A Santa Lucia nu passe ‘e gallina, a Sant’Aniello nu passe ‘e pecuriello 13 Dicembre 2022 – Posted in: Modi di dire – Tags: #curiosity, #fenomenologia, #fenomenologiadellalinguaitaliana, #modididire #asantalucianupasseegallinaasantaniellonupasseepecuriello #napoletano #curiosity #losapeviche, #parole, #proverbi, #proverbio, #proverbionapoletano, #santalucia, #santaniello, #好奇心, allgemeiner Spruch, argot, Biografien, biographies, biographies of famous people Matematica, biography, common saying, curiosité, curiosities, curiosity meaning, dicton commun, did you know that, domenica, giorni della settimana, giovedì, indovinelli, Italian, Italian language, Italien, Italienisch, italienische Sprache, italy words, Langue, langue italienne, lo sapevi che, lunedì, martedì, math quiz, math tricks, mathematics, mercoledì, mots, Neugier, Phänomenologie, Phänomenologie der Sprache, phénoménologie, phénoménologie du langage, quiz di matematica, riddles quiz, sabato, saviez-vous que, Sprache, trucchi di matematica, venerdì, words, words in italian, Wörter, wusstest du das, अंक शास्त्र, आम कहावत, इटालियन भाषा, इतालवी, क्या आप जानते हैं, गणित की तरकीबें, गणित प्रश्नोत्तरी, घटना phenomenology, जिज्ञासा, जीवनी, पहेलियाँ, प्रश्न पूछना, बोलचाल की भाषा, भाषा की घटना विज्ञान phenomenology of language, भाषा: हिन्दी language, शब्दों, 你知道嗎 Curiosità, 俚語 Biografie, 傳記, 字 Modi di dire, 恆言 Slang, 意大利語, 意大利語 Italiano, 現象學 Fenomenologia della lingua, 語 Lingua italiana, 語言現象學 Linguaggio
A Santa Lucia e a Sant’Aniello : un modo di dire che in questo periodo si sente sovente per i vicoli di Napoli..ma vediamo cosa significa!
Santa Lucia e Sant’Agnello: due sante figure, una femminile ed una maschile. La prima siciliana, la seconda figura campana. Lontani nel tempo (vissero infatti a circa due secoli di distanza), ma molto affini agli occhi dei fedeli. Vediamo, in estrema sintesi, le loro vite piene di aneddoti….
Santa Lucia
Lucia era una giovane nata a Siracusa nel 283 d.C. Di nobile famiglia cristiana, ma orfana di padre dall’età di cinque anni e promessa in sposa a un pagano, sin da tenera età aveva fatto segreto voto di verginità a Cristo. Sua madre, Eutychia, da anni ammalata di emorragie, spendeva ingenti somme per curarsi, ma nulla le giovava.
Allora Lucia ed Eutychia si recarono pellegrine al sepolcro di sant’Agata, martire a Catania nel 251 d.C., pregandola di intercedere per la guarigione. Giunte lì il 5 febbraio dell’anno 301, ( dies natalis di Agata), Lucia si assopì durante la preghiera e vide in visione la santa catanese circondata da schiere angeliche dirle:
“Lucia sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Constatata l’avvenuta guarigione di Eutychia, mentre facevano ritorno a Siracusa, Lucia esternò alla madre la sua ferma decisione di consacrare la sua verginità a Cristo, e di donare il suo patrimonio ai poveri.
Per i successivi tre anni, ella visse dunque a servizio di infermi, bisognosi e vedove della città.
Il pretendente, vedendo la desiderata Lucia privarsi di tutti gli averi ed essendo stato rifiutato da quest’ultima, volle vendicarsi denunciandola come cristiana.
Erano infatti in vigore i decreti della persecuzione dei cristiani emanati dall’imperatore Diocleziano.
Il Processo
Al processo che sostenne dinanzi al prefetto Pascasio, le fu imposto di fare sacrifici agli dèi pagani, ma ella non arretrò nella fede!
Proclamava, con ispirazione divina, i passi delle sacre Scritture. Minacciata allora di essere condotta in un postribolo, Lucia rispose:
“Il corpo si contamina solo se l’anima acconsente”.
