ROBOT 6 Giugno 2022 – Posted in: Parole – Tags: #curiosità, #curiosity, #fenomenologiadellalingua, #losapeviche, #parole, anglicismo, robot
Robot
“Le emozioni non sembrano essere una simulazione molto utile per un robot… Non vorrei che il mio tostapane o l’aspirapolvere fossero così emotivi.” (Io Robot)
Quando parliamo di robot sappiamo tutti cosa sono, oggi ci aiutano durante i lavori manuali, in fabbrica e sono onnipresenti nella fantascienza e nei film ma, sappiamo davvero cosa vuol dire la parola? Da dove deriva e quali fatti curiosi si celano dietro di essa?
Il termine deriva direttamente dalla parola di origine cecoslovacca “robota” che in lingua ceca vuol dire “servo della gleba“, lavoro pesante e anche schiavo addetto ai lavori pesanti. Senza mezzi termini, quindi, robot indica qualcuno oppure qualcosa che svolge i lavori pesanti al posto degli uomini.
A portare la parola robot nella quotidianità e a darle il significato che oggi conosciamo ovvero quello di umanoide artificiale è stata però la fantascienza, o meglio è stato lo scrittore praghese Karel Capek Rossum che nel 1920 legò per la prima volta la parola robot alla fantascienza.
Il suo dramma teatrale Rossum’s Universal Robot narrava infatti proprio di macchine umanoide rese schiave e costrette a compiere i lavori più servili che acquisita coscienza si ribellavano al padrone per ottenere la libertà.
Da allora tutti gli scrittori di fantascienza usarono lo stesso termine dando spunti anche per la tecnologia che quando dovette inventare qualcosa che aiutasse l’uomo aveva già la definizione esatta per ciò che stava costruendo ovvero proprio robot.
LE TRE LEGGI DELLA ROBOTICA
Pochi sanno inoltre che il primo robot con sembianze umanoidi venne presentato a New York nel 1939 e si chiamava Elektro, l’azienda Westinghouse che fabbricava elettrodomestici costruì questo prototipo alto 2 metri per la Fiera Mondiale.
Elektro poteva pronunciare 700 parole e fu presentato al pubblico grazie a un film prodotto appositamente. A rendere ancora più famosa questa figura fu però Isaac Asimov che inventò le tre leggi della robotica che ancora oggi governano tutti i robot di fantascienza e scrisse tantissimi racconti e romanzi con degli androidi come protagonisti.
- Legge zero: Un robot non può recare danno all’umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l’umanità riceva danno.
- Prima Legge: Un r. non può recare danno agli esseri Umani, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, gli esseri Umani ricevano danno.
- Seconda Legge: Un r. deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri Umani, a meno che ciò non contrasti con la Prima Legge.
- Terza Legge: Un r. deve salvaguardare la propria esistenza, a meno che ciò non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Da sempre la figura del robot ci affascina ed è davvero curioso scoprire che, come tanti altri concetti che oggi ci sembrano all’ordine del giorno, sia stata inventata tantissimi anni fa quando la tecnologia così come è adesso poteva venir solo immaginata all’interno della fantascienza.
“Baciamo il fondoschiena metallico” (Bender di Futurama)
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