‘O purpo s’adda cocere cu’ l’acqua soja 29 Luglio 2021 – Posted in: Modi di dire – Tags: #purpo #mododidire #losapeviche #curiosity
‘O purpo s’adda cocere cu’ l’acqua soja
è un modo di dire napoletano molto famoso tanto da essere ormai entrato anche nella parlata popolare di tutta Italia.Questo proverbio rivela il rapporto che i napoletani hanno con il mare e viene usato nei confronti di una persona troppo sicura, di qualcuno che sta commettendo un errore e sta a indicare che prima o poi tale atteggiamento negativo si rivelerà deleterio per chi lo incorpora.
Tale detto popolare ha quindi un significato molto fatalista, quasi un monito a non intervenire prima del tempo perché chi sbaglia prima o poi dovrà scontare gli sbagli commessi e quando ciò avverrà sarà del tutto impreparato. Tale atteggiamento si trasmette quindi nella tradizione italiana verso chi sbaglia. La saggezza popolare insegna che presto o tardi i fatti daranno ragione a chi è capace di aspettare.
Questo detto può essere usato anche nei confronti dei testardi, di coloro che non “sentono”, quelli che non ascoltano i consigli poiché pensano di avere già le risposte pronte. Ebbene anche loro impareranno sulla propria pelle che chi sbaglia prima o poi si ritroverà a pagare.
O purp si cuoce con l’acqua propria è l’espressione con cui è divenuto famoso questo detto che a Napoli si dice in maniera più estesa “O purpo s’adda cocere cu’ l’acqua soja” che tradotto vuol proprio dire il “polpo si cuoce con la propria acqua” e deriva dalla cucina napoletana che vuole appunto il polpo cotto solo nell’acqua bollente: per farlo bastano infatti tre calate in acqua e basta, senza spezie né altro.
Rimarrà così gommoso e dal sapore marino e verace. Nello stesso modo in cui un polpo deve esser lasciato cuocere in acqua bollente senza ulteriori aiuti così chi sta sbagliando, in un modo o nell’altro, deve esser lasciato a compiere il proprio destino senza interferenze.
Volendo entrare ancora più nell’”intimo”del detto per capirne il significato è possibile tenere a mente che questo modo di dire era spesso usato dal principe della risata Antonio de Curtis, in arte Totò, quando a teatro o in una scena sul set vedeva o sentiva qualche attore o membro della troupe non coinvolto nel progetto che stava per sbagliare qualcosa, in quel caso esclamava sempre “O purp si cuoce con l’acqua propria” prima di vedere il risultato finale di un’azione che già sapeva avere i tempi comici e recitativi sbagliati.
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