Il dialogo serrato tra lei ed il magistrato vide ribaltarsi le posizioni, tanto da vedere Lucia mettere in difficoltà Pascasio.
Pascasio dunque ordinò che la giovane fosse costretta con la forza, ma, come narra la tradizione, divenne miracolosamente pesante, tanto che né decine di uomini né la forza di buoi riuscirono a smuoverla.
Accusata di stregoneria, Lucia allora fu cosparsa di olio, posta su legna e torturata col fuoco, ma le fiamme non la toccarono. Fu infine messa in ginocchio e secondo le fonti latine le fu infisso un pugnale in gola (jugulatio), nell’anno 304, all’età di ventun’anni. Morì solo dopo aver ricevuto la Comunione e profetizzato la caduta di Diocleziano e la pace per la Chiesa.
Privo di ogni fondamento e assente nelle molteplici narrazioni e tradizioni, almeno fino al secolo XV, è l’episodio in cui Lucia si sarebbe strappata – o le avrebbero cavato – gli occhi.
L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, sarebbe da ricollegarsi, più semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo dell’etimologia del suo nome dal latino Lux, luce. (Fonte Wikipedia)
Santa Lucia, considerata la protettrice degli occhi e della vista, cambierebbe “attributi”in alcune provincie del Nord Italia vista al pari di una “befana”.
La data del 13 dicembre, è divenuta il giorno sacro in cui si celebra la sua santità e non è così strano notare i bambini attendere la martire in groppa a un asinello affinchè consegni loro alcuni doni.
Il detto, ormai divenuto celeberrimo, “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia” in quanto il solstizio d’inverno cadeva in quel giorno (prima della riforma attuata da papa Gregorio XIII nel 1582 che portò alla nascita del calendario Gregoriano), e le ore di luce duravano meno.
Il culto della Santa Lucia si diffuse tra il IV e il V secolo d.C., come si evince da un’iscrizione ritrovata in una catacomba siracusana.
Le spoglie della vergine martire sono custodite all’interno della chiesa di San Geremia a Venezia portate dai mercanti veneziani che le trafugarono a Costantinopoli.
Sant’Aniello
Agnello o Aniello nacque a Napoli, nel 535 d. C., da un’anziana donna non più fertile finché non ricevette la grazia dalla Madonna.
Il giovine adolescente decise di ritirarsi presto in solitudine per diversi anni vivendo “riparato” in una grotta e successivamente entrò a far parte dell’Ordine dei Benedettini, di cui divenne Abate nel Convento di San Gaudioso: qui fondò un ospedale per i malati più bisognosi.
Morì il 14 dicembre del 595 d. C., nel convento, ed in tale giorno si festeggia la sua santità.
Sant’Agnello è da sempre reputato il protettore dei marinai e delle partorienti.
Si narra, che il monaco comparve ai napoletani nell’821 d.C., e li condusse in attacco contro i longobardi guidati da Sicone: da quel momento è raffigurato con uno stendardo in mano.
Una parte del suo corpo (mandibola e una parte di gola) sono custoditi nel Duomo di Napoli, nella cappella del Tesoro di San Gennaro.
Il resto del suo corpo forse è conservato nella chiesa di Sant’Agnello Maggiore, situata nel centro storico del capoluogo campano, ma per altri sarebbe sepolto nella cattedrale di San Martino a Lucca.
Quale collegamento c’è fra queste due sante figure?
Sono festeggiati, in vero, ad un giorno di distanza, ma vi è un detto napoletano molto conosciuto che accomuna le due figure:
“A Santa Lucia nu passe ‘e gallina, a Sant’Aniello nu passe ‘e pecuriello”.
Il proverbio indica che, mentre il 13 dicembre il giorno si allunga di pochissimo, così come è minima la distanza tra i passi di una gallina che cammina, il 14 dicembre il giorno (luce) inizia ad aumentare proprio come è più ampio il passo di un agnellino.
Conoscevate questo proverbio napoletano? Lo avete già sentito da qualcuno?
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