INEMURI 1 Febbraio 2021 – Posted in: Parole – Tags: #losapeviche #inemuri #parolegiapponesi #japan #fenomenologiagiapponese #curiosity #curiosità
INEMURI
“I giapponesi non fanno il sonnellino, fanno inemuri”.
Una dottoressa spiega la differenza con il riposino occidentale.
I giapponesi non dormono, non schiacciano pisolini: fanno inemuri. Questa pratica diffusa consiste nell’addormentarsi in pubblico: nel bel mezzo di una conferenza, ad esempio, o a scuola o sui mezzi pubblici.
Nessuno sembra farci troppo caso: il Giappone è uno dei Paesi in cui si dorme meno al mondo a causa dei ritmi di lavoro incalzanti e dormire in pubblico è quasi un segno d’onore, la prova che si è esausti per aver lavorato tanto e che ci si merita un “premio”.
BBC Future ha analizzato questo fenomeno, scoprendo, grazie alla dottoressa Brigitte Steger, Senior Lecturer in Modern Japanese Studies della University of Cambridge, cosa si nasconde dietro all’arte giapponese del (non) dormire.
La contraddizione appare lampante: i giapponesi, fieri di essere grandi lavoratori e pronti a giungere al limite delle forze pur di soddisfare le richieste di un capo, vedono come segno di debolezza dormire a lungo.
Eppure non hanno remore ad addormentarsi davanti a tutti. “Se dormire a letto è considerato un qualcosa da pigri, perché dormire durante un evento o al lavoro non è invece visto come espressione di indolenza?”, si domanda la dottoressa nell’articolo. “Che senso ha – continua – che i bambini rimangano svegli fino a tardi a studiare e si addormentino poi durante le lezioni?”.
Dopo aver per anni indagato i motivi, la ricercatrice crede di essere arrivata a capire cosa si nasconda dietro questo fenomeno e quali insegnamenti potremmo trarne.
In Occidente il sonnellino non è “sdoganato” come in Giappone: “L’inemuri non è considerato affatto dormire. Viene visto diversamente dal dormire (come si potrebbe dormire la notte, ndr) e anche dallo schiacciare un pisolino.
Che senso potremmo dargli? Un indizio si trova nella parola, composta da due parti: ‘I’ che significa ‘essere presente’ in una situazione e ‘nemuri’ che significa ‘dormire'”.
L’inemuri viene, dunque, considerato come un momento per sé, a cui ognuno è libero di abbandonarsi quando vuole e che non disturba la situazione sociale, proprio come il sognare ad occhi aperti. “Nonostante la persona sia mentalmente lontana, può tornare, appena richiesto, nella momento sociale che sta vivendo”, continua.
Anche la postura può rimanere la stessa: non è raro vedere lavoratori in giacca e cravatta dormire in piedi o seduti alle loro postazioni.
I giapponesi, però, non concepiscono l’inemuri come riposino: è semplicemente un’assenza temporanea dal corpo dopo ore e ore passate a lavorare o a studiare.
Per questo viene tollerato senza problemi: perché è il segnale più evidente della stanchezza estrema, un modo per abbandonare per un attimo i propri compiti per poi tornarci subito dopo.
Un concetto, questo, che dall’idea del riposino occidentale è ancora molto lontano. “I giapponesi – conclude la ricercatrice – non dormono e non schiacciano pisolini. Loro fanno inemuri. Che non potrebbe essere più differente”.
(Fonte bit.ly/3pIEiRG)