Chi รจ Aung San Suu Kyi 3 Febbraio 2021 – Posted in: Momenti
La leader del Myanmar arrestata in un colpo di stato รจ stata una delle dissidenti piรน famose del mondo, prima di essere accusata di tollerare le persecuzioni dei rohingya.
Suu Kyi, che durante la sua prigionia era probabilmente la dissidente piรน famosa e celebrata del mondo, negli anni piรน recenti ha deluso molti dei suoi sostenitori soprattutto perchรฉ il suo governo, che in parte ha continuato a dipendere dal potere dei militari, ha dapprima ignorato e poi difeso la persecuzione della minoranza musulmana dei rohingya, compiuta dai militari a partire dal 2017 e considerata da molte organizzazioni internazionali come un genocidio. In Occidente, molti commentatori hanno chiesto che le fosse ritirato il premio Nobel, mentre altri hanno interpretato la difesa delle azioni dellโesercito da parte di Suu Kyi come un atto di realismo politico e un tentativo di preservare il fragile processo di democratizzazione del Myanmar.
Suu Kyi รจ nata nel 1945 a Yangon ed รจ figlia di Aung San, eroe nazionale birmano e uno dei personaggi piรน famosi della storia moderna del paese. Aung San ottenne lโindipendenza del Myanmar dal Regno Unito dopo anni di lotta ma fu assassinato nel luglio del 1947, pochi mesi prima dellโindipendenza, che divenne ufficiale nel gennaio del 1948.
La madre di Suu Kyi, Khin Kyi, rimase una figura di una certa importanza, e nel 1960 fu nominata ambasciatrice in India. Si trasferรฌ a Nuova Delhi con i suoi due figli, ma soltanto due anni dopo lโesercito birmano organizzรฒ un colpo di stato e instaurรฒ una dittatura militare nel paese. Suu Kyi, che al tempo aveva 17 anni, non sarebbe piรน tornata in Myanmar, a parte qualche visita occasionale, per 28 anni.
Suu Kyi frequentรฒ dapprima le scuole di Nuova Delhi, poi si trasferรฌ nel Regno Unito e si laureรฒ a Oxford, dove studiรฒ filosofia, politica ed economia. Trascorse un periodo a New York, lavorando per lโONU, e nel 1972 sposรฒ Michael Aris, uno storico ed esperto di buddhismo tibetano. I due si stabilirono a Oxford ed ebbero due figli, e per qualche tempo trascorsero una vita tranquilla.
Il New Yorker, in un ritratto pubblicato qualche anno fa, ha raccontato che Suu Kyi non smise mai di badare alla vita politica in Myanmar, e che si sentisse in un certo modo in dovere di recuperare lโereditร di suo padre, del quale in quegli anni pubblicรฒ una breve biografia. Secondo il New Yorker, poco prima di sposare Aris, Suu Kyi gli inviรฒ una lettera per spiegargli che se fosse stato necessario si sarebbe impegnata per il suo paese: ยซTi chiedo soltanto una cosa, che se mai il mio popolo avrร bisogno di me, tu mi aiuterai a compiere il mio dovere nei suoi confrontiยป.
Nel 1988 Khin Kyi, che al tempo viveva a Yangon, ebbe un infarto, e Suu Kyi tornรฒ in Myanmar per accudirla. Trentโanni di dittatura militare avevano impoverito il paese, che era diventato uno dei piรน poveri del mondo. Proprio in quei mesi, a Yangon erano in corso grandi proteste studentesche: il generale Ne Win, che era stato lโautore del colpo di stato del 1962 che aveva instaurato la dittatura militare e che aveva governato in periodi alterni fin da allora, si dimise dalla carica di presidente. Quando, a partire dallโagosto del 1988, studenti e operai cominciarono a scendere in piazza per chiedere la fine della dittatura, i militari repressero le proteste con la violenza, e centinaia di persone (piรน probabilmente migliaia) furono uccise.
Suu Kyi si fece coinvolgere nel movimento per la democrazia. Anche se non aveva esperienza politica, in virtรน della sua storia familiare un gruppo di ex militari, intellettuali e studenti le chiese di formare e guidare un nuovo partito, la Lega nazionale per la democrazia (NLD), e lei accettรฒ.
