TALIAMI E TE FAZZU PETRA! 25 Agosto 2022 – Posted in: Modi di dire – Tags: #mododidire #taliami #dialettosiciliano #curiosità #curiosity #fenomenologia, sicilia, taliami e te fazzu petra
Un detto siciliano alquanto equivoco!
La mitologia siciliana della Trinacria richiama il simbolo di Medusa, la gorgone con la testa ricoperta di serpenti che tramuta in pietra chiunque la guardi negli occhi.”Taliami e te fazzu petra” in siciliano significa proprio questo: guardami e ti faccio diventare pietra, o in inglese, one gaze and you’ll turn into stone.
Ovviamente l’allusione con un poco velato doppio senso riporta alla sessualità maschile (petra: durezza membro maschile)!
La trinacria ha un significato particolare: le tre gambe raffigurate in questo simbolo sono legate alla forma dell’isola, ossia alle tre punte del triangolo della Sicilia.
Più precisamente il promontorio di capo Boeo a nord-ovest, quello di Capo Peloro a nord-est e infine Capo Passero a sud, nei pressi di Siracusa.
Al centro del simbolo della Sicilia troviamo però la testa inconfondibile di Medusa, uno dei personaggi più conosciuti della mitologia greca, un essere terrificante.
Figlia di Forco, divinità del mare, e Ceto, mostro marino dalla storia tormentata, Medusa è una delle tre Gorgoni, la sorella mortale di Steno ed Euriale.
Oltre al loro sguardo, anche il loro sangue aveva poteri sorprendenti: Medusa fu uccisa in Etiopia da Perseo che le tagliò la testa, e dal suo sangue nacque Pegaso, il famoso cavallo alato.
Il mito di Medusa è un mito antico di una donna trasformata in mostro: si tratta infatti originariamente di una splendida fanciulla, l’unica mortale di tre sorelle.
La sua bellezza aveva però attratto il dio del mare, Poseidone, che l’avrebbe violentata in un tempio sacro di Atena.
Furiosa per la profanazione del suo tempio, Atena avrebbe quindi trasformato Medusa in un mostro donandole la terribile capacità di pietrificare chiunque incrociasse il suo sguardo.
In ambito artistico scultori e pittori utilizzavano la testa di Medusa anche per allontanare gli influssi maligni e spesso questa figura diventa più affascinante che un semplice mostro.
Questo detto, “Taliami e te fazzu petra”, è stato utilizzato dall’artista e fotografo di fama internazionale Salvatore Di Gregorio, originario della Sicilia, in un progetto del 2019 che ritrae il quartiere a luci rosse di Catania, San Berillo, documentando la vita di uno dei primi quartieri del genere in Europa.
L’intensità degli sguardi della gente di San Berillo rimanda proprio a Medusa, colei che con il solo sguardo poteva trasformare chiunque in pietra.
In questo modo, l’artista ha contestualizzato il mito di Medusa in Sicilia, facendo riferimento al mito e alla storia della sua terra.
L’artista ha rivelato di aver usato questo titolo, “Taliami e te fazzu petra”direttamente in dialetto siciliano perché: “l’utilizzo del dialetto siciliano mi diverte molto e non c’era occasione migliore per usarlo, dato che si parla di una storia tutta siciliana.”
Il suo intento nell’opera non era quello di raccontare la prostituzione in Sicilia, ma di dare una luce diversa a un quartiera dalla storia audace e dando una prospettiva differente al lettore.
Ogni figura esce quindi fuori dal contesto della prostituzione e diventa un personaggio glamour, con vivido carattere.
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