BRIDGERTON : 10 CURIOSITÀ DELLA SERIE NETFLIX 11 Gennaio 2021 – Posted in: Momenti – Tags: #bridgerton #serietv #netflix #curiosity
C’era una volta una serie di romanzi rosa di carattere storico, Bridgerton.
E c’è ancora, ma adesso – a due decadi dall’arrivo in libreria – Netflix l’ha trasformata in una serie tv-evento che debutta oggi, giorno di Natale.
La stagione uno, tratta dal primo libro (Il duca e io, Oscar Mondadori), racconta la storia di una giovane aristocratica, Daphne (Phoebe Dynevor), al suo debutto in società e di tutti gli ostacoli del cuore – oltre alle rigide regole dell’etichetta inglese – che deve superare per trovare il vero amore
La vicenda, ambientata nel periodo della Reggenza, nell’Ottocento britannico, riguarda anche la sua numerosa famiglia: suo padre, il visconte Bridgerton, è morto molti anni prima e da allora il titolo e le responsabilità sono passate all’erede Anthony (Jonathan Bailey) che si occupa della madre Violet (Ruth Gemmell) e della sua nidiata di figli, tutti con nome in rigoroso ordine alfabetico. C’è l’artista sensibile e incompreso Benedict (Luke Thompson), seguito dall’inesperto Colin (Luke Newton), un giovane dall’animo da viaggiatore
E, dopo Daphne, la protagonista di queste prime otto puntate, arriva Eloise (Claudia Jessie), la studiosa ribelle pronta a tutto pur di svelare l’identità della scrittrice di cronache mondane Lady Whistledown (la cui voce in originale appartiene a Julie Andrews) assieme alla migliore amica nonché vicina di casa Penelope Featherington (Nicola Coughlan). I tre più piccoli Francesca, Gregory e Hyacinth sono ancora troppo giovani per far parte a pieno titolo degli intrighi
Tra storie d’amore, segreti inconfessabili e incontri proibiti ad alto tasso erotico, la serie riscrive i canoni del period drama con molta astuzia e grandissima modernità
Ecco, allora, 10 curiosità da scoprire!
1. L’allievo supera la maestra
Lo showrunner di Bridgerton è Chris Van Dusen, che gravita nella corte di Shonda Rhimes dai tempi di Grey’s Anatomy e ha lavorato in tutte le sue successive serie televisive. La serie, realizzata per la piattaforma streaming proprio da Shondaland, ricorda molto lo stile spregiudicato e innovativo dei suoi lavori precedenti. Non stupisce che Julie Andrews sia stata scelta per la voce narrante: ha già lavorato con la produttrice per Principe azzurro cercasi con Anne Hathaway
2. Un guardaroba da favola
I costumi della serie sono stati tutti realizzati a mano da bozzetti originali da un’equipe di costumiste capitanata dalla newyorkese Ellen Mirojnick, che ha firmato gioiellini cinematografici come The Greatest Showman e Maleficent. Ha realizzato 7500 costumi diversi per otto puntate, più tutti gli accessori dell’epoca, riservando una scelta di 104 abiti alla protagonista Daphne. L’attrice Phoebe Dynevor ha fatto durante i sei mesi di preparazione delle sedute quotidiane di fitting della durata di tre ore
3. Il portamento, innanzitutto
Proprio come per Downton Abbey e per i period drama in tv e al cinema, l’accuratezza storica viene supervisionata da un consulente, in questo caso la dottoressa Hannah Greig, che però ha anche voluto dare un tocco contemporaneo alla vicenda
4. E alla fine arriva il cast
Le prime due attrici ad essere ingaggiate in questo cast di giovani promesse sono state Claudia Jessie (Eloise) e Nicola Coughlan (Penelope), che sono migliori amiche nella finzione ma anche legatissime nella realtà perché si conoscono da prima di aver messo piede sul set
5. Audrey-style:
Marc Pilcher, che ha curato il look di Daphne si è ispirato a Guerra e Pace nella versione interpretata da Audrey Hepburn. Ecco perché la paletta nei toni dell’azzurro usata per lo stile dei Bridgerton strizza l’occhio agli anni Sessanta nell’estetica della protagonista, una bellezza senza tempo, naturale, fresca e deliziosa
6. La boy band dei Bridgerton
Luke Newton (Colin) ha un background teatrale e nella serie viene messo a frutto il suo talento musicale (gli altri membri del cast, inclusa Phoebe Dynevor, hanno dovuto prendere lezioni), ma la sua energia contagiosa ha fatto sì che non solo cantasse davanti alla macchina da presa, ma anche dietro. Tra una ripresa e l’altra coinvolgeva gli altri maschietti di casa Bridgerton in canti di vario genere, dicendo che sembravano una vera e propria boyband
7. Regina di cuori
L’autrice dei romanzi Julia Quinn è fan dell’attrice Golda Rosheuvel, che interpreta la Regina Charlotte, un personaggio di colore creato ad hoc per la serie. Ecco perché ha deciso di prendere carta e penna e mandarle una lettera da fan per dimostrarle tutta l’ammirazione che ha sempre provato nei suoi confronti
8. Team vincente
La Brit invasion che parla di vera e propria esportazione dei talenti inglesi a Hollywood è confermata ampiamente da Regé-Jean Page (Simon, il duca di Hastings), che è stato scelto come protagonista assoluto della prima stagione dopo aver già lavorato con Shonda Rhimes per la serie For the people. È noto, infatti, che la produttrice tenda a fare squadra e a non cambiarla facilmente. «Mi sento a casa a Shondaland», ha dichiarato l’attore ai fan, «l’unica differenza è che stavolta tutti, dalla receptionist alla security, quando arrivavo in ufficio stavano leggendo i libri dei Bridgerton e ne parlavano. Finora non mi era mai capitato di far parte di un simile fenomeno»
9. Le mogli-trofeo
Difficile immaginare la vita delle donne dell’Ottocento, scambiate come merci con la dote e di fatto proprietà del marito. «Oggi siamo fortunate ad essere libere – dice Nicola Coughland – mentre all’epoca l’universo femminile era totalmente sottomesso a quello maschile. Mi è bastato pensare che all’età di Penelope io già lavoravo e avevo i miei risparmi da parte, mentre a lei non viene concesso neppure di studiare”
10. La rivoluzione Bridgerton
Shonda Rhimes ha rivoluzionato un genere classico rendendolo sexy e moderno, ma il cuore della storia restano sempre i personaggi. «L’essere umano – ha detto Regè-Jean Page – resta lo stesso in qualsiasi periodo storico, con domande simili e gli stessi problemi di cuore quando è innamorato. Nell’Ottocento i sentimenti e i desideri venivano repressi, invece Bridgerton li mostra impunemente e senza chiedere scusa o permesso. Lo fa e basta e questo cambierà d’ora in poi il modo in cui i racconti in costume verranno realizzati»
(Fonte https://www.iodonna.it/spettacoli/tv/2020/12/25/bridgerton-serie-tv-netflix-natale-2020-10-curiosita-shonda-rhimes-greys-anatomy/amp/)