DALL’HIKIKOMORI AL GHOSTING FINO AGLI JOHATSU 15 Marzo 2021 – Posted in: Parole
Sparire nel nulla: dall’hikikomori, al “ghosting”, fino agli “johatsu”
Quello degli hikikomori non è l’unico fenomeno sociale, in crescita negli ultimi anni, che riguarda persone in fuga dalla propria identità pubblica e incapaci di gestire le pressioni connesse alle relazioni interpersonali.
In questo articolo voglio parlarvi, infatti, anche di “ghosting” e “johatsu”, due tendenze apparentemente lontane dall’hikikomori, ma che originano dalla medesima matrice: la paura del giudizio.
Il fenomeno del “ghosting”
Il fenomeno del “ghosting”, che letteralmente potremmo tradurre in italiano con l’espressione “diventare un fantasma”, si riferisce a quelle persone che interrompono repentinamente una relazione importante e strutturata, in particolare di stampo amoroso e sentimentale, senza comunicarlo all’altro, ma semplicemente scomparendo nel nulla.
Ciò è reso possibile dal fatto che la maggior parte dei rapporti interpersonali moderni sono largamente mediati dagli strumenti digitali, in particolare chat di messaggistica e social network, e per decidere di non vedere né sentire più una persona, potenzialmente basta bloccarla su queste applicazioni.Alla base del ghosting vi è il medesimo istinto che porta l’hikikomori a isolarsi, ovvero l’istinto di fuga. Non scappiamo più da animali feroci o dai nemici, come accadeva in passato, ma dal giudizio: gli occhi, le parole e le reazioni dell’altro ci fanno terribilmente paura, a tal punto da arrivare a nasconderci piuttosto che affrontarle. Un comportamento completamente irrazionale e istintuale, simile a quello di un bambino che si mette le mani davanti agli occhi per scampare da un presunto pericolo.
Il fenomeno degli Johatsu
Eppure è indubbio che la possibilità di cambiare completamente contesto sociale possa aiutare ad alleggerire quella pressione derivante dallo stigma sociale connesso al “tempo perso”, ovvero al fatto che siamo stati isolati e non abbiamo utilizzato quel tempo per lavorare, studiare, relazionarsi e, in generale, realizzarci socialmente.Inoltre, come ho riportato anche nel mio libro, sembra che alcuni hikikomori, qualora abbiano l’occasione e le risorse per cimentarsi in un viaggio all’estero, riescano a recuperare gran parte delle proprie competenze sociali. Questo perché sanno di essere percepiti come degli “stranieri” e dunque persone che, in quanto non avvezze alla cultura del luogo, possono permettersi di comportarsi in modo anomalo e bizzarro.
Il fenomeno del ghosting e quello degli Johatsu sono evidentemente diversi dall’hikikomori, ma originano da un medesimo contesto sociale, estremamente pressante e dove il fallimento non è ammesso.
Non è ammesso deludere il partner, come nel caso del ghosting. Non è ammesso deludere i compagni di classe, gli insegnanti o i genitori, come nel caso degli hikikomori. Non è ammesso deludere niente e nessuno, compresi i vicini di casa, per cui l’unica soluzione è quella di scomparire e riapparire da un’altra parte, come nel caso degli Johatsu.
Il comune denominatore è sempre lo stesso: il desiderio di fuggire dal giudizio sociale. Purtroppo questa apparente scorciatoia si rivela spesso un’arma a doppio taglio, poiché non fa altro che procrastinare il problema, il quale si ripresenterà in futuro sempre più grosso e ingestibile.
(Fonte bit.ly/2Njogjj)