SPRIMACCIARE 15 Aprile 2018 – Posted in: Parole – Tags: #etimologia, #italiano, #parole, Sprimacciare
Sprimacciare
[spri-mac-cià -re (io spri-mà c-cio)]
SIGN Battere o scuotere un cuscino o un materasso per distribuirne uniformemente l’imbottitura nella fodera
variante di [spiumacciare], derivato di [piuma], forse nato per accostamento a [premere].
Questa parola ci è consueta, ma ci sono delle considerazioni manuali da fare.
L’azione denotata da questo verbo è semplice e intuitiva: si prenda un cuscino, un materasso, in particolare uno che abbia un’imbottitura incoerente – niente monoblocchi di memory foam o lattice, insomma. Etimologicamente si dovrebbe trattare di piume, ma sia quel che sia. Ecco, quando lo troviamo bitorzoluto, con l’imbottitura ammassata in un angolo della fodera (magari si trova nella casa al mare o in campagna, ha perfino preso un po’ di umido ma ci serve un giaciglio perché il sole invita una pennichella), allora lo prendiamo e lo battiamo, strizziamo e scuotiamo come se fossimo in una rissa, o magari più delicatamente lo comprimiamo e ristendiamo, cercando di ridistribuire quell’imbottitura e renderla più morbida e confortevole.
Questo è lo sprimacciare, che però non si esaurisce nella descrizione di una tecnica per domare un’imbottitura ribelle: nello sprimacciare è rilevantissima la sensazione delle mani – che a ben vedere, insieme al suono gustoso e articolato, è ciò che conferisce a questo verbo la sua forza espressiva. Oltre alla soluzione del problema di una fodera asimmetrica o di un appoggio scomodo, lo sprimacciare ci racconta un massaggio pieno, anche intenso, perfino violento, compiuto dalle nostre stesse mani: insomma, non è un’azione che viene fatta senza coinvolgimento sensoriale. E se certo sprimacciamo l’orsetto di peluche con gli arti flosci cercando di ricacciarci dentro i fiocchi tutti pigiati nell’addome, noi che siamo abili nei massaggi volentieri sprimacciamo la schiena contratta dell’amico; senza tecnica sprimacciamo la pasta finché però, dai picchia e mena, la sua uniformità non arriva alla compiuta perfezione; l’amico irascibile si prende sempre qualche sprimacciata da qualcuno più grosso di lui; e se vedo un gattino non posso trattenermi dallo sprimacciarlo – finché non sono pieno di graffi, con due occhi così per l’allergia e pago di tenerezza.
Insomma, la gamma dello sprimacciare, a partire dal primo riferimento alle imbottiture, va dalla coccola entrante al massaggio intenso alla violenza fisica, ma è sempre una questione di mani che agiscono su un corpo.
(Fonte unaparolaalgiorno.it)