CANDU INFOLLA SA FIGU, FRUMENTU A MANDIGU 27 Luglio 2022 – Posted in: Modi di dire – Tags: #proverbio, #sardegna, candu infolla sa figu, dialetto, dialetto sardo, fenomenologia della lingua italiana, fenomenologia di un dialetto, lingua sarda, proverbio sardo
Candu infolla sa figu, frumentu a mandigu
Il sardo (nome nativo sardu /ˈsaɾdu/, lìngua sarda /ˈliŋɡwa ˈzaɾda/ nelle varietà  campidanesi o limba sarda /ˈlimba ˈzaɾda/ nelle varietà  logudoresi e in ortografia LSC) è una lingua parlata in Sardegna e appartenente alle lingue romanze del ramo indoeuropeo che, per differenziazione evidente sia ai parlanti nativi, sia ai non sardi, sia agli studiosi di ogni tempo, deve essere considerata autonoma dagli altri sistemi dialettali di area italica, gallica e ispanica e pertanto classificata come idioma a sé stante nel panorama neolatino.
Dal 1997 la legge regionale riconosce alla lingua sarda pari dignità rispetto all’italiano. Dal 1999 la lingua sarda è anche tutelata dalla legge nazionale sulle minoranze linguistiche; fra i dodici gruppi in questione, quello sardo costituisce la comunità più robusta in termini assoluti benché in continua diminuzione nel numero di locutori.
«Sorge ora la questione se il sardo si deve considerare come un dialetto o come una lingua. È evidente che esso è, politicamente[Nota 1], uno dei tanti dialetti dell’Italia, come lo è anche, p. es., il serbo-croato o l’albanese parlato in vari paesi della Calabria e della Sicilia. Ma dal punto di vista linguistico la questione assume un altro aspetto. Non si può dire che il sardo abbia una stretta parentela con alcun dialetto dell’italiano continentale; è un parlare romanzo arcaico e con proprie spiccate caratteristiche, che si rivelano in un vocabolario molto originale e in una morfologia e sintassi assai differenti da quelle dei dialetti italiani.» (Max Leopold Wagner (1950-1997). La lingua sarda. Storia, spirito e forma. Ilisso. Nuoro, pp. 90-91)
Cosa significa, dunque, “candu infolla sa figu, frumentu a mandigu“?
Un bel proverbio contadino che si tramanda da generazioni che, nella stagione delle prime foglie (del fico appunto), si notava l’albero mettere grandi foglie che presagivano l’arrivo della primavera più calda!
“Candu infolla sa figu, frumentu a mandigu” si traduce, più o meno in “quando il fico mette le foglie, usa il lievito con parsimonia” per suggerire a chi fa il pane di ridurre la dose di lievito quando finisce l’inverno e l’aria si scalda con la primavera che anticipa poi l’estate calda.
Il proverbio racconta appunto della parsimonia, dell’importanza di essere accorti nel ridurre la dose di lievito ma può tranquillamente essere compreso con l’impronta che gli antichi davano nel risparmio e nell’utilizzo appunto “parsimonioso” (senza sprechi) di ogni risorsa utile e non. Di auesti tempi può sembrare desueta tale modalità ma a noi piace ricordare tali proverbi per provare a far riflettere in un mondo sempre più veloce!
E tu quale proverbio della tua terra d’origine vuoi approfondire?
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