Il 26 agosto del 1988 tenne il suo primo discorso pubblico a Yangon presso la pagoda Shwedagon, il luogo piรน sacro del buddhismo birmano, davanti a tantissime persone (si stima tra le 300 mila e il milione). ยซCome figlia di mio padre, non posso rimanere indifferente davanti a quello che sta accadendoยป, disse, lanciando ยซla seconda lotta per lโindipendenza nazionaleยป.
Dei 21 anni tra il 1989 e il 2010, Suu Kyi ne avrebbe trascorsi piรน di 15 in prigione o ai domiciliari, chiusa nella villa della sua famiglia a Yangon.
In quegli anni, divenne uno dei prigionieri politici piรน famosi del mondo, oggetto dellโattenzione internazionale e di tantissime campagne per chiederne la liberazione. Ricevette il Nobel per la Pace nel 1991, e negli anni successivi fu piรน volte liberata e di nuovo arrestata: fu rilasciata per la prima volta nel 1995, ma fu messa ancora ai domiciliari nel 2000, rilasciata nel 2002 e poi di nuovo arrestata nel 2003. Parte del periodo di detenzione, Suu Kyi lo trascorse in isolamento, anche se periodicamente ricevette visite da membri del governo. In diversi momenti ebbe problemi di salute che la costrinsero al ricovero in ospedale.
Uno degli episodi piรน celebri e terribili della prigionia risale al 1999, quando a suo marito Michael Aris, che si trovava nel Regno Unito, fu diagnosticato un tumore in fase terminale. Il regime impedรฌ ad Aris di andare in Myanmar per visitare Suu Kyi, ma si offrรฌ di liberare la dissidente affinchรฉ potesse raggiungere suo marito a Oxford. Lei, sapendo che non sarebbe piรน stata in grado di tornare in Myanmar una volta uscita dal paese, si rifiutรฒ. Aris morรฌ pochi mesi dopo.
Nel 2010 il regime militare, che aveva cominciato a intraprendere una timida transizione verso una forma di governo piรน democratica, indisse le prime elezioni in ventโanni. Impedรฌ a Suu Kyi di partecipare, ma la liberรฒ sei giorni dopo, il 13 novembre.
Suu Kyi e la NLD rientrarono in politica. Lei fu eletta in parlamento durante unโelezione suppletiva del 2012, divenne capo dellโopposizione e annunciรฒ che si sarebbe candidata alla presidenza alle elezioni del 2015. La NLD vinse le elezioni, ma a Suu Kyi fu impedito di accedere alla presidenza a causa di una riforma costituzionale fatta approvare dal regime militare nel 2008, che rendeva inaccessibile la presidenza a chiunque avesse sposato un cittadino straniero. La clausola, probabilmente, fu inserita proprio per evitare che Suu Kyi diventasse presidente.
Suu Kyi fece nominare presidente un suo fedele alleato, Htin Kyaw, e creรฒ per sรฉ la carica di consigliere di stato, che le consentรฌ di gestire il governo in maniera ufficiosa.
Fino al suo arresto, รจ stata anche ministra degli Esteri. La Costituzione del 2008, perรฒ, continua a tenere il governo civile sotto la tutela dei militari: tra le altre cose, allโesercito spetta un quarto di tutti i seggi parlamentari, sufficienti per esercitare potere di veto su qualsiasi emendamento costituzionale, oltre che il controllo esclusivo sul ministero dellโInterno e su quello della Difesa. A partire dal suo ingresso in carica, Suu Kyi ha dovuto condividere il potere con i militari, cercando di mantenere un certo equilibrio.
Durante i suoi cinque anni di governo, Suu Kyi ha deluso gran parte delle aspettative che erano state riposte in lei. Sotto la sua guida, il processo di democratizzazione del Myanmar non รจ praticamente avanzato, anzi: in alcuni casi la situazione รจ peggiorata. Secondo gli esperti, per esempio, negli ultimi anni la stampa รจ diventata meno libera, anche a seguito di alcuni casi molto noti di giornalisti arrestati per aver criticato lโesercito o per aver raccontato cosa stava succedendo nelle aree di conflitti etnici. Anche internet รจ diventato oggetto di una censura crescente.
