Maturità 2023 – Le Tracce 21 Giugno 2023 – Posted in: Lo Sapevi che, Momenti – Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

Esame di Maturità 2023

21 Giugno, una data segnata a fuoco nel calendario degli studenti di tutta Italia. È l’inizio di una tappa cruciale, l’Esame di Stato.

L’attesa è terminata e l’ansia sale. Quest’anno, un incredibile numero di 536.008 maturandi si presenteranno all’appello, pronti ad affrontare la sfida che definirà il loro futuro.

Di questi, 521.015 sono interni, immersi nella quotidianità delle scuole italiane, mentre 14.993 sono esterni, provenienti da altri percorsi. Un esercito di giovani talenti che si radunerà in 27.895 aule, appositamente create, e sarà valutato da una mastodontica armata di 14.000 commissioni.

Saranno giorni intensi, un mix di emozioni e determinazione, dove i sogni prenderanno vita e le ambizioni troveranno il loro banco di prova.

Tutto il paese tiene il fiato sospeso, pronti a sostenere e incoraggiare i futuri professionisti, scienziati, artisti e leader che daranno forma al nostro domani. L’esame è una sfida epica che richiede impegno, studio e audacia.

È il momento di dimostrare il proprio valore e mettere in mostra il frutto di anni di fatica. Per i maturandi, è il momento di brillare e conquistare il traguardo che li separa dalla prossima grande avventura. Inizia l’Esame di Stato, e nulla sarà come prima.

Buona fortuna, ragazzi! Il futuro vi attende.

Le tracce

Analisi del testo (tipologia A): “Alla nuova luna” di Salvatore Quasimodo e Alberto Moravia con un brano tratto da “Gli Indifferenti”

Testo argomentativo (tipologia B): Federico Chabod, “L’idea di Nazione” – Piero Angela, “Dieci cose che ho imparato” – Oriana Fallaci, “Intervista con la storia”.

Tema di attualità (tipologia C): Lettera aperta al Ministro Bianchi sull’esame di Maturità e Marco Belpoliti con “Elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp”

 

Noi, per ragioni di opportunità, argomenteremo solo la traccia “Analisi del testo” cercando di definere al meglio sia i versi di Quasimodo che quelli di Moravia, mettetievi comodi!

“Alla nuova luna” di Salvatore Quasimodo

Boom! Quest’opera sensazionale, l’ultimo gioiello del rinomato poeta Premio Nobel, è stata sfornata nel lontano 1958 dalla prestigiosa casa editrice Mondadori, nella collana da brivido ‘I poeti dello Specchio’. E, sì, ha conquistato il prestigiosissimo Premio Viareggio!

Ma attenzione, si parte con il botto! “Alla nuova luna” apre la sezione esplosiva “Domande e risposte” nell’incredibile capolavoro “La terra impareggiabile”.

Una sezione che ti catapulta nell’equilibrio perfetto tra metafisica e scienza, come un viaggio mozzafiato nel cuore dell’opera di Quasimodo. E questa poesia è la supernova tra le stelle: una delle più celebri di un gruppo di opere che si inginocchiano di fronte a Scienza e Dio.

Quasimodo, uno dei mostri sacri della letteratura italiana, continua a incendiare le menti dei giovani studenti con la sua poesia ardente e trascinante.

E non è un caso se il suo genio è stato consacrato con il prestigioso Premio Nobel per la Letteratura. I suoi versi profondi e l’inconfondibile eleganza della sua scrittura rapiscono l’immaginazione di ragazzi e ragazze in tutta la nazione.

Pronto per l’esplosione di emozioni? L’analisi di questa poesia ti porterà in un turbinio di scoperte, svelando l’intreccio geniale tra scienza e religione. La “nuova luna” diventa il simbolo del rinnovamento e del progresso, mentre le domande scottanti del poeta ti costringono a scrutare

l’anima dell’umanità in un modo mai provato prima.

Il tema principe?

