntini di sospensione, le lineette, le parentesi, le virgolette), la cui collocazione risponde ad una esigenza pratica di chiarezza logica e, al tempo stesso, ha valore espressivo (ad esempio, quando si desidera porre in evidenza una parte della frase, oppure quando si vuole creare un senso di attesa).
La punteggiatura regola l’articolazione del pensiero; essa sottolinea in modo visibile le relazioni sintattiche (cioè il loro corretto rapporto) tra le componenti del discorso, organizzando quest’ultimo in una gerarchia di unità logiche di maggiore o di minore importanza; traduce nella lingua scritta la dinamica del discorso parlato (come, ad esempio, avviene per gli scrittori che tentano di conferire maggiore verosimiglianza ai dialoghi). La punteggiatura può variare nelle sue forme in base all’autore del testo e rappresentare un elemento stilistico; tuttavia, in base all’uso ed alle convenzioni che ne sono seguite, se ne possono fissare le norme e le costanti. Quindi, l’uniformità nell’impiego dei segni d’interpunzione ha reso possibile l’individuazione di una punteggiatura “logica”, la cui funzione non va sottovalutata, poiché rappresenta il collante che garantisce la coerenza e la fruibilità della comunicazione.
Le discussioni che si sono fatte sulla punteggiatura, dalla fine del secolo XIX ai giorni nostri, vertono sull’opportunità di rendere parsimonioso e regolato l’impiego dei segni. L’uso stilistico di essi è sembrato a numerosi trattatisti una minaccia alla stabilità delle regole di punteggiatura, mentre la concezione di una punteggiatura rigorosamente logica incontrava ostacoli a volte insormontabili. Contro la tendenza ad un contemperamento tra punteggiatura logica e punteggiatura stilistica, D’Ovidio obiettava che ne sarebbero conseguite incertezze e perplessità per scrittori e lettori. Come esempio di perfetta interpunzione, alcuni trattatisti propongono ancora oggi passi di Carducci che propendeva, non senza oscillazioni, per una punteggiatura misurata. L’odierna tendenza alla semplificazione della punteggiatura corrisponde allo svincolarsi dell’espressione dalle strutture logiche e sintattiche e dal ritmo della prosa ottocentesca. Francesco Flora annota che “i moderni tendono con ragione a diradare i troppi segni di interpunzione. Ma sono anche capaci di abolirli affatto, talvolta per eccesso di raffinatezza, talvolta per manifesta ignoranza.”
Il punto e virgola
Il punto e virgola (;) è uno dei segni di interpunzione che va scomparendo nell’uso comune. Purtroppo, l’idea di una punteggiatura affidata all’orecchio o al gusto, che dovrebbe ricalcare le pause fatte nel discorso, ha reso il ricorso ad esso problematico, poiché il punto e virgola si colloca tra la pausa breve della virgola e quella più lunga indicata dal punto (fermo). Se, invece, la punteggiatura venisse considerata nella sua funzione principale, che è quella logico-sintattica, ci si accorgerebbe che il punto e virgola assolve ad una funzione ben precisa, molto utile a rendere più chiaro e fruibile il testo scritto. In sostanza, esso va usato quando al lettore viene richiesto di compiere un piccolo salto logico, passando – ad esempio – ad un soggetto diverso, oppure quando, all’interno dello stesso concetto, se ne descrive una variante; oppure, ancora, quando si vuole evitare la proliferazione di virgole all’interno di una stessa frase.
Esempio del primo caso: “Giovanni mangiò una pizza che non gli piacque; Francesco ne ordinò una ai quattro formaggi“.
Esempio del secondo caso: “Mi sono chiesto tante volte chi fosse; ho anche pensato che si trattasse di una persona dalla doppia vita“.
Esempio del terzo caso: “La mia casa è molto bella, piena di comodità e con una vista stupenda; inoltre, l’ho anche pagata poco, se si considerano i prezzi di mercato”.
In sintesi, si potrebbe dire che il punto e virgola indica una pausa un po’ più lunga della virgola, che si fa dentro al periodo , per separare tra loro i termini di un’enumerazione, ciascuno dei quali piuttosto lungo e complesso; oppure, vi si può fare ricorso anche per segnalare che c’è una differenza tra due ordini di circostanze, o addirittura un’opposizione, ma non così marcata da escludere una certa relazione tra loro.
Esempio: “Senza aspettar risposta, fra Cristoforo andò verso la sacrestia; i viaggiatori usciron di chiesa; e fra Fazio chiuse la porta, dando loro un addio, con la voce alterata anche lui” (A. Manzoni).
- Il punto e virgola si usa nelle enumerazioni di pensieri, nelle descrizioni, nelle rappresentazioni di varie azioni successive e quasi collegate l’una all’altra.Esempio: “Prendeva, per esempio, il bicchiere, beveva un sorso e poi lo rimetteva a posto con un colpo forte sulla tavola; cercava la saliera, ne toglieva un pizzico di sale e poi giù, deponendola, un altro colpo; afferrava il pane, lo spezzava e quindi lo riposava con un terzo colpo” (Moravia).
- E’ opportuno usare il punto e virgola specialmente quando si susseguono tante proposizioni principali con molte proposizioni secondarie frapposte tra di loro, così che è necessario interrompere il discorso troppo lungo con qualcosa di più di una virgola, distinguendo ciascun gruppo.Esempio: “Chiese quindi licenza; e, abbracciato di nuovo il padron di casa, e tutti quelli che, trovandosi più vicini a lui, poterono impadronirsene un momento; si liberò da essi a fatica; ebbe a combatter nell’anticamera, per isbrigarsi da’ servitori, e anche da’ bravi, che gli baciavano il lembo dell’abito, il cordone, il cappuccio; e si trovò sulla strada, portato come in trionfo, e accompagnato da una folla di popolo, fino a una porta della città; donde uscì, cominciando il suo pedestre viaggio verso il luogo del suo noviziato” (Manzoni).
- Conviene usare il punto e virgola anche quando ad una proposizione ne segue un’altra con soggetto o tema diverso.Esempi:
Paolo leggeva il libro con molta attenzione; Francesco eseguiva i compiti.“Il progresso economico ha prodotto macchine che assomigliano a uomini; e la corrispondente evoluzione sociale modella sempre più uomini che somigliano a macchine” (I. Silone). - Inoltre, il punto e virgola si può usare pure nelle contrapposizioni, prima delle congiunzioni avversative ma, anzi, tuttavia, ecc. (la virgola è sufficiente quando si contrappone un solo elemento della proposizione: Era addolorato, ma fiero).Esempi:
Ti avrei avvertito in tempo; tuttavia, me lo hanno impedito;Quando vidi che tutti mi fissavano, mi colse l’imbarazzo; comunque, non mi persi di coraggio e risposi. - Il punto e virgola è opportuno prima di un elemento connettivo testuale forte come “inoltre”, “quindi”, “a meno che” e così via.Esempio: Le cose non gli andavano bene dal punto di vista economico; inoltre, litigava spesso con sua moglie.
- Il punto e virgola si adopera anche quando sono presenti specificazioni dei termini di un elenco.Esempio: “Si girano [le signorine] tutte su le sottanine gonfie; son tutte fiorite; tutte stanno diritte su le scarpine lucide; in alto dondolano pennacchietti” (A. Panzini).
(Fonte https://grammatica-italiana.dossier.net/punteggiatura.htm)