Suu Kyi e la NLD non hanno fatto praticamente niente per eliminare o modificare le leggi volute dal regime militare che minano la libertร dโespressione, e il numero dei prigionieri politici arrestati negli ultimi anni รจ tornato ad aumentare in maniera consistente.
Soprattutto, Suu Kyi รจ stata accusata di aver prima ignorato e sminuito e poi difeso la persecuzione della minoranza dei rohingya da parte dellโesercito. I rohingya, che professano fede islamica in un paese a stragrande maggioranza buddhista, sono considerati una delle minoranze piรน perseguitate del mondo: non godono del diritto di cittadinanza e da decenni sono ostracizzati dallo stato. Cominciata nellโagosto del 2017 con gli scontri tra lโesercito birmano e i ribelli rohingya nello stato del Rakhine, nellโovest del paese, vicino al Bangladesh, la persecuzione divenne nel giro di poche settimane una campagna di violazione sistematica dei diritti umani, uccisioni indiscriminate, saccheggi e stupri di massa. Decine di migliaia di persone furono uccise, decine di migliaia di donne stuprate, e centinaia di migliaia di rohingya furono costretti a fuggire in Bangladesh. Diverse agenzie dellโONU, organizzazioni umanitarie e governi hanno definito la persecuzione dei rohingya come un genocidio.
Suu Kyi ignorรฒ la crisi dei rohingya nelle sue apparizioni pubbliche finchรฉ non divenne troppo grande per essere tralasciata. In seguito adottรฒ la posizione ufficiale dellโesercito, dicendo che le violenze erano da entrambe le parti (cosa vera soltanto inizialmente: nel giro di poco tempo la repressione dellโesercito si trasformรฒ in persecuzione etnica) e definendo lโoperato dei militari come unโoperazione anti terrorismo (effettivamente alcuni gruppi rohingya erano pesantemente infiltrati dal terrorismo islamico, ma davanti allโazione di genocidio dellโesercito birmano la questione era poco rilevante).
Molti commentatori cercarono di giustificare la posizione di Suu Kyi come un atto di realismo politico: la leader birmana, secondo questa interpretazione, sarebbe stata costretta ad approvare lโoperato dellโesercito per preservare il delicato equilibrio che sosteneva il suo potere, e di conseguenza il processo di democratizzazione. Molte di queste ipotesi sono state smentite quando, nel dicembre del 2019, Suu Kyi si presentรฒ personalmente allโAia, nei Paesi Bassi, davanti alla Corte internazionale di giustizia, per difendere il suo paese dalle accuse di genocidio, descrivendolo come un ยซconflitto armato internoยป e dicendo che le accuse erano frutto di ยซun quadro incompleto e fuorviante della situazione nel Rakhineยป.
Giร negli anni precedenti, diversi governi e associazioni umanitarie avevano condannato Suu Kyi per la sua inazione e ritirato importanti onorificenze. Si parlรฒ di ritirarle il Nobel, anche se poi non se ne fece nulla, piรน che altro per ragioni burocratiche. Oltre che nella regione del Rakhine, Suu Kyi รจ stata accusata di non aver fatto niente per placare i conflitti etnici anche in altre regioni del paese, come per esempio nello stato settentrionale del Kachin, dove migliaia di persone di religione cristiana sono state costrette a fuggire nella confinante Cina.
Benchรฉ la reputazione di Suu Kyi sia stata quasi completamente rovinata in Occidente, la leader รจ rimasta molto popolare in patria. Nel novembre dellโanno scorso la NLD aveva vinto le elezioni ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento e si stava preparando a formare un nuovo governo, prima che lโesercito, che aveva definito le elezioni come illegittime, compisse un altro colpo di stato.
Non sono ancora chiare le motivazioni dei militari: da settimane nel paese si parlava della possibilitร di un loro intervento, ma molti lo ritenevano improbabile perchรฉ grazie alla Costituzione lโesercito mantiene un discreto controllo sulla vita politica del paese. Alcune interpretazioni iniziali, avanzate per esempio dallโEconomist, sostengono che il colpo di stato sia stato voluto soprattutto dal capo delle forze armate, il generale Min Aung Hlaing, che sarebbe dovuto andare in pensione questโanno ma che, invece, nutriva ambizioni politiche personali e non sopportava lโidea che lโesercito potesse perdere importanza in futuro.
(Fonte bit.ly/3cFOR4m)