PER UN PUNTO MARTIN PERSE LA CAPPA! 30 Luglio 2021 – Posted in: Modi di dire – Tags: #curiosità, #losapeviche, #mododidire, #perunpuntomartinperselacappa, #proverbio
Per un punto Martin perse la cappa
Un motto popolare che ormai tutti conoscono per averlo sentito da qualche parte…ma siamo sicuri che tutti ne conoscono l’origine così particolare ed originale?Tale espressione vuol significare che, talvolta, anche piccolissimi errori, causati ad esempio da una distrazione, possono avere delle gravi conseguenze procurando il fallimento di un ambito e desiderato progetto. E’ un’espressione usata in modo ironico talvolta come ammonimento anche in ambito matematico, ad esempio, dove ogni punto, pur così minuscolo, può cambiare a seconda della posizione il significato di un’espressione: mai distrarsi, quindi, e massima concentrazione!
ORIGINE
Ed ora veniamo all’origine del proverbio, un’origine molto antica (risalente al XVI secolo) che deriverebbe da un simpatico aneddoto che vide come protagonista Frate Martino, abate dell’Abbazia di Asello.
Si narra, infatti, che il nostro abate, ebbe una disavventura quando decise di apporre sul portale principale del suo monastero un cartello di benvenuto che recitasse: “”Porta patens esto. Nulli claudatur honesto“, ovvero “La porta sia aperta. A nessuna persona onesta sia chiusa”.
L’incisore (o, in altre versioni, forse lo stesso abate Martin), sbagliò la punteggiatura e mise il punto dopo la parola nulli anziché dopo esto.
Il messaggio divenne così: “Porta patens esto nulli. Claudatur honesto” ossia “La porta non sia aperta a nessuno. Sia chiusa alle persone oneste”.
Tale errore procurò non solo una magra figura a Martino, ma la notizia di un messaggio così avverso alla “caritas christiana”, raggiunse, infatti, le alte sfere ecclesiastiche (si dice addirittura lo stesso Pontefice), che decretarono l’immediata sollevazione dell’abate, privandolo così della cappa, cioè il mantello, simbolo della carica di priore di un monastero, che di tale dignità era simbolo.
Un simpatico aneddoto che dimostra ancora una volta che la nostra lingua ha mille sfaccettature; la prossima volta, tra amici, avrete una carta in più da giocare!
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