Uccello del Malaugurio: Storia e Curiosità 29 Gennaio 2025 – Posted in: Modi di dire – Tags: #apollo, #coronide, #corvo, #CredenzePopolari, #folklore, #MitologiaGreca, #ovidio, #tradizioni
Uccello del Malaugurio
Il detto “uccello del malaugurio” è profondamente radicato nella nostra cultura, ma quanti conoscono la sua affascinante origine mitologica? Questa espressione, che usiamo comunemente per indicare chi porta cattive notizie, ha radici antichissime che ci riportano alla Grecia classica e a una storia di amore, tradimento e vendetta, immortalata dal poeta Ovidio nelle sue “Metamorfosi”.
La Storia nelle Metamorfosi di Ovidio (l’origine del “Malaugurio”)
Nel Libro II delle Metamorfosi (versi 531-632), Ovidio narra magistralmente questa storia che ha attraversato i secoli.
Il poeta latino ci racconta di come tutto ebbe inizio con una delle tante storie d’amore di Apollo, il dio del Sole. Il dio si innamorò perdutamente di Coronide, una bellissima principessa dei Lapiti, popolazione della Tessaglia.
Prima di assentarsi per alcuni impegni divini, Apollo affidò la sorveglianza della sua amata a un corvo, all’epoca suo fedele servitore, caratterizzato da un magnifico piumaggio bianco come la neve.
Durante l’assenza di Apollo, Coronide si innamorò di un giovane mortale di nome Ischi.
Il corvo, testimone del tradimento, si trovò di fronte a un dilemma morale: rivelare o meno l’infedeltà al suo padrone? Dopo qualche esitazione – dettaglio che si rivelerà fatale – decise di volare da Apollo per riferirgli quanto aveva visto.
La Punizione Divina
La reazione di Apollo fu devastante. Accecato dalla gelosia e dal dolore, il dio scagliò una delle sue infallibili frecce contro Coronide, uccidendola.
Tuttavia, la sua ira non si placò con la morte dell’amata. Apollo, in un momento di irrazionale furore, si scagliò anche contro il messaggero della triste notizia: il corvo.
Il dio trasformò il candido piumaggio dell’uccello nel nero più profondo, condannandolo inoltre a essere per sempre portatore di cattivi presagi.
Da qui deriva l’espressione “uccello del malaugurio” e il detto “essere un corvo”, utilizzato per chi porta cattive notizie o semina discordia.
Curiosità e Folklore
È interessante notare come il corvo fosse già considerato un animale dal significato ambivalente in molte culture antiche, ben prima di questo mito.
Nell’antico Egitto, per esempio, i corvi erano venerati per la loro intelligenza e considerati messaggeri degli dei. Nella mitologia norrena, due corvi, Huginn e Muninn, erano gli occhi e le orecchie di Odino, portandogli notizie da tutto il mondo.
La trasformazione del corvo da animale sacro a portatore di sventure è un processo culturale complesso, influenzato non solo dal mito di Apollo e Coronide, ma anche dalle abitudini dell’animale stesso: il suo colore nero, il verso gracchiante e la sua natura di spazzino (si nutre anche di carogne) hanno contribuito a costruire la sua reputazione sinistra.
Il Corvo nella Cultura Moderna
Oggi, il corvo continua a mantenere questa duplice natura nell’immaginario collettivo. Se da un lato resta associato a presagi funesti, dall’altro la scienza ha dimostrato che i corvidi sono tra gli uccelli più intelligenti, capaci di utilizzare strumenti e risolvere problemi complessi.
Alcuni studi suggeriscono che possano avere capacità cognitive paragonabili a quelle dei primati.
Conclusione
L’espressione “uccello del malaugurio”, immortalata da Ovidio nelle Metamorfosi, ci ricorda come i miti antichi continuino a influenzare il nostro linguaggio quotidiano.
La storia del corvo e di Apollo ci insegna anche quanto possa essere complesso il ruolo del messaggero: a volte, come dice il proverbio, “chi porta male nuove, male arriva”, proprio come accadde al povero corvo della mitologia.
La prossima volta che userete questa espressione, ricordatevi che state attingendo a una tradizione millenaria, che intreccia mitologia, folklore e saggezza popolare in un affascinante racconto di amore, fedeltà e conseguenze inattese.
© copyright 2024 – tutti i diritti sono riservati.