LA PUNTEGGIATURA (INTERPUNZIONE): LE VIRGOLETTE 24 Agosto 2024 – Posted in: Grammatica – Tags: ,

La punteggiaturaย oย interpunzioneย indica le pause del discorso mediante segni grafici

(la virgola, il punto, il punto e virgola, i due punti, il punto interrogativo, il punto esclamativo, i puntini di sospensione, le lineette, le parentesi, le virgolette), la cui collocazione risponde ad una esigenza pratica di chiarezza logica e, al tempo stesso, ha valore espressivo (ad esempio, quando si desidera porre in evidenza una parte della frase, oppure quando si vuole creare un senso di attesa).

La punteggiatura regola l’articolazione del pensiero; essa sottolinea in modo visibile le relazioni sintattiche (cioรจ il loro corretto rapporto) tra le componenti del discorso, organizzando quest’ultimo in una gerarchia di unitร  logiche di maggiore o di minore importanza; traduce nella lingua scritta la dinamica del discorso parlato (come, ad esempio, avviene per gli scrittori che tentano di conferire maggiore verosimiglianza ai dialoghi).

La punteggiatura puรฒ variare nelle sue forme in base all’autore del testo e rappresentare un elemento stilistico; tuttavia, in base all’uso ed alle convenzioni che ne sono seguite, se ne possono fissare le norme e le costanti. Quindi, l’uniformitร  nell’impiego dei segni d’interpunzione ha reso possibile l’individuazione di una punteggiatura “logica”, la cui funzione non va sottovalutata, poichรฉ rappresenta il collante che garantisce la coerenza e la fruibilitร  della comunicazione.

Le discussioni che si sono fatte sulla punteggiatura, dalla fine del secolo XIX ai giorni nostri, vertono sull’opportunitร  di rendere parsimonioso e regolato l’impiego dei segni. L’uso stilistico di essi รจ sembrato a numerosi trattatisti una minaccia alla stabilitร  delle regole di punteggiatura, mentre la concezione di una punteggiatura rigorosamente logica incontrava ostacoli a volte insormontabili. Contro la tendenza ad un contemperamento tra punteggiatura logica e punteggiatura stilistica, D’Ovidio obiettava che ne sarebbero conseguite incertezze e perplessitร  per scrittori e lettori.

Come esempio di perfetta interpunzione, alcuni trattatisti propongono ancora oggi passi di Carducci che propendeva, non senza oscillazioni, per una punteggiatura misurata. L’odierna tendenza alla semplificazione della punteggiatura corrisponde allo svincolarsi dell’espressione dalle strutture logiche e sintattiche e dal ritmo della prosa ottocentesca. Francesco Flora annota che “i moderni tendono con ragione a diradare i troppi segni di interpunzione. Ma sono anche capaci di abolirli affatto, talvolta per eccesso di raffinatezza, talvolta per manifesta ignoranza.”

LE VIRGOLETTE

Le virgoletteย basse (ยซ ยป)ย oย alte (” “)ย servono nei seguenti casi.

  • A contrassegnare unย discorso direttoย (o presunto tale, come i dialoghi letterari) che, solitamente, si apre con la maiuscola:ย Mi rispose: ยซNon dubiti della mia lealtร .ยป
  • A mettere in rilievo una parola, un elemento della frase o un modo di dire particolare (straniero o dialettale):ย Quel “dunque” fu proferito con grande energia;ย La cosiddetta letteratura “impegnata” toccรฒ il suo culmine intorno agli anni 50;ย รˆ un critico d’arte sempre “ร  la page”; “Nzomma: che v’aggio da fa?“.Se la parola che deve essere posta tra virgolette รจ preceduta dall’apostrofo, รจ preferibile sostituire le virgolette alte con quelle basse, per evitare di creare confusione, come nel seguente esempio:ย nonย si dovrebbe scrivereย Carlo era l'”enfant prodige” della squadra,ย maย va preferita la formaย Carlo era l’ยซenfant prodigeยป della squadra.
  • A introdurre unaย citazione:ย Scrive il De Saussure: “la materia della linguistica รจ costituita anzitutto dalla totalitร  delle manifestazioni del linguaggio umano”;ย “In che posso ubbidirla?” disse don Rodrigo, piantandosi in piedi in mezzo alla salaย (Manzoni).
  • A riportare nel discorso frasi o parole di diversi interlocutori:ย “Tu mi hai chiamato?” “Sรฌ, devo parlarti”.
  • Per segnalare l’uso particolare (allusivo, traslato, ironico, insolito) di una parola o di un brano:ย Il trafugatore della ยซ Gioconda ยป si dichiarava ยซ pittore ยป;ย Non ce l’avrebbe mai fatta a ottenere quel posto senza una “spintarella”.

Nel dialogo, le virgolette sono talvolta sostituite dalla lineetta (– Andiamo! – esclamรฒ); spesso, anche in presenza di virgolette, si ricorre alla lineetta se nel dialogo si inseriscono i commenti dell’autore (ยซForse – pensรฒ – dovrei ritirarmiยป).

Talvolta il corsivo sostituisce le virgolette, soprattutto nelle citazioni brevi, nei proverbi, nelle frasi fatte e nei titoli (La coscienza di Zenoย o, piรน raramente, ยซLa coscienza di Zenoยป). Quest’ultimo uso andrebbe comunque evitato, mentre รจ largamente accettato l’impiego delle virgolette per indicare il titolo di pubblicazioni periodiche (ยซL’Espressoยป).

Negliย elenchi, ripetizioni, ecc. le virgolette basse (ยป) sostituiscono la parolaย idemย e sono poste sotto alla parola che non si vuol trascrivere.

 

Esempio:

Eugenio abita a Roma
Laura ยป ยป ยป
Giulio abitava a ยป

In un testo รจ sbagliato mettere un segno di punteggiatura prima delle virgolette di chiusura.

Esempi: รจย erratoย scrivereย C’era il “divieto di sosta:” non l’ho visto, mentre รจย correttaย la formaย C’era il “divieto di sosta”: non l’ho visto;
รจย erratoย scrivereย Qual รจ il significato di “dogma?”; mentre รจย correttaย la formaย Qual รจ il significato di “dogma”?

Nel discorso diretto, invece, i segni d’interpunzione dovrebbero sempre precedere e non seguire le virgolette o lineette, come si rileva dalla prosa manzoniana: ad esempio,ย ยซSรฌ,ยป disse Lucia: ยซ ma come…? ยปย (Manzoni).

In alcuni casi, le virgolette alte si usano ancheย semplificateย (‘ ‘), specialmente nei casi di parola virgolettata all’interno di un testo giร  virgolettato (e disse: “io cerco il ‘cuore’ della questione”), oppure per segnalare l’accezione particolare di una parola (il ballerino ‘ parlava ‘ con le gambe mentre danzava).

Le virgolette semplici racchiudono in genere il significato di una parola o la sua traduzione, mentre in corsivo – o, raramente, tra virgolette – si scrive di solito la parola da sottolineare, da definire o da tradurre:ย ยซ onichรฌa ยป vuol dire ‘malattia delle unghie’.

 

(Fonte https://grammatica-italiana.dossier.net/punteggiatura.htm)