Un’avventura senza precedenti nell’esplorazione dell’essere umano. Una sfida epica, una cavalcata selvaggia attraverso le profondità dell’esistenza, un’esperienza che ti farà tremare le vene.

E chi altro poteva incantarti con un viaggio simile se non il maestro Quasimodo?

Nella tua avventura verso la maturità, questo testo è l’arma segreta per scoprire le molteplici sfumature della vita umana, attraverso gli occhi di uno dei più grandi poeti italiani del XX secolo.

Non lasciartelo sfuggire, è un autentico capolavoro letterario che ti farà gridare: ‘Wow!'”

Testo – Alla nuova luna di Salvatore Quasimodo

In principio Dio creò il cielo
e la terra, poi nel suo giorno
esatto mise i luminari in cielo
e al settimo giorno si riposò
Dopo miliardi di anni l’uomo,
fatto a sua immagine e somiglianza,
senza mai riposare, con la sua
intelligenza laica,
senza timore, nel cielo sereno
d’una notte d’ottobre,
mise altri luminari uguali
a quelli che giravano
dalla creazione del mondo. Amen.

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Alberto Moravia con un brano tratto da “Gli Indifferenti”

Gli indifferenti (1929) é il romanzo d’esordio di Alberto Pincherle, in arte Alberto Moravia (1507 – 1560). I protagonisti sono i fratelli Caria e Michele Ardengo, incapaci di opporsi ai propositi di Leo Merumeci amante della loro madre Mariagrazia, che in modo súbdolo tenta di impossessarsi dei beni o della villa di loro proprietà.

“Gli Indifferenti: uno sguardo spietato e travolgente sulla borghesia dei nostri tempi. Scoprirete come l’apatia e la crudeltà si intrecciano nella trama, attraverso i personaggi centrali: i fratelli Carla e Michele Ardengo, autentici esempi di una classe sociale incapace di provare emozioni.

Ma non finisce qui! Leo, l’amante intraprendente di Mariagrazia, madre dei due fratelli, incarna alla perfezione l’ambizioso scalatore sociale, pronto a tutto pur di ottenere ciò che desidera, senza alcun riguardo morale.”

Ecco a voi una riflessione scottante sull’animo umano, raccontata attraverso i ricchi e potenti che dominano il mondo. La noia e la mancanza di empatia non sono solo i vizi di alcuni individui, ma sembrano essere l’essenza stessa della classe privilegiata. Immergetevi in un universo affascinante, in cui il potere, l’ambizione e la mancanza di scrupoli si mescolano in un cocktail esplosivo.

Preparati a essere catturato dal fascino oscuro di Carla e Michele Ardengo, che non conoscono altro che l’insensibilità e la freddezza. E poi c’è Leo, un personaggio che vi farà rabbrividire con la sua sete di successo a tutti i costi, che sfrutta a proprio vantaggio la relazione amorosa con Mariagrazia, una madre coinvolta in una trama di inganni e manipolazioni.

Intrighi, segreti e una trama avvincente vi aspettano in questa saga irresistibile sulla faccia oscura della borghesia.

Vi condurrà in un viaggio che vi farà interrogare sulla natura umana e sulle insidie del potere. Preparatevi a essere sbalorditi e a non poter fare a meno di condividere questa storia che vi lascerà senza fiato!”

Il testo tratto da Gli indifferenti di Alberto Moravia

“Tutti lo guardarono. “Ma vediamo, Merumeci,” supplicò la madre giungendo le mani; “non vorrà mica mandarci via così sui due piedi?… ci conceda una proroga…”

“Ne ho già concesse due;” disse Leo “basta… tanto più che non servirebbe ad evitare la vendita…”

“Come a non evitare?” domandò la madre.

Leo alzò finalmente gli occhi e la guardò: “Mi spiego: a meno che non riusciate a mettere insieme ottocentomila lire, non vedo come potreste pagare se non vendendo la villa…”

La madre capì, una paura vasta le si aprì davanti agli occhi come una voragine; impallidì, guardò l’amante; ma Leo tutto assorto nella contemplazione del suo sigaro non la rassicurò: “Questo significa” disse Carla “che dovremo lasciare la villa e andare ad abitare in un appartamento di poche stanze?”

“Già,” rispose Michele “proprio così.”

Silenzio; la paura della madre ingigantiva; non aveva mai voluto sapere di poveri e neppure conoscerli di nome, non aveva mai voluto ammettere l’esistenza di gente dal lavoro faticoso e dalla vita squallida.

“Vivono meglio di noi” aveva sempre detto; “noi abbiamo maggiore sensibilità e più grande intelligenza e perciò soffriamo più di loro…”; ed ora, ecco, improvvisamente, ella era costretta a mescolarsi, a ingrossare la turba dei miserabili; quello stesso senso di ripugnanza, di umiliazione, di paura che aveva provato passando un giorno in un’automobile assai bassa attraverso una folla minacciosa e lurida di scioperanti, l’opprimeva; non l’atterrivano i disagi e le privazioni a cui andava incontro, ma invece il bruciore, il pensiero di come l’avrebbero trattata, di quel che avrebbero detto le persone di sua conoscenza, tutta gente ricca, stimata ed elegante; ella si vedeva, ecco… povera, sola, con quei due figli, senza amicizie ché tutti l’avrebbero abbandonata, senza divertimenti, balli, lumi, feste, conversazioni: oscurità completa, ignuda oscurità.

Il suo pallore aumentava: “Bisognerebbe che gli parlassi da sola a solo,” pensava attaccandosi all’idea della seduzione; “senza Michele e senza Carla… allora capirebbe.”

Guardò l’amante. “Lei, Merumeci,” propose vagamente “ci conceda ancora una proroga, e noi il denaro lo si troverà in qualche modo”.

 

Un affresco che svela i protagonisti di Moravia, sull’orlo di perdere la loro sontuosa villa, ambita da Leo, l’amante di Mariagrazia, madre di Carla e Michele.

Per la prima volta, Mariagrazia si interroga sulla possibilità che la sua vita possa precipitare verso il peggio, mentre “la paura ingigantisce” e la confronta con l’idea della povertà, con quei poveri di cui non ha mai voluto saperne, né tantomeno conoscerne i nomi, rifiutando l’esistenza di

coloro che vivono una vita faticosa e misera. Un ritratto spietato di una borghesia autoassolutoria, che considera i “poveri” come individui che, privi della loro intelligenza, soffrono meno.

La critica implacabile a ‘Gli Indifferenti’

Secondo il noto critico letterario Cesare Segre, nel suo saggio sulla Letteratura italiana del Novecento, la questione linguistica in questo romanzo diviene secondaria rispetto al tema principale del libro:

“Moravia utilizza un linguaggio quotidiano con abbondanza di dialoghi, concentrandosi interamente sull’ambientazione e sugli oggetti, lasciandosi totalmente assorbire dal suo tema.”

Lo scrittore desidera che l’attenzione sia interamente rivolta all’argomento, un tema che ritornerà anche in opere successive, come ‘La Noia’. Segre definisce questo tema come straordinariamente nuovo e sconvolgente per l’epoca.

In una famiglia dell’alta borghesia romana, una madre vedova e i suoi due figli vivono un’esistenza tediosa, incapaci di vivere una storia che potrebbe essere appassionata (Leo, amante della madre, diventa poi amante anche della figlia e alla fine la sposa, per interesse da parte sua e indifferenza da parte sua).

Tutti si trascinano in una quotidiana mancanza di ideali o aspirazioni, e persino il futile tentativo del figlio maschio di uccidere Leo finisce in una comica situazione, poiché la pistola è scarica.

In un’epoca permeata dalla retorica fascista, il romanzo scosse le coscienze, anche per la sua audacia nell’affrontare il tema del sesso. Di conseguenza, e per le allusioni critiche dirette al regime, la condanna si estese anche ad opere successive di Moravia.”

E voi lo sapevate?

Vi attendo numerosi nei commenti!

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