LE PAROLE INVENTATE DA D’ANNUNZIO 15 Gennaio 2021 – Posted in: Parole
Gabriele D’Annunzio: scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, esponente del Decadentismo italiano e personaggio storico di rilievo (giocò un ruolo chiave nelle vicende legate alla Prima Guerra Mondiale). Personalità affascinante, fu anche un punto di riferimento in campo linguistico: inventò numerose parole, molte delle quali ancora di uso comune.
Vediamo insieme 9+1 parole di uso comune inventate da Gabriele D’Annunzio.
Hai presente il triangolino di tessuto tricolore che si applica alle maglie della squadra di calcio vincitrice del Campionato? Questo famoso simbolo deve il nome proprio a D’Annunzio: il Poeta chiamò “scudetto” il primo triangolino, cucito dietro sua indicazione sulla divisa indossata dagli italiani in una partita di calcio organizzata durante l’occupazione di Fiume (7 febbraio del 1920).
L’AUTOMOBILE (al femminile)
La parola “automobile” non è certo di dannunziana invenzione, lo è invece il suo uso al femminile: quando fu prodotta, l’automobile era declinata quasi in tutti i paesi al maschile. Lo era originariamente in Francia (divenne femminile solo dopo l’intevento dei linguisti), in Spagna (ancora oggi mantiene il genere originale) e, fino al 1926, anche in Italia. In quell’anno D’Annunzio, considerato un’autorità anche in campo linguistico (come abbiamo potuto intuire), decise che il genere più consono al termine fosse quello femminile: “automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza”.
IL PIAVE (al maschile)
Il caso di cambio di genere voluto da D’Annunzio per l’automobile non è unico: il Piave, fiume importantissimo per la storia italiana, era originariamente femminile (“la Piave”). In seguito alla vittoria italiana durante la Grande Guerra, D’Annunzio decise di cambiare il genere con cui ci si riferiva al fiume, per celebrarne la potenza e consacrarlo “fiume sacro della Patria”: da allora, si parla di Piave al maschile.
VELIVOLO
Gabriele D’Annunzio era anche un provetto aviatore: ideò la parola “velivolo” dal latino velivolus, “che va e par volare con le vele”. La spiegazione della scelta del termine, trovato dal Vate perfetto per definire il nuovo mezzo di trasporto, è fornita da D’Annunzio stesso durante una conferenza sul Dominio dei cieli (1910): “La parola è leggera, fluida, rapida; non imbroglia la lingua e non allega i denti; di facile pronunzia, avendo una certa somiglianza fònica col comune veicolo, può essere adottata dai colti e dagli incolti”.
FUSOLIERA
Ecco un altro esempio di termine tecnico in campo aviatorio inventato da D’Annunzio: il Poeta scelse il termine “fusoliera” per indicare la parte dell’aereo di forma di forma allungata nel senso del moto. Nel 1910, nel romanzo Forse che sì, forse che no, D’Annunzio infatti scrive: “… immaginò di ritrovarsi nella lunga fusoliera che formava il corpo del suo congegno dedàleo tra i due vasti trapezii costrutti di frassino di acciaio e di tela, a, dietro il ventaglio tremendo dei cilindri irti d’alette, di là dai quali girava una forza indicibile come l’aria: l’elica dalle curvature divine”.
TRAMEZZINO
Il termine “tramezzino” fu inventato da D’Annunzio a Torino, durante una visita al Caffè Mulassano nel 1925, quando assaggiò un particolare tipo di panino farcito con burro e acciughe. “Ci vorrebbe un altro di quei golosi tramezzini…”, avrebbe esclamato: da allora, la pietanza prese questo nome. Il termine, probabilmente in risposta al sandwich inglese, trova origine nel linguaggio architettonico: “tramezzo” significa infatti “elemento posto in mezzo ad altri elementi” (Treccani).
VIGILI DEL FUOCO
In origine (dal 1800) il nome con cui ci si riferiva ai Vigili del Fuoco era “pompieri“, con calco dal francese sapeur-pompier. Durante il regime fascista, nel 1938, D’Annunzio suggerì di modificare il nome del Corpo Nazionale nato pochi anni prima in “Vigili del Fuoco“, ispirandosi ai vigiles dell’antica Roma.
RINASCENTE
La Rinascente è oggi un grande magazzino famoso in tutto il mondo, presente nelle principali città italiane. Forse non tutti sanno, però, che “Rinascente” non è il nome dalla fondazione: inizialmente conosciuti come “I grandi magazzini dei fratelli Bocconi”, dal nome dei fondatori (che costruirono la prima sede a Milano nel 1865), dal 1880 mutuarono nome in “Alle città d’Italia”. Fu solo dopo un devastante incendio nel 1917 che D’Annunzio scelse come nome “Rinascente“, a indicare il momento della rinascita dei magazzini, risorti dalle proprie ceneri.
SAIWA
Come nel precedente esempio, anche in questo caso ci troviamo di fronte a un marchio ormai conosciuto in tutta Italia inventato da Gabriele D’Annunzio. Nel 1922 suggerisce di chiamare SAIWA una piccola società genovese che produceva – appunto – wafer, fondata nel 1900 e che all’epoca conobbe un’improvvisa crescita: quel che forse non tutti sanno è che il nome, in realtà, è l’acronimo di “Società Accomandita Industria Wafer e Affini“. Curioso, vero?
E ORNELLA?
Gabriele D’Annunzio, sempre avido di cultura e prodigo di idee e innovazioni, inventò numerose parole e modi di dire: non tutti quelli a lui attribuiti, tuttavia, sono realmente verificati. È il caso del nome femminile “Ornella“: alcune fonti attribuiscono il primo uso del nome (e, quindi, la sua invenzione) al Vate, che lo utilizza per la protagonista del suo romanzo La figlia di Jorio (1904). Tuttavia, il Dizionario Storico dei Nomi italiani della Utet attesta l’utilizzo del nome già nel 1900, ben 4 anni prima della pubblicazione.
E non è l’unico caso: anche la denominazione “Milite Ignoto“, in riferimento alla salma di identità sconosciuta sepolta presso l’Altare della Patria a Roma dal 1921, è stata attribuita al Poeta, nonostante non esista alcuna conferma a riguardo. Il legame di D’Annunzio con la vicenda del Milite Ignoto è invece noto e accertato: egli giocò infatti un ruolo cruciale nella scelta della salma da destinarsi al monumento come simbolo di tutti i caduti e i dispersi della Prima Guerra Mondiale.
(Fonte https://www.edizionibignami.it/91-parole-inventate-da-dannunzio-lo-sapevi